Bellissima eppure timida e solitaria, Maia è l’unica delle sue sorelle ad abitare ancora con il padre ad Atlantis, lo splendido castello sul lago di Ginevra. Ma proprio mentre si trova a Londra da un’amica, giunge improvvisa la telefonata della governante: Pa’ Salt è morto. Quel padre generoso e carismatico, che le ha adottate da bambine raccogliendole da ogni angolo del mondo e dando a ciascuna il nome di una stella, era un uomo di cui nessuno, nemmeno il suo avvocato e amico di sempre, conosceva il passato. Rientrate precipitosamente nella villa, le sorelle scoprono il singolare testamento: una sfera armillare, i cui anelli recano incise alcune coordinate misteriose. Maia sarà la prima a volerle decifrare e a trovare il coraggio di partire alla ricerca delle sue origini. Un viaggio che la porterà nel cuore pulsante di Rio de Janeiro, dove un vecchio plico di lettere le farà rivivere l’emozionante storia della sua antenata Izabela, di cui ha ereditato l’incantevole bellezza. Con l’aiuto dell’affascinante scrittore Floriano, Maia riporterà alla luce il segreto di un amore sbocciato nella Parigi bohémienne degli anni ’20, inestricabilmente legato alla costruzione della statua del Cristo che torreggia maestosa su Rio. Una vicenda destinata a stravolgere la vita di Maia.
Il primo, straordinario capitolo di una serie di sette libri: la conferma del talento di una grande scrittrice.
«Non lasciare mai che la paura decida il tuo destino»
Un romanzo che riempie il cuore. Un romanzo che fa della scrittura la sua forza, più che la storia.
Comincia con un evento triste, la morte improvvisa di un padre molto amato e ci presenta con rapidità le sei sorelle che sono state da lui adottate. Sembra una storia familiare come tante altre, sicuramente scritta con grazia ed eleganza.
Poi… sei dentro. Sei catturata da un romanzo avvolgente, con una scrittura fluida e capace di trascinarti per le vie di Rio de Janeiro dei giorni nostri come in quelle di Parigi del 1928 con la stessa efficacia. Di raccontare la storia di Maia, che come la donna del mito è saggia ma solitaria, ma anche quella di Izabela pronta al futuro ma bloccata nel passato delle tradizioni.
Con la morte di Pa’ Salt, Maia e le sue sorelle vengono messe davanti alla tentazione di scoprire le loro origini. Maia, la saggia e materna sorella maggiore, ha sempre vissuto per il padre e le sorelle più che per se stessa e improvvisamente si trova a dover decidere solo per sé.
E prendendo coraggio vola verso il Brasile, sua terra di nascita, sulle tracce della sua famiglia. Il contrasto con la Svizzera in cui è cresciuta non può essere più marcato. Carica di colori profumi ed emozioni, Rio tocca nel profondo l’anima carioca che si cela in Maia e ne risveglia, finalmente l’amore per la vita.
Maia scopre la storia di Izabela, il suo desiderio di poter scegliere per la propria vita, di poter scegliere chi amare, la sua passione per l’arte e per Parigi e le decisioni difficili che una ragazza alla fine degli anni Venti in Brasile deve prendere, indipendentemente dalla sua felicità.
Ed è probabilmente capire che può scegliere, che consente a Maia di vedere la sua situazione con più lucidità e forse aprire il suo cuore all’amore per un affascinante e gentile scrittore brasiliano.
«Quindi te lo metterò per iscritto: ti amo. Anche se abbiamo trascorso poco tempo insieme, credo che la nostra storia sia appena cominciata.»
La trama si snoda con quella narrazione un po’ magica fatta di coincidenze, piccoli dettagli, passato che ritorna a contorno di storie di donne che, per quanto possibile, hanno lottato per la loro libertà, hanno ballato la samba nelle favelas e hanno bevuto sedute ai tavolini di Montparnasse in una Parigi pronta a lottare contro le convenzioni.
Rifletté sull’ironia del fatto che a Rio avrebbe potuto definirsi una ribelle, con il suo supporto discreto ma appassionato per le lotte femministe e la sua mancanza di interesse per i beni materiali. E soprattutto, per il suo odio per la caccia al marito. Ma in quel luogo Bel si sentiva come una principessa di un’altra epoca, trapiantata in un mondo che aveva abbandonato le vecchie regole per crearne di nuove. Era ovvio che a nessuno in quella stanza importasse qualcosa delle convenzioni; anzi, probabilmente si sentivano in dovere di fare tutto il possibile per abbatterle.
Ovviamente parla anche di amore, di passione, di complicità, ma anche di perdita, di noia, di delusione, insomma tutte le sensazioni che animano la nostra mente, ma senza mai cadere negli eccessi.
Mi mancava – ammisi – non sull’onda di una passione transitoria: ormai faceva parte di me. E in qualche modo, sapevo che anch’io ero parte di lui. Non avevo perso la testa, era un sentimento diverso, più profondo; sentivo che qualcosa era sbocciato fra noi e aveva bisogno di nutrimento per crescere.
Intorno l’arte, la costruzione del Cristo di Rio, fa da filo conduttore tra vecchio e nuovo mondo e tra passato e presente, mentre sembra di essere a fianco all’ideatore o al suo pupillo mentre lavorano.
Tutto è curato in questo libro e anche se autoconclusivo lascia molte curiosità aperte: le sette sorelle sono le Pleiadi e le sei ragazze portano ognuna il nome di una stella, ma manca la settima… e sono state tutte adottate o forse scelte per un motivo specifico.
Mentre Maia si fa delle domande, il lettore ipotizza sul ruolo di un ragazzino nell’atelier di Parigi e divora le pagine sempre più immerso in una lettura di quelle che ti fanno sorridere, riflettere, soffrire, pensare e che, infine, ti fanno dire: “Questo libro è proprio bello”.
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