Nell’oscurità più densa può nascondersi la vera passione
Sei viva, respiri, provi a muoverti, ma non puoi. Sei legata in un letto e non ricordi cosa sia successo.
Cosa proveresti se ti svegliassi imprigionata? Cosa faresti se la tua prima immagine fosse quella di Amir Shakib? Questo è ciò che accade a Lena Morozov, prelevata con la forza dal Settore Zero per portare a termine una missione a lei sconosciuta. Amir Shakib è pura oscurità, è marcio dentro, conosce il dolore, ma non lo sente più. Nessuno meglio di lui è capace di isolare le emozioni, annientare un’anima, sbriciolarla tra le dita e ricostruirla a sua immagine. Così le vite di Lena e Amir si incrociano. Lui è il suo Maestro e lei è la sua allieva. Lei cerca di resistere, lui deve spezzarla. Ma quando Amir riesce a entrarle nella mente, Lena non si aspetta di dover combattere anche contro la brama oscura, il desiderio di avvicinarsi al proibito, a colui che distrugge qualunque cosa tocchi. Lena sa che è sbagliato, ma ne è attratta; Amir sa che non deve, ma vuole. Insegnarle a sopravvivere sarà l’obiettivo, tenerla con sé l’unico desiderio.
«Esprimi un desiderio e fa’ che coincida con il mio.»
Sospiro.
Sospirare è tutto quello che posso fare dopo aver letto un libro di Marilena Barbagallo.
In realtà Uno sconosciuto accanto a me lo avevo già letto in versione self publishing, ma ho colto l’occasione della pubblicazione con la Newton per poterlo rileggere.
Quando leggo più volte un romanzo ho sempre paura che non mi dia le stesse sensazioni della prima volta, eppure con questa storia non è così. Fin dal prologo sento sempre quella patina oscura e dolorosa posarsi sulla mia pelle, penetrare e arrivare al cuore, stringerlo in una morsa fino alla fine del libro.
La fine. Quella che ti lascia con il fiato sospeso e ti fa desiderare di volerne di più, perché non ne hai mai abbastanza.
Quando un’autrice è brava e sa farti provare le stesse emozioni dei personaggi, non vorresti mai smettere di leggere.
Amir e Lena, i due protagonisti di questa storia sorprendente, avvincente ed erotica, una volta che conquistano non si fanno dimenticare facilmente. Soprattutto, non fanno dimenticare le sensazioni provate grazie alle loro parole e interazioni.
Con uno stile fluido e d’impatto, la Barbagallo ci fa immergere in una storia innovativa.
Ci porta al Settore Zero che si trova a Kabul, un luogo colpito dalle bombe e dalla malvagità umana.
Schiudo le labbra, sospiro, sto cercando di calmarmi. Se lui si irrigidisce, io mi rilasso.
“Devi temermi.”
“Io non ti temo.”
E adesso non lo guardo più, adesso lo colpisco. Proprio quando stabiliamo una strana connessione, entrambi, intuiamo che ci siamo appena presentati.
«Bentornata tra di noi, Lena Morozov» fa un passo verso di me «Il mio nome è Amir Shakib.»
«Chi sei?»
«Il tuo Maestro.»
Il Settore Zero ha un compito, e sarà proprio Lena a doversene fare carico, senza possibilità di scelta. Ma prima dovrà essere spezzata e annullata, ridotta all’obbedienza da un uomo oscuro e pronto a tutto: Amir Shakib.
Amir è violento e insensibile. È oscurità, e ha conosciuto solo la sofferenza e il dolore. Ha messo da parte la debolezza e ha imparato a usare la rabbia, la violenza, per proteggersi e avere la meglio sugli altri.
Ma nell’oscurità che lo avvolge, arriverà una flebile luce a fargli provare qualcosa di sconosciuto, qualcosa che non credeva possibile provare.
C’era una volta il dolore.
Ora non esiste più.
C’era una volta un bambino.
No, non c’è mai stato.
Amir Shakib è un uomo complesso e si prende quello che vuole.
Lena Morozov all’inizio è una donna indifesa, ma diventerà forte e coraggiosa. Imparerà a sopravvivere proprio secondo le regole di Amir.
