Julie Morgan scrive romanzi d’amore ambientati nell’Ottocento. Di quell’epoca ama qualsiasi cosa: i vestiti lunghi, gli uomini eleganti, le storie romantiche che nascono grazie a un gioco di sguardi o al semplice sfiorarsi delle mani… L’unica cosa che salva del mondo di oggi è lo shopping online, che le permette di non mettere il naso fuori dal suo amatissimo e solitamente silenzioso appartamento. Almeno finché – proprio al piano di sopra – non arriva un misterioso inquilino: un ragazzo strano, molto giovane e vestito in un modo che a Julie fa storcere il naso. È davvero un bene che lei sia da sempre alla ricerca di un uomo d’altri tempi, perché il suo vicino, decisamente troppo moderno, potrebbe rivelarsi ben più simpatico di quanto avrebbe mai potuto sospettare…
Sapete, il primo libro di Anna Premoli lo lessi per caso. Era una delle sue prime pubblicazioni e volevo avvicinarmi a un genere differente, che mi facesse ridere e sospirare allo stesso tempo.
A distanza di anni sono felice e fiera di aver seguito il percorso di questa autrice fin dall’inizio e non essermi lasciata scappare nessuno dei suoi libri. Ha la capacità di farmi ridere quasi per tutto il romanzo, farmi sembrare reali persino le scene più assurde e più comiche, per poi farmi follemente innamorare del protagonista e quasi pretenderlo al mio fianco.
Gli ultimi libri pubblicati, “È solo una storia d’amore” e “Un imprevisto chiamato amore”, non mi avevano convinto del tutto, ma io sono testarda e, quando amo così tanto un’autrice, non mi faccio scoraggiare. Così, con un sorriso stampato sulle labbra, sono felice di dirvi che “Non ho tempo per amarti” è totalmente diverso e molto ben fatto.
La protagonista, Julie, è una scrittrice di romanzi storici. Ama l’epoca Regency, i gentiluomini eleganti e con un calcato accento inglese. Direi che, in questo caso, molte di noi si possono rivedere in lei. Tra noi lettrici ce ne sono moltissime che leggono romanzi storici, con gentiluomini pronti a confessare il loro eterno amore e a non nascondere la loro passione, compromettendo molto spesso donne che, nella maggior parte dei casi, sono delle vere e proprie guerriere e niente affatto delle donzelle in pericolo.
“Io sono sempre stata una persona romantica. Non sono finita a scrivere rosa storici per caso. Mi sono tuffata, prima da lettrice e poi da scrittrice. Mi piacciono certe formalità ormai estinte, l’eleganza di certe epoche, i rapporti compassati che possono sboccare in amicizie per la vita. E poi mi piacciono i vestiti vaporosi, il pizzo, gli abiti color pastello delle debuttanti e le acconciature assurde e scomode dell’Ottocento. Non passa giorno che non mi chieda perché non sia nata due secoli fa o perché un popolo che ha inventato assurdità come Tinder non sia stato capace di produrre una vera macchina del tempo.”
Bene, e cosa potrebbe accadere di più strano a una scrittrice che scrive romanzi ambientati a Londra, se non avere come vicino di casa un inglese dall’accento marcato e affascinante?
Julie si trova ad affrontare questo bellissimo ragazzo dalle origini inglesi che non corrisponde per nulla al suo ideale di uomo. Non è elegante, la sua pelle è marchiata dall’inchiostro dei tatuaggi e, per di più, i suoi capelli sono di due colori differenti. Un bicolore assurdo che non lo fa passare inosservato.
“A me basterebbe l’uomo più banale del mondo, purché avesse il cuore buono. Non mi serve che sia attraente, non me ne faccio niente del suo conto in banca e sarei anche pronta a sopportare una suocera ostica. Ma vorrei qualcuno per cui ne valesse la pena. Per cui io valessi la pena. E di questi tempi un uomo simile è persino più difficile da incontrare di una rock star…”
Tuttavia, sono due i problemi principali che portano Julie a volersi tenere alla larga da Terrence. Il primo: il caro vicino di casa è il cantante di una famosa rock band che, in realtà, lei non conosce perché è una donna di altri tempi che non segue neanche il gossip. È molto all’antica.
