Tra tutti gli ospiti misteriosi che chiamano casa il Santuario, nessuno è più antisociale e riservato di Maxis Drago. D’altronde, è difficile integrarsi nel mondo moderno quando si ha un’apertura alare di quindici metri.
Secoli fa, Maxis è stato maledetto da un nemico che ha giurato di volerlo vedere morto. Un nemico che gli ha preso tutto e lo ha lasciato isolato per sempre.
Ma il destino è uno stronzo con un senso dell’umorismo perverso. E quando gli fa ritrovare dei vecchi nemici e minaccia la moglie che pensava fosse morta da secoli, Max ritorna per vendicarsi.
La New Orleans dei giorni nostri è diventata un campo di battaglia per il più antico dei mali.
E due draghi riusciranno tenere duro, o moriranno tra le fiamme.
DragonBane è l’ultimo uscito della lunga e bellissima serie “Dark-Hunter”. In questo libro finalmente conosciamo meglio Maxis Drago, personaggio accennato in precedenza, ma di cui non sappiamo nulla, se non che appunto è un drago e conduce una vita solitaria nella soffitta del Bar/Santuario gestito dai Peltier.
Maxis è un Drago Katagaria, è il primo della sua specie ed è il Dragonbane, colui che porta sulle spalle il peso della sicurezza dell’intera umanità, ed è per questo motivo che i nemici gli danno la caccia. Scopriamo anche che un tempo aveva una compagna, Seraphina, un’amazzone Arcadica, (destino crudele) dalla quale era stato tradito; Seraphina torna da lui dopo tremila anni chiedendogli un aiuto che lui non potrà rifiutare, un qualcosa che gli darà la forza di lottare e tornare a vivere davvero. Max è un personaggio eccezionale: è forte, leale, coraggioso, molto dolce ed è ancora innamorato della sua compagna, nonostante tutto.
Seraphina è una donna molto forte, una guerriera, in passato ha peccato di ingenuità e si è lasciata condizionare a compiere terribili azioni; sa di aver sbagliato, quindi torna da Max con la speranza di rimediare a tutto, ma non sarà facile.
Non capita spesso, ma questa è una delle eroine che mi è stata più antipatica tra tutte quelle della serie: per fortuna alla fine si fa perdonare e, nonostante tutto, la loro storia d’amore è bellissima. Loro dovranno fare i conti con gli errori commessi in passato, con la fiducia da ritrovare, con i nemici da entrambe le parti, con il destino. Il romanzo si dipana facendoci rivivere i flashback del loro passato, mentre nel presente succede di tutto e di più, come avviene di solito nel mondo dei Dark-Hunter, sempre a causa dei capricci di qualche dio e della sete di potere di qualche nemico. Il libro, poi, si conclude con la minaccia di una guerra imminente. Non voglio fare spoiler, ma c’è qualcosa di importante nella storia di questa coppia che sarà il perno delle decisioni di Max.
Nel libro viene raccontata la storia di Maxis dalla nascita alla sua trasformazione; finalmente viene spiegata bene la nascita dei Were-Hunter Katagaria – creature nate in forma animale che possono trasformarsi in umani – e degli Arcadici, nati umani che possono trasformarsi in animali, nonché della possibilità degli Arcadici di diventare, a un certo momento della vita, Katagaria. Era ora! Credo che per tutti ci sia sempre stata un po’ di confusione riguardo a questo aspetto, ma qui scopriamo che un re e un dio facevano esperimenti sugli animali, per poter sconfiggere la maledizione degli apollinei, pertanto hanno trasformato i figli del re: uno in drago e uno in lupo. E in mezzo a tutto il trambusto viene spiegata la nascita del Dragonbane (Bane significa flagello).
Facciamo anche la conoscenza dei fratelli di Max, Illarion e Falcyn, protagonisti dei prossimi libri e poi ritroviamo vecchi amici tra cui: Acheron, Styxx, Savitar, anche Nick, i Kattalakis, i Peltier e molti altri, visto quello che deve affrontare il loro mondo per aiutare Max. È davvero un libro pieno di azione!
Amo questa serie, amo ritrovare i vecchi personaggi, anche brevemente, e adoro come scrive la Kenyon, ma, a essere onesta, bisogna dire che a ogni libro aumentano i personaggi e ci sono troppi intrecci, troppe informazioni che spesso si faticano a seguire; viene difficile ricordare chi sono i buoni e chi i cattivi, gli amici e i nemici, chi ha fatto cosa. Non parliamo poi del fatto che, negli ultimi due libri, l’autrice si è collegata anche al mondo della serie “Lords of Avalon”, che scrive con lo pseudonimo Kinley MacGregor, e quindi, nella storia ci si trova un po’ di qua e un po’ di là. È un lavoraccio seguirla, ma non fraintendetemi, la adoro comunque!
Diciamo che mi piacerebbe che approfondisse i vecchi personaggi, invece di introdurne sempre di nuovi. Per esempio, solo io vorrei vedere insieme Savitar e Apollymi? E a Simi vogliamo trovare un compagno?
Però, non perdiamo le speranze. Ho letto sul sito della Kenyon che ci sono già i titoli dei prossimi tre libri, come avevo già accennato altri due sui fratelli di Max e poi, udite, udite: Urian. Non vedo l’ora!
Concludendo, nonostante la fatica a seguire tutto l’intreccio, questo libro mi è piaciuto molto: la Kenyon non delude, i suoi romanzi sono sempre un misto di amore, passione, dramma, umorismo e amicizia. Se amate il paranormal, e non l’avete ancora fatto, vi consiglio di iniziare a leggere la serie!
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