Anni addietro, Caley e Lonan sono cresciuti nella stessa casa-famiglia, a loro modo entrambi isolati dagli altri.
Per Caley quel ragazzo freddo e controllato era un eroe, il suo.
Lei era diversa da tutti, riusciva a leggere negli occhi di Lonan, al di là della maschera di ghiaccio che lui indossava.
Per Lonan quella bambina che gli stava sempre tra i piedi era un uccellino a cui veniva impedito di volare.
Lui era un adolescente con un passato da nascondere.
Oggi Caley è una ballerina.
È riuscita a fare della sua diversità il suo punto di forza.
Oggi Lonan è il sergeant at arms dei Rebels, il Chirurgo.
È giunto il momento di portare a termine la vendetta che aspetta da anni e Caley è solo un danno collaterale.
Ora lui è il suo nemico. Il suo carnefice.
Combattere? Arrendersi? Fuggire?
Cosa fare quando è così difficile separare l’immagine di quel ragazzo da quella di un assassino?
Ora lei è la sua nemesi. La sua fragilità.
Ferire? Dimenticare? Perdonare?
Cosa fare quando lei è la sola capace di distruggere la sua corazza?
Tornano i Bikers del club Rebels’ Hell, con un nuovo volume della serie e una nuova coppia di protagonisti.
Respiro. Termino il libro, che non avevo assolutamente intenzione di finire, chiudo la custodia del Kindle e l’unica cosa cui penso è: devo respirare. Poi, però, mi faccio nuovamente travolgere dalle emozioni e vado a rileggermi tutte quelle citazioni, quelle scene che mi sono rimaste nel cuore. E provo quel senso di vuoto che lascia un bel libro, una volta terminato, perché sembra che la storia ti scivoli via dalle mani e che al tuo fianco non ci siano più dei meravigliosi personaggi, diventati ormai tuoi amici. Però, anche se odio questa sensazione, allo stesso tempo la amo. Perché significa che un romanzo mi ha lasciato molto più di quanto sperassi e, infatti, Ice ne è un esempio perfetto.
Ebbene, Ice è il terzo libro della “Rebels Series”, e vi posso assicurare che anche questa volta Mary Lin non delude. Vi devo avvertire: questa storia va letta con la consapevolezza che si sta per affrontare un amore non tradizionale, ma spietato, che si confonde con l’odio, con la rabbia profonda, con il tradimento, con i sensi di colpa, sfiorando anche delle tinte dark. Dovete essere pronti ad accettare i gesti più crudeli, a perdonarli, a razionalizzarli e a capire che tutto ciò che fanno i protagonisti è una conseguenza del passato. Un passato traditore che ti segna, che lascia la sua impronta oscura e maledetta nel cuore e nell’anima, rendendoti spietato.
Lonan, nei Rebels’ Hell (un gruppo di bikers di Dublino), viene soprannominato il “Chirurgo”, perché non lascia mai trapelare le sue emozioni, il ghiaccio circonda il suo cuore e, grazie a ciò, riesce a essere spietato, a torturare senza alcuna pietà. Fa il “lavoro sporco” macchiandosi ogni giorno di sangue, ma non se ne pente. Ogni volta l’adrenalina scorre nelle sue vene, perché quello che fa è l’unica cosa che conosce.
“Il sangue sgorga, brilla, mentre scorre lungo il corpo, lungo il coltello, lungo le mie mani e le mie braccia. È caldo, è denso, è vellutato. L’odore pizzica le narici ma lo inalo come se fosse la mia energia; oh… forse sono un vampiro anch’io.”
Suo padre, quando lui aveva soli sei anni, gli ha insegnato cosa significasse essere forte, non piegarsi, non mostrarsi deboli e non avere bisogno di nessuno. Tutti ti tradiscono, tutti sono pronti a voltarti le spalle, per questo le emozioni vanno messe da parte. Ed è partendo da questi insegnamenti che, alla fine, impara anche a torturare, uccidere, provando ogni volta soddisfazione.
