Il desiderio ha molte più sfumature del grigio.
In psichiatria si parla di cinque fasi del dolore: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione e accettazione. Quando Dominik è morto, non ho attraversato nessuna di queste. Inizialmente ero sotto shock, ma poi ho capito che la sola cosa che avrei potuto fare era sentire la sua mancanza, ancora e ancora. Desiderare la sua presenza, le sue parole, il familiare tepore del suo corpo nel letto accanto a me quando mi svegliavo nelle fredde mattine invernali e tutti i modi in cui faceva l’amore: la foga con cui mi possedeva e il modo in cui ha lasciato che mi aprissi a lui e ai suoi desideri come non avevo mai fatto con nessun altro uomo. Quella che sto per raccontarvi è la nostra calda, felice, dolorosa storia.
Terminato il romanzo, avevo solo una domanda in mente: ma se i maschietti vanno di fiore in fiore, le femminucce vanno di ape in ape?
Questo romanzo non è un libro erotico, mi ricorda più un giornale scandalistico versione hot. Sono molto delusa, sia a livello di contenuto che di correttezza linguistica. Più di tutto, sono arrabbiata, per non usare un altro termine. Sapere perché? Semplice, chi ha scritto la sinossi deve aver letto un altro romanzo.
Mi aspettavo un libro dove la protagonista ricordava con estremo dolore i magnifici amplessi con il marito, e invece mi ritrovo una protagonista che sì, ogni tanto ricorda il marito e la pratiche (descritte in modo ridicolo) di BDSM in cui si dilettavano insieme, ma come ho detto in apertura, si tratta più di un piccolo fiorellino che apre i suoi petali a tutte le api che incontra.
Dopo il primo momento di smarrimento dovuto alla morte del marito, Summer, la protagonista, si butta a capofitto nel lavoro: è una musicista e solo la musica sembra darle conforto.
All’inizio, ahimè, le prime pagine.
Poi senza un motivo particolare, inizia a concedersi a destra e a manca, senza un briciolo di orgoglio o desiderio. Questo romanzo è tutto concentrato sul sesso, ma non dal punto di vista del Piacere (come il titolo della serie suggerirebbe), bensì da quello “tecnico”, organi sessuali che si incontrano senza che ci sia la minima traccia di sensualità ed erotismo. Puramente atti meccanici.
Mi correggo: dopo le varie api che incontra, Summer è portata su un isola magica dove il mare sa di menta e gli amplessi durano due giorni, questa parte non mi è risultata molto chiara, sembrerebbe che lei, nel mentre, abbia dormito.
Tornata a casa, uno sconosciuto di nome Antony le chiede il permesso di rappresentare a Teatro un’opera letteraria scritta da suo marito, meritevole, a suo dire, di essere conosciuta al grande pubblico. Dopo la prima presentazione, indovinate un po’? Ballano la Mazurka sotto le lenzuola.
Come se tutti questi meri atti sessuali non bastassero, la Signora del Ballo, ovvero la Regina della Rete, ovvero colei che controlla l’isola magica dell’orgasmo infinito, la avvicina e le chiede se vuole fare parte della sua organizzazione, la Rete appunto. Ogni due anni organizzano un party (mentre scrivo party mi viene in mente una vecchia pubblicità con Bonolis e Laurenti in cui quest’ultimo dice “un patti, una fetta”… questa mia sciocchezza vi fa capire come la sensualità sia l’unica cosa non presente nel libro, sembra di trovarsi nello Scary Movie del genere erotico) a base di sesso e musica, e vorrebbero che proprio lei fosse la protagonista trainante dell’evento.
Da qui in poi regna la confusione più assoluta. I pensieri e i sentimenti di Summer non sono chiari, la rappresentazione teatrale a cui inizia a lavorare è oscurata dalle sue attività sessuali e dal finanziamento da parte della Rete della stessa, unificando così il Ballo all’opera del marito. E io mi chiedo che razza di donna possa coniugare il ricordo del marito con la Mazurka di cui parlavo prima; ci fosse un fine da raggiungere, una nuova relazione o qualsiasi altra cosa lo capirei, ma qui, davvero, ne ignoro il senso.
Il carattere della protagonista non emerge, o meglio credo di averlo compreso, ma lascio a Summer l’onere di presentarsi da sé:
«Mi fa piacere», dissi. Morivo dalla voglia di una scopata, ma la notizia del suo ritorno non mi allietò come avrebbe dovuto, perché ero giunta alla consapevolezza che Antony, gli uomini e persino Dominik e la musica non erano abbastanza. Volevo di più dalla vita che limitarmi a vivere, scopare, suonare e sfidare me stessa a oltrepassare barriere invisibili. Ma cosa?
Summer quando l’hai capito, fai un fischio!
Concludendo l’unica cosa che salvo del romanzo è la parte iniziale, quella in cui lei ripensa al marito appena scomparso.
Mi mancavano perfino le cose che faceva e che mi davano fastidio. Quando di tanto in tanto russava. Quando appendeva gli asciugamani alla maniglia della porta invece che al gancio, così che inevitabilmente sarebbero caduti a terra. Quando rifiutava di mangiare l’uva a meno che non fosse senza semi.
….
Più di tutto, però, mi mancava il familiare, solido calore del suo corpo accanto a me nel letto quando ogni mattina mi svegliavo rievocando i modi in cui mi avrebbe fatto l’amore e come mi sarei aperta a lui e ai suoi desideri come con nessun altro prima.
Correggo, non salvo nulla del romanzo, come potere vedere da “i modi in cui mi avrebbe fatto l’amore” è pieno, non solo di refusi, ma di veri e propri errori/orrori.
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