Di giorno Amon è un servo, ma nel buio della notte, a due passi dal Falò del rito di Kore, può liberare il suo istinto maschile e mostrare alle amazzoni di che pasta è fatto l’uomo nero.
Riuscirà a tenere testa anche a una donna alpha?
Durante il rito primaverile di accoppiamento tra gargarensi e amazzoni, Amon scopre un’inusuale complicità con una donna dagli occhi dolci. Il ragazzo rinuncia al suo desiderio di cogliere tutte le stelle del firmamento per esplorare, notte dopo notte, la strana chimica che riescono a sprigionare insieme e la pienezza del suo ruolo dominante.
Fino a quando, tentando di aiutare il fratello Nihiri a sistemare i suoi problemi di cuore, attira l’attenzione predatrice di Tuya, che cambia tutti gli equilibri.
Questo racconto può essere letto separatamente rispetto a L’ultima Primavera di Kore, ma potrebbe svelare un piccolo spoiler sulla storia tra Nihiri e Brunilde.
Questo breve racconto si svolge durante gli avvenimenti narrati ne L’ultima primavera di Kore e vede protagonista Amon, il fratello di Nihiri.
Come Nihiri è tenero e impacciato, Amon è passionale e irruento e vive le notti con le Amazzoni in maniera del tutto diversa dal fratello.
Il braccio scuro lo reclamò e lo spinse verso il bosco. Il braccio tonico di una guerriera, capace di tenere l’esuberanza di uno stallone o di tendere l’arco durante una battaglia. Ma nel buio della notte non rischiarata dal fuoco, lui sarebbe stato lo stallone e nessuno avrebbe tenuto le sue redini.
Una volta lontano dai tamburi la avvicinò a un albero e ve la premette contro con il proprio corpo. Gli occhi dolci sgranarono nei suoi e Amon osò la sua mossa. Non tutte la gradivano, ma il tentativo era d’obbligo. Il calore del corpo di lei riverberava sulla sua pelle. Amon inspirò il suo odore accarezzando col naso la tempia e il profilo del collo. Cercò la giugulare, là dove si infilava sotto alla mandibola, e morse.
Pur essendoci presentato sul momento come un ‘ragazzaccio’, Amon farebbe qualunque cosa per suo fratello. Quando lo vede struggersi d’amore per Brunilde, tanto da farsi punire pur di non giacere con un’altra donna, capisce che deve provare a fare qualcosa.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo complice, privo di parole. Amon ci sarebbe sempre stato per Nihiri, l’avrebbe protetto sempre, difeso sempre, anche quando le sue scelte fossero state pericolose, incomprensibili. Nihiri era un animo buono e ingenuo che aveva il diritto di ottenere tutto il sostegno e l’affetto del suo fratellone, soprattutto quando la vita, le dee e le semidee dai capelli vermigli, regine della guerra, si prendevano gioco di lui.
Seppur ambientato nello stesso mondo mitico del romanzo, ho trovato che il racconto non abbia le stesse magiche atmosfere.
Del romanzo avevo scritto: “Ho trovato L’ultima primavera di Kore malinconico, pervaso dal senso della fine di un’epoca e mi ha indotto a delle riflessioni: è davvero giusta la società delle Amazzoni? Per quanto per una donna sia divertente da immaginare, la separazione così netta tra i ruoli degli uomini e delle donne è un bene o è sbagliato allo stesso modo delle società che privano le donne di ogni libertà?”
Qui il rapporto tra i gargarensi e le amazzoni si esaspera e Amon di fatto si comporta come il vendicatore dei diritti del maschio. Mentre Nihiri, con la sua anima candida è la persona ideale per far nascere una collaborazione, Amon risponde all’aggressività con altra aggressività. È vero che poi il mondo delle società matriarcali è svanito, per cedere il passo a quelle patriarcali spesso profondamente ingiuste, ma ho preferito il sogno di pace di Nihiri.
Le notti di Kore ha un erotismo più vivace, ma non per questo volgare, di quello soffuso di “L’ultima primavera di Kore”. I rapporti di potere, con il favore delle tenebre, possono ribaltarsi e ognuno essere ciò che desidera. La notte libera sia Amon che le Amazzoni dalla maschera e per qualche ora trasforma il loro rapporto in un normale rapporto tra uomo e donna in cui le caratteristiche personali esulano dalle aspettative sociali.
Il tutto con una narrazione piacevole che per un po’ ci riporta in un mondo magico che non esiste più o che forse non è mai esistito.
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