Entrambi non si arrenderanno, combatteranno tra di loro facendosi sanguinare ed eccitare a vicenda. E durante questa vera e propria guerra si leggeranno negli occhi, rivedranno se stessi nell’altro e si stupiranno di ciò che alla fine proveranno.
Ogni interazione sfocia in una battaglia erotica e, insieme alle tante scene che si susseguono, tengono alta l’attenzione. Non annoiano mai e fanno venir voglia di leggere fino a quando non si arriva alla parola fine.
Quando iniziate questo libro spogliatevi di qualsiasi certezza e convinzione. Liberate la mente, apritela, non abbiate pregiudizi. Godetevi ogni frase, ogni discussione, lasciatevi trasportare al Settore Zero e dagli insegnamenti di Amir Shakib. Insegnamenti che lasciano un segno indelebile sia in Lena che in noi.
E ricordate che questa non è solo una storia d’amore.
È una storia di sopravvivenza, di dolore e rivincita. È molto più di quello che potrebbe sembrare e rende il libro appetibile per chiunque, soprattutto per chi apprezza un pizzico di azione e mistero.
La fine ci lascia con tantissima curiosità e anche sofferenza, e ovviamente io sono impaziente di poter leggere il continuo che spero non si farà attendere troppo.
Nel frattempo faccio i miei più sentiti complimenti a un’autrice italiana che sono certa ci sorprenderà ancor di più con i suoi prossimi libri.
E io non vedo l’ora di leggerli tutti.
Editing a cura di:
Oggi vi parlerò di un libro che avevo già letto qualche tempo fa, quando l’autrice lo aveva autopubblicato col titolo di Oscuro, e che ho riletto con vero piacere in questi giorni. Cos’è questo romanzo? Questa la prima domanda a cui cercherò di rispondere. Lo si potrebbe classificare in maniera semplicistica come dark romance, ma non sarebbe del tutto esatto, oppure come erotic suspense, e in questo modo mi avvicinerei di più, senza però centrare del tutto la questione. Perciò spazzo il campo dalle etichette e vi dico la mia: ci troviamo davanti a una commistione ben dosata ed equilibrata di generi. La storia è in parte dark ed è presente ben poco romance; vi è una forte componente erotica, pur non essendo l’elemento principale di base, ed elementi di suspense perché certe cose verranno svelate un po’ alla volta. Forse sbaglierò, ma ricorda una spy story con una parte importante, ma non prevalente, di eros.
La parte iniziale del libro attiene sicuramente all’anima dark: una ragazza viene seguita, poi rapita e si risveglia legata a un letto – classico cliché del dark romance penserete voi, e avreste ragione – ma subito dopo si imbocca tutt’altra strada.
Cerca i miei occhi e io, non so con quale forza, glieli concedo. «Benvenuta nel Settore Zero. Benvenuta a Kabul. Benvenuta in Afghanistan».
E ancora:
«Questo è il Settore Zero, le viscere della terra, la patria dei Servizi Segreti Deviati. D’altronde…», mi guarda con l’aria da maniaco. «Qui siamo tutti un po’ deviati».
Lei è Lena “l’allieva”, lui Amir “il maestro”.
Il compito di Amir è quello di addestrarla a essere una spia, ma per riuscirci deve prima distruggere ciò che Lena era, ricostruirla come nuova persona, svuotarla di tutto per riempirla poi di ciò che le occorre per portare a termine la missione che le verrà assegnata.
Ho solo tre mesi per renderla tale e quale a me, ho solo un centinaio di giorni per spogliarla di tutte le sue certezze e farle un’endovena di nuovi concetti.
Esiste un validissimo motivo per cui Lena, fra tutte, è stata scelta per questo compito, ma non vi svelerò quale sia, lasciando a voi il piacere di scoprire poco a poco il perché. Posso dirvi però che l’intreccio vi catturerà dalla prima all’ultima pagina, fornendovi alcune fondamentali risposte e lasciandovi con altrettanti interrogativi, e con l’esigenza di sapere come si evolverà l’intera intricata vicenda.
