In edicola dal 28 settembre
Esce il 20 ottobre in digitale
Lady O, dove O sta per Orgasm, firma sul NY Times una rubrica ironica e assolutamente pungente su sesso e problemi sentimentali. Olyvia Cardoso, la scrittrice che si nasconde dietro lo pseudonimo, è invece una giovane donna fragile e con un difficile passato, fatto di vessazioni in collegio, di disturbi alimentari e di una madre crudele. Per fortuna al suo fianco ha le sue sei migliori amiche, che rappresentano per lei la famiglia, visto che su quella vera non ha mai potuto contare.
Un giorno, una serie di sfortunati eventi, la portano a incappare in Gerard Gordon, un luminare di neurochirurgia ma anche una delle cause della sua sofferenza negli anni dell’adolescenza. L’affascinante medico sembra pentito, ma ciò che Liv ha vissuto è troppo per poterlo dimenticare. Tuttavia, gli incontri con Gerard si fanno più frequenti, e in lei qualcosa cambia. A partire dal nuovo taglio di capelli.
L’attrazione verso Gerard la fa sentire estremamente vulnerabile, ma allo stesso tempo la catapulta dentro emozioni che credeva esistessero solo tra le pagine dei libri.
Il passato, però, si frappone di nuovo tra loro e l’emergere di nuovi segreti sembra voler minare ancora una volta la loro relazione, finché un colpo di scena darà un tale scossone alle vite di entrambi che ogni cosa troverà all’improvviso il proprio posto. A cominciare dalla passione e dall’amore.
Sette amiche: Olyvia, Kathleen, Cheryl, Cassandra, Sophie, Louise e Grace, talmente diverse l’una dall’altra da sembrare un campionario che racchiude l’intera casistica al femminile e così amiche da vivere tutte nello stesso palazzo. Sono loro le protagoniste della NY Sinners series di Charlotte Lays, ma per chi, come me, non ama serie e trilogie, niente paura: ogni volume è autoconclusivo e, quindi, godibile di per sé senza paure di attese o interruzioni più o meno involontarie.
Apre la serie Lady O, romanzo incentrato su Olyvia Cardoso, un brutto anatroccolo capace di celare al mondo il suo lato più emancipato e intrigante: è lei, infatti, la famosa Lady O, scrittrice erotica e omonima firma di una celebre rubrica letta e seguita in tutta New York, ma solo la sua analista e le sue amiche conoscono il suo alter ego.
Ricca, più che benestante, per i giacimenti di pietre preziose che la famiglia possiede, Olyvia tuttavia non ha un rapporto facile con i suoi familiari: adorata e coccolata dal padre; ignorata il più delle volte, se non derisa, dalla madre, che le preferisce la sorella Olga, più simile a lei per colori e fisicità essendo di origine russa, mentre Olyvia sembra la fotocopia del padre brasiliano. Il ricordo della nonna materna che non c’è più, poi, è una ferita che non si rimargina.
La doppia anima è la caratteristica di Olyvia: impreca in russo e utilizza il portoghese quando si emoziona.
Durante gli anni nel collegio svizzero dove ha conosciuto le sue amiche, Olyvia ha vissuto un’esperienza che l’ha ferita profondamente a causa di un gruppo di ragazzi che le davano il tormento per via del suo peso.
Anche ora che, grazie a un regime alimentare ferreo, massaggi e sport, ha riacquistato il suo peso forma, non ha fiducia nel suo corpo che nasconde sotto abiti informi; ha ventisei anni ed è ancora vergine, perché l’idea di mostrarsi nuda, fisicamente ed emotivamente, la getta nello sconforto quasi quanto l’eventualità di non conoscere il vero amore, come quello letto nelle pagine de Il cavaliere d’inverno della Simons.
“Voglio essere la regina del lago di Ilmen per qualcuno.”
“New York, darai anche a me un amore così?”
Tutto cambia quando Olyvia veste i panni di Lady O: lei è una donna alpha, capace di consigliare le donne e rimettere in riga un uomo con una battuta arguta. Certo, il mezzo è la carta, la magia si produce perché c’è uno schermo tra lei e il mondo, e non è solo quello del pc.
Vittima di un incidente, verrà trasportata all’ospedale poco distante da un medico che faceva jogging nel parco. Una strana carica passa tra i due sconosciuti, qualcosa a metà strada tra la necessità di affidarsi a qualcuno e la volontà di prendersene cura. Un attimo di magia che sembra prossimo a sfociare in un colpo di fulmine: l’uomo si rivela essere un noto neurochirurgo in servizio proprio in quell’ospedale e non ha alcuna intenzione di lasciare che altri colleghi o sottoposti si avvicinino a Olyvia, almeno finché le sue amiche corse in aiuto non riconoscono in Gerard Gordon uno di quei bulli che le davano il tormento da ragazzina.
Cosa succederà, ora, che entrambi sono cresciuti?
“Voglio che mi baci, ma ne sono terrorizzata.
Voglio che vada via, ma anche che mi stringa tra le braccia.
Voglio che continui a parlarmi con quella voce sommessa e vibrante che mi culla e mi incendia.”
Può Olyvia sciogliere il legaccio che annoda la sua anima al passato, permettendole di rinascere e diventare la protagonista della propria vita, finora lasciata in esclusiva a Lady O? E può Gerard curare le vecchie ferite che ha contribuito a formare e meritare, finalmente, un’opportunità? Possono due singoli “io”, così strutturati e abituati a vivere da soli, diventare un “noi”?
“Puoi venire via con me, Liv?» domanda tracciando il contorno delle mia labbra con la lingua.
«No, Gerard. Non posso. Voglio» dico nella sua bocca.”
Lady O è un romanzo che si legge velocemente e con piacere: ben scritto, ben orchestrato, e con un’attenzione alla psicologia dei personaggi, anche secondari, che dimostra quanto l’autrice abbia curato l’intero impianto generale con estrema attenzione ai dettagli.
È una storia tenera, sui traumi che ci portiamo dietro, anche quando la vita non si accanisce, e sulle seconde possibilità in grado di regalare un lieto fine. Se state cercando un libro che faccia bene al cuore per qualche ora: siete incappate nel titolo giusto.
A chi piacerà: alle lettrici romantiche, che non amano particolarmente gli erotici ma non disdegnano momenti carichi di sensualità non spinta, e alle irriducibili che tifano sempre per Cenerentola.
A chi non piacerà: alle lettrici pratiche e pragmatiche che cercano in una storia l’aderenza al reale e alla quotidianità, e preferiscono la verosimiglianza al sogno.
Recensione a cura di:
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