“Mai cominciare quello che non puoi terminare.”
Lilian Leroy è cresciuta all’ombra di sua sorella.
Non ha mai dovuto assumersi alcuna responsabilità e non ha mai dovuto combattere per nulla.
Ma ora le cose sono cambiate.
Abigail Leroy è sopravvissuta all’inferno.
Il suo corpo ha trovato il modo di tornare a casa, ma il suo cuore è rimasto prigioniero dell’amore velenoso che Dmitry Kozlov ha instillato dentro di lei.
Desidera giustizia. Pretende vendetta.
Ed è per questo che impone a Lilian di fare una scelta.
Esistono diverse strade per arrivare a uno stesso obiettivo, ma tutte paiono passare attraverso la persona più pericolosa.
Quella che possiede il nostro cuore.
Quella che ci viene chiesto di distruggere.
Sagara è tornata! Avevo letto il primo libro della trilogia e mi aveva conquistata a metà, ma avevo sospeso il giudizio perché magari ero io in un periodo nel quale preferivo altri tipi di letture, a volte capita.
Poi ho letto il secondo e la coppia composta da Abbie e Dmitry mi ha conquistata, lui con la sua freddezza, lei con le sue paure celate dietro una maschera prossima a cadere. Questo mi ha spinto a voler conoscere meglio lo Squalo e a sapere chi avrebbe vinto nell’intreccio creatosi.
Questo terzo libro l’ho iniziato ieri sera e l’ho divorato, non riuscivo a smettere di leggerlo. Ho amato Sergej alla follia, simpatizzato per Dmitry, compreso meglio il rapporto tra le due sorelle, anche se un filo di dialogo in più non avrebbe guastato, a mio parere.
Ho avuto quasi un mancamento sul finale, odiando in maniera irriducibile Petyr.
In questo ultimo capitolo della serie, vediamo Dmitry, Sergej, Ruslan e Petyr muoversi come pedoni su una scacchiera, li osserviamo giocare una partita iniziata tanti anni prima, e fermamente motivati a vincerla. Ognuno motivato da obiettivi diversi: chi vuole vendetta, chi la libertà, chi una donna e chi un’azienda. Dmitry per quasi tutto il libro rimane un enigma, freddo e implacabile, ma sappiate che alla fine anche lui avrà la sua nemesi.
«Siamo arrivati al momento della verità, Ioann, e non mi accontenterò di meno che della resa totale. Sentirti dire che sono il tuo padrone non mi basta. Voglio di più. Voglio un atto di completa sottomissione.» Le voci dei ragazzi che Petyr aveva distrutto gridavano nella mia testa. La mia voce gridava nella mia testa. Lilian mi aveva implorato di restare me stesso, ma la verità è che a nessun uomo spezzato è concesso di tornare lo stesso di prima, nemmeno se a ricucirlo è l’amore della sua vita.«Cosa vuoi che faccia?» sentii la mia voce domandargli. Petyr mi sorrise. La sua mano si appoggiò sulla mia spalla. Divenne pesante. Sempre più pesante. Finché non mi ritrovai inginocchiato davanti a lui. Affondai nel fango. Sempre di più. Chinai il capo, mentre dentro di me bruciavo d’odio e vergogna. Resta te stesso. Ma la mano di Petyr mi accarezzava il volto. Resta te stesso. Il suo pollice si fermò sull’angolo della mia bocca. Premette forte, per costringermi ad aprirla. Io non volevo. Serrai i pugni così forte da sentire la unghie conficcarsi nella pelle. Desiderai morderlo, ucciderlo, sventrarlo, staccargli un pezzo di carne alla volta. Tuttavia restai immobile. Resta te stesso. Sopravvivi. Fallo per lei. Petyr si lasciò sfuggire dalle labbra un suono osceno. Sentii un conato di vomito assalirmi lo stomaco, mentre quel dito premeva e premeva sul mio labbro. Lasciai che la mia mente andasse altrove. Immaginai di scattare in piedi e assalirlo. Vidi il suo corpo così come l’avrei voluto guardare: disteso nel fango, la gola tagliata di netto, il sangue che sgorgava a fiotti. Avevo ancora un coltello nascosto addosso. Ucciderlo sarebbe stato semplice, per me. Solo che non potevo farlo. Non subito.
Sergej è sempre più fra due fuochi, vuole essere libero, ma nello stesso tempo è un uomo d’onore, quindi tenterà di non scegliere la via del tradimento, vuole solo proteggere Lilian.
I rapporti tra le due sorelle si fanno sempre più tesi. Lilian si rende conto di avere bisogno di aiuto nella gestione dell’azienda, se vuole sperare di arginare Petyr, per cui chiede supporto a Abbie che glielo concede, nonostante non approvi la fiducia che la sorella ripone in Sergej.
Per innumerevoli anni avevo raccontato a me stesso che Ioann era morto la notte in cui era nato Sergej. Non era così. Anche se avevo fatto di tutto per eliminarlo, Ioann era rimasto dentro di me; come le braci di un fuoco pronto ad alimentarsi e tornare più forte al primo soffio di vento. Lilian era stato quel soffio di vento. Un bacio alla volta aveva riportato alla luce l’uomo che ero stato prima di incontrare Petyr Smirnov, fino a rendermi consapevole del fatto che c’erano due personalità dentro di me, diverse e inconciliabili. C’era Sergej, l’assassino che voleva vendetta. E c’era Ioann, che rivoleva la vita che gli era stata strappata. Non potevo accontentare uno dei due senza uccidere l’altro, ma non potevo nemmeno scegliere.
Questo libro ti tiene incollata alle pagine. Sagara riesce a mescolare abilmente le carte e creare colpi di scena strepitosi, per cui non si riesce a smettere di leggere. Ci si immedesima nei personaggi e si parteggia per loro, vivi sulla tua pelle il loro dolore, la paura, la rabbia, la passione, il desiderio, l’indecisione e l’odio.
Cosa posso dire ancora? Solo leggetelo, merita.
Brava Sagara.
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