Il rapporto che fin da subito si instaura fra Lena e Amir è ambivalente: dal primo momento in cui i loro sguardi si incrociano i due sono capaci di parlarsi con gli occhi, e questa cosa lascia entrambi turbati e perplessi, in particolare Amir, che nasconde dietro ai modi da psicopatico un mondo di dolore, di traumi irrisolti che ne condizionano tuttora l’esistenza. Lena, dal canto suo, da ragazzetta sbiadita quale sembra inizialmente, si rivela forte e piena di carattere, capace di reagire con determinazione alla situazione pericolosa, e surreale, in cui si ritrova. Dopo aver compreso che ogni ribellione sarebbe vana e che non esiste possibilità di fuga, decide di impegnarsi con tutta se stessa nell’addestramento con Amir, contro cui sfoga tutto l’odio, il rancore e il profondo senso di ingiustizia per quello che le è stato fatto.
Se intende avvelenare la mia mente, glielo lascerò fare. Io sarò come un serpente che possiede il suo stesso veleno e che ne è immune. Farò come i pitoni, prenderò le misure della mia vittima, giorno dopo giorno, standogli al fianco, fino a quando non sarò pronta a divorarlo.
…….
Seguirò le diposizioni del Settore, mi adatterò, imparerò ciò che devo sapere, obbedirò ad Amir, sarò il suo riflesso e poi lo distruggerò. La sua opera d’arte uscirà dal suo quadro e gli si rivolterà contro.
Ma Lena è anche l’unica in grado di vedere il vero Amir, oltre la maschera di guerriero freddo e vuoto, e le serve poco tempo per comprendere che, tutti i patimenti e le sofferenze cui viene sottoposta, non sono niente rispetto a ciò che lui stesso deve aver subito per diventare così, per imparare che l’unica cosa davvero importante è sopravvivere.
Immagino Amir come l’unico appiglio, il punto di riferimento in questo oceano gelato, dove tutto e tutti sono inaffidabili, finti, opportunisti. Ma in questo sottosuolo corrotto, Amir è stato l’unico vero e sincero. Brutale, violento e crudele, ma sempre e solo autentico.
Amir è un protagonista complesso, imperfetto, deforme, e non riuscirete a fare a meno di amarlo proprio per questo, così come non ci riuscirà Lena che, mentre si lascerà smontare pezzo per pezzo lottando per rimanere ancorata a un briciolo di umanità, proverà ad aggiustare lui, a rimontarne i pezzi, prima mettendolo di fronte alle sue fragilità e poi sfidandolo ad andare oltre. Un confronto continuo e reciproco che darà frutti inaspettati.
Il libro presenta il doppio pov, che ci porta nella mente e nella personalità dei due personaggi principali, ma conosceremo anche tutta una serie di comprimari che fanno parte della storia. Penso che alcuni di loro saranno approfonditi in seguito e, secondo me, avranno un ruolo importante nel secondo volume, in cui tutti i nodi dovranno venire al pettine. La scrittura della Barbagallo è limpida, pulita, elegante, scorrevole e, allo stesso tempo, carica di emotività. Le faccio i miei complimenti per la sua crescita, sia a livello di intreccio che stilistico. Ai miei occhi di lettrice esigente si era già rivelata come dotata di un forte potenziale ai tempi di Krum, ma credetemi se vi dico che in questo romanzo c’è tanto di più. Non mi resta che attendere la conclusione della storia, nella speranza che sia da applauso. C’è una sola cosa che non ho trovato convincente e che mi ha fatto storcere un po’ il naso (durante le scene più spinte), ma ci passo su perché è davvero un particolare rispetto alla valutazione del libro nel suo complesso.
C’era una volta il dolore.
Ora non esiste più.
C’era una volta un bambino.
No, non c’è mai stato.
Dopo aver mangiato colpi, polvere, sangue e lacrime, mi ritrovo nel mio letto e mi addormento sulle lenzuola macchiate di rosso. Il sangue diventa la mia visione preferita. Il sangue diventa la mia forza. Più sanguinerò, meno farà male.
Editing a cura di:
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