Amelia studia Medicina all’Università di Bologna, ha un rapporto conflittuale con i suoi genitori ed è abituata a fuggire dai problemi. Fan e amica della band del momento, i Bad Attitude, ha una storia altalenante con il cantante. A sostenere Amelia ci sono le sue amiche Isabella e Caterina, ma soprattutto Nico, il bassista del gruppo. Amelia è sempre in cerca di emozioni che le facciano battere il cuore, mentre Nico vorrebbe soltanto evitare altri problemi: quelli lui li conosce fin troppo bene. Basta poco per rendere i confini del loro rapporto indefiniti… È un’estate piena di musica e di magia quella che vivono, un’estate unica in cui tutto è possibile. Ma come in ogni sogno, dal quale prima o poi bisogna svegliarsi, Amelia e Nico dovranno decidere se la paura è più forte dei sogni che vogliono realizzare. La felicità è a portata di mano, devono solo trovare il coraggio di afferrarla…
Se hai un sogno devi proteggerlo
Se ami qualcuno devi inseguirlo
In un tempo ormai lontano, avevo avuto il piacere e l’onore di leggere e recensire in anteprima un testo, il cui titolo era “La mia musica sei tu”, di una giovane autrice al primo lavoro e mi sono trovata fra le mani un piccolo gioiello, che andava rifinito, certo, ma pur sempre un gioiello. Quel libro è stato poi edito da Newton Compton con il titolo “Non dirgli che ti manca”, e da mesi e mesi aspettavo il suo seguito.
Ed eccomi qui a parlarvi di “Nati sotto la stessa stella”, o almeno a tentare di farlo, perché non so se saprò rendergli giustizia con questa recensione.
Ci provo partendo dai protagonisti e da una precisazione: in questo libro NON c’è un Bad Boy. E questo è il primo dettaglio che me lo ha fatto amare. Perché diamine, diciamocelo, non tutti i protagonisti per essere riusciti devono essere belli e dannati. La normalità è appagante altrettanto, a volte. Questo non vuol dire che Nico sia semplice, o scontato… È un giovane uomo dal cuore buono, con una sensibilità e una capacità di ascoltare rare, è un amico leale e fidato, l’anima mediatrice dei caratteri focosi che compongono i Bad Attitude. Ed è un giovane uomo che si innamora di quella che è la sua migliore amica. Cadere nello scontato con una trama così sarebbe facile, ma invece Alessandra ha costruito una storia densa di dettagli, di riflessioni personali dei protagonisti, di piccoli gesti che si trasformano in amore e che rendono tutto originale…
Nico porta con sé un bagaglio importante e doloroso, ma ha deciso, pur soffrendo, di non farsi distruggere la vita dalle cose successe in passato, ma di impreziosirla, perché quel dolore non ricapiti mai più a lui e alle persone che ama.
Amelia studia medicina all’università, a tratti arranca per raggiungere i risultati che vorrebbe e dovrà fare i conti con le aspettative che gli altri hanno per il suo futuro. Dovrà crescere e fare delle scelte che potrebbero non essere gradite dalla sua famiglia. Ha un problema col futuro, e col per sempre, e cerca un’anima dannata, irrequieta come lei perché pensa che sia quello il tipo di persona con cui può stare bene. Che si fosse infatuata di Julian era chiaro già nel primo libro: cantante e anima ribelle della band, lui evita come la peste i rapporti che vanno oltre una notte e sta combattendo la sua battaglia più difficile. Lo sappiamo: nell’immaginario comune le rockstar sono maledette e lui non fa eccezione. Ha il suo bagaglio di dipendenze e di fragilità con cui fare i conti e alcuni debiti da saldare con la vita e le seconde possibilità. In questo tira e molla continuo che è la loro relazione, se così si può definire, a sostenere Amelia ritroviamo Isabella e Caterina. Quanto mi piacciono le donne tratteggiate dalla penna di questa autrice! Mai scontate, mai banali. Caratteri forti e ben definiti che ti entrano nel cuore. E poi c’è Nico, che per Amelia è, almeno all’inizio, l’amico più caro, il migliore amico, il confidente.
La sua disponibilità pareva una formula magica, capace di assorbire ogni angoscia. La sua spalla, quella su cui rovesciare il peso che mi portavo dentro. Sembravo incapace di dirgli di no. Condivisi con lui la frustrazione per l’essere tagliata fuori da tutti gli eventi importanti che toccavano la mia famiglia, la preoccupazione per l’andamento della ditta. Parlai come non avevo mai potuto fare. Un tavolo di un pub, col rumore e gli altri ragazzi che scherzavano poco distanti, Julien a catalizzare la mia attenzione, non lo avevamo mai reso possibile.
«Grazie». Il solo parlarne con lui mi faceva sentire più leggera.
«Per cosa?»
«Per esserci». Sfiorai per un istante la sua mano, poi mi alzai e raccolsi le mie cose. Gli diedi le spalle per non fargli vedere gli occhi lucidi.
La gente blatera, urla per darsi importanza, per spiccare. Poi ci sono persone che come lui attirano l’attenzione standosene in silenzio. Sono un intero universo da scoprire.
Proprio a partire da questa confidenza, da questo capire l’altro con uno sguardo, dalla complicità latente, ma evidente, il loro rapporto muterà, crescerà e si trasformerà.
E non sarà un’evoluzione facile, ma va detto, ognuno di loro due sarà coerente a sé stesso.
C’è una buona dose di bellezza di dolcezza nella storia di questi due ragazzi, che ti lascia addosso, per tutto il libro, quella che definirei speranza. Sì, è un romance e il lieto fine ci vuole, ma arrivarci con delicatezza, affrontando senza sminuirli anche temi importanti, non è così scontato.
Ritroveremo tutti i personaggi che gravitano intorno al mondo della band, li conosceremo un po’ meglio o, a seconda dei casi, ci sembrerà di ritrovare dei vecchi amici. Li osserveremo durante le prove, vedremo la loro coesione, sentiremo sulla pelle la loro amicizia. Soffriranno insieme e insieme cresceranno ancora: i Bad Attitude sono pronti al salto di qualità.
Si capisce che l’autrice è appassionata di musica, perché c’è amore nel descriverla, c’è la passione di chi sa di che cosa parla. Leggere di come riversano tutto nello strumento che suonano, che sia la gioia pura o il dolore più grande, ti fa sentire che c’è anima, ci sono colori della musica e c’è competenza.
Ritrovare Isabella e Denis è stato come tornare un po’ a casa e questo grazie anche alla coerenza narrativa dell’autrice. Non li abbiamo trovati compiuti, ma in cammino, con molta strada, a tratti ancora in salita, da percorrere insieme.
«Cazzo!». Denis imprecò, sferrando un calcio all’amplificatore. «Perché mi deve chiedere le cose, se poi non mi ascolta?»
«Perché la tua opinione è importante per lei». Non presi le parti di nessuno, però Denis era un amico e un consiglio neutrale poteva aiutarlo a vedere le cose da un’altra prospettiva.
«Non la capisco. Ci provo, mi preoccupo e questo è il risultato». Scuoteva il capo, gli avambracci premuti con forza contro la parete.
«Forse dovresti lasciarle il suo spazio. Non è più la stessa ragazza che hai conosciuto», gli feci notare, anche se ero sicuro che non ce ne fosse bisogno.
«Lo so», ammise. Teneva la fronte contro il muro, ben lontano dall’essere calmo.
«Però…».
«Ho paura di lasciarla andare. Capisci?». Si girò, lasciandomi vedere la paura, quella vera, che gli riempiva gli occhi, l’animo. «Le ho promesso che l’avrei sostenuta in ogni occasione, ma se alla fine si accorgesse che non sono la persona giusta per lei?».
Denis si poneva sempre come uno forte e imperturbabile, ma quando c’era Isabella in ballo, quell’immagine di sicurezza andava in frantumi. Lo avevamo già visto.
Apriamo le porte al terzo romanzo della serie con un paio di episodi che metteranno in crisi la coppia che consideravo già solida fin dal primo libro. Per Pietro e Caterina, il futuro non sembra per nulla semplice. Hanno incassato un paio di duri colpi in questo romanzo e vedremo che cosa l’autrice ha in serbo per loro nel prossimo libro. E poi, dopo, probabilmente sarà la volta di Julian. Credo che per come sta crescendo il personaggio e per come si sta evolvendo debba, prima o poi, avere anche lui il suo lieto fine.
In fondo, ce l’ha dimostrato anche in questo libro che c’è molto di buono in lui.
Che amo come scrive Alessandra penso si sia capito. Amo un po’ meno il tempo che la casa editrice ha fatto passare fra un libro e l’altro, ma questo non riguarda l’autrice.
Lo stile narrativo e la storia stessa ti tengono incollata alle pagine, e non puoi fare altro che aspettare la fine sperando che il libro non finisca. Bello il punto di vista alternato, e bello che l’epilogo sia lasciato ad un’altra voce narrante; scelta azzeccata per accompagnare il lettore nella mente dei prossimi protagonisti.
Complimenti Alessandra. I tuoi ragazzi non deludono mai.
Infilate le cuffie, accendete la musica a tutto volume e immergetevi nella vita delle anime che compongono i Bad Attitude. Non ve ne pentirete.
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