Secondo problema, il più grave in assoluto, per lei: Terrence ha venticinque anni, undici anni in meno di lei. Questa questione dell’età sarà un punto fondamentale per l’intero romanzo e uno dei motivi per cui, all’inizio, Terrence e Julie si sentono al loro agio e comunicano senza nessun limite, divertendosi e parlando liberamente, trascorrendo insieme più tempo del dovuto. L’età rappresenta per Julie un motivo in più per essere se stessa. È sicura che non potrebbe esserci altro che una semplice conoscenza, magari amicizia, quindi perché limitarsi e fingersi qualcuno che non si è? Meglio essere se stessi, dal momento che non si ha nulla da perdere.
“Terrence ride di fronte alle mie espressioni stralunate.
«Sei buffa, lo sai?»
«Certo che lo so! E tu lo sei e nemmeno sospetti di esserlo», gli rinfaccio.
«Oh, ma lo so anch’io, invece. È per questo che andiamo d’accordo», afferma con un sorriso scintillante.
«Ovvero, due strani fanno una persona normale?»
«No, in genere due strani fanno sempre e solo due persone strane. Ma almeno non si è da soli.»”
Lo stereotipo del musicista freddo, distaccato e desideroso di avere al suo fianco solo donne di un certo tipo (vedi le modelle di Victoria’s Secret), con Terrence non regge e il ragazzo si rivelerà molto diverso. Ama ridere, ama divertirsi, far vedere agli altri cosa si cela dietro la veste da musicista. Prende la vita con leggerezza, ma non è per nulla immaturo. È intelligente, un vero uomo rispetto alla sua età, e sa cosa vuole dalla vita: non cose insignificanti e poco durature, bensì il vero amore e, quando dona il suo cuore a qualcuno, lo fa totalmente. Ha dei principi e, se ama una donna, sarà l’unica della sua vita. L’unica che guarderà e terrà stretta a sé.
Devo dire che è stato davvero piacevole leggere una storia con un musicista come protagonista, soprattutto se questo protagonista non viene per niente dipinto come misterioso e complesso, ma molto semplice e alla mano. Ma i tanti punti a suo favore sono motivati anche dal fatto che Julie, a differenza delle donne che lui ha frequentato in passato, rappresenta un canone di bellezza molto diverso e, nonostante questo, lui la guarda come se fosse l’unica donna al mondo. Perfetta nelle sue imperfezioni. E questo, lo sappiamo, è un qualcosa cui aspiriamo tutte noi donne: un uomo che ci guardi come se fossimo perfette anche se non lo siamo.
“«Sai, non pensavo di arrivare mai a confessarlo, ma sono affascinato. Quasi contro il mio volere», mormora.
«Vivo circondato da ragazze con scollature così profonde da poter intravedere il loro ombelico e poi arrivi tu con una felpa simile e io arriva a interrogarmi.»
«Su cosa? Sulla mia sanità mentale?»
«No. Sul colore della tua biancheria», se ne esce come se niente fosse. Nessun’altra persona che conosco lo avrebbe mai ammesso.
O almeno non in questo modo.”
Insomma, per chi ha amato gli altri libri della Premoli, o per chi non ha mai letto nessun suo libro ma adora le storie che strappano più di un sorriso e di una risata, io consiglio di non lasciarsi sfuggire questo romanzo.
Come quasi ogni volta, termino la lettura con tristezza. Perché la Premoli ha la capacità di farmi entrare i personaggi sottopelle, sentirli miei, e staccarmi da loro è sempre difficile.
Non smetterò mai di ringraziarla per i tanti sorrisi, e anche risate, che mi ha strappato con tanta facilità grazie al suo stile sempre allegro e leggero, ma mai banale. Nelle sue storie colme di umorismo sa sempre riportare dei bei messaggi. Messaggi che restano ben impressi nel cuore e nella mente.
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