Cosa succede quando una ragazza si innamora proprio dell’ultimo uomo al mondo che dovrebbe desiderare? Jordan non aveva un posto in cui andare quando Pike l’ha accolta in casa. E Pike è stato sempre gentile e premuroso. Per la prima volta dopo tanto tempo, lei si è sentita al sicuro. Jordan sa bene che lui, anche se non lo dice, vuole proteggerla. Lo vede nei suoi occhi la mattina, a colazione. E quando lui rientra, la sera, Jordan sente il cuore battere più forte. Ma sa che deve smetterla di pensare a lui. Perché Pike è libero, ma lei è impegnata. Pike l’ha accolta nella sua casa, cercando di rendersi utile. Ma non poteva immaginare che le cose sarebbero diventate così complicate. Pensa continuamente a lei e ogni volta che si incrociano in corridoio rimane senza fiato. Ma non può avvicinarsi, dovrebbe togliersi quel pensiero dalla testa. Eppure più passa il tempo e più Jordan diventa parte di lui. Una parte che non sarà mai libero di amare. Non perché ha solo diciannove anni. Ma perché è la ragazza di suo figlio.
Questo è un romanzo in cui lo sfondo è la provincia americana, quella dei contrasti stridenti: villette con giardino e case-roulotte, adolescenti e gravidanze precoci, bollette da pagare e prestiti scolastici, bar dai pavimenti sporchi e squallidi strip-club, rimpianti e desiderio di affermazione…
Dimenticate le luci sfavillanti delle metropoli, i ristoranti alla moda