Crescendo verrà abbandonato in una casa-famiglia e, proprio qui, incontrerà i suoi migliori amici. Ma non solo. C’è una dolce e silenziosa presenza, in quella casa. Una bambina dalla pelle di porcellana e dai capelli bianchi che lo osserva da lontano, lo ammira, e si imbarazza ogni volta che lui le parla. Lonan, per la piccola Caley, rappresenta un eroe. Il suo eroe. Perché vorrebbe che lei affrontasse la vita, uscisse di casa, sentisse i raggi del sole sulla pelle, si divertisse con gli altri bambini. Tutto ciò che Caley ha paura di fare, perché lei è albina e i suoi genitori la crescono in una campana di vetro, rendendola debole e insicura.
Caley è ossessionata da Lonan e, anche se piccola, se ne innamora perdutamente. Questo amore la porterà a commettere degli sbagli, degli errori imperdonabili. Segnerà la vita di Lonan, senza che lui lo sappia.
Ma le cose poi cambiano. Dopo tanto tempo, dopo anni di lontananza, Lonan decide che è arrivato il momento di vendicarsi di coloro che lo avevano ospitato nella casa-famiglia: i Lynch. I genitori di Caley, crudeli ed egoisti nei confronti dei bambini che avevano in carico, nei confronti di Lonan e dei suoi migliori amici.
Lonan, allora, mette in mostra il suo lato spietato, tortura e uccide. È soddisfatto di se stesso, della vendetta che ha portato a termine, del dolore che ha inflitto. È soddisfatto dello sguardo accusatorio di una Caley più grande, più bella, più ribelle.
Ribelle.
E saranno proprio la ribellione e il disprezzo di Caley a mandarlo a tappeto, a confonderlo e a renderlo ancora più spietato.
“Ho torturato numerosi uomini, ne ho uccisi altrettanti, e mai, mai una volta nella mia vita, ho provato qualcosa. Che sia agitazione, che sia esitazione o colpa, o anche rimpianto. Mai, mai nella vita ho provato qualcosa. Gelido, dicono di me. Mi chiamano il Chirurgo. Ma adesso… stringo i denti e tento di ritrovare la mia freddezza. Non devo farmi travolgere dalla rabbia, non devo farmi offuscare i sensi dall’eccitazione.
Freddo. Devo essere freddo.”
E a questo punto vi direi di fare un profondo respiro, di permettere al vostro cuore di proteggersi diventando proprio di ghiaccio, e di leggere con una mentalità aperta, senza essere pronti a giudicare. Perché i protagonisti di questo romanzo non si meritano nessun giudizio, vanno compresi, studiati fino in fondo, dato che moltissime informazioni verranno rivelate pian piano. E proprio quelle informazioni vi faranno rendere conto che siete irrimediabilmente innamorati sia di Lonan che di Caley, e che tifate per questo “amore tormentato”.
Lonan non crede di essere capace di amare, ma in realtà è capace di provare molto di più. Un amore che va oltre quello tradizionale. Lui ama in modo più profondo, più spietato, nel modo più folle possibile.
Caley, invece, fin dall’inizio sa ciò che prova, ma lei si rende subito conto che questa strana relazione, questa OSSESSIONE, questa chimica tra di loro è sbagliata. Per milioni di motivi che dovrete scoprire solo leggendo.
“C’è stato un momento, un respiro, un movimento particolare, che mi hanno fatto sentire vicina a lui. Un contatto, uno scambio di sguardi, una mano sulla schiena, i battiti dei nostri cuori, il silenzio doloroso, mi hanno fuso a lui. Ho sentito ciò che lui sentiva. Ho provato ciò che lui provava. La nostra tristezza, il nostro rammarico, le nostre colpe, sono divenute un tutt’uno.”
E qui mi fermo, perché questo romanzo, a differenza di Fire, è ancor più colmo di avvenimenti, è più carico di sentimenti, e per questo potrei davvero lasciarmi trasportare e raccontarvi tutta la storia. Ma non posso, e non voglio, perché questo romanzo è davvero una sorpresa. Va goduto fino in fondo, soprattutto perché ritengo che nei capitoli finali Mary Lin da davvero il meglio di sé. È riuscita, ancora una volta, a farmi provare milioni di emozioni e a commuovermi. E c’è una frase del libro che spiega la storia alla perfezione:
“Una continua lotta tra il bisogno viscerale di distruggerci e la paura di annullarci.”
E adesso ritengo di essere assolutamente dipendente dei Rebels, per questo la mia domanda finale è: allora, Mary, a quando il prossimo libro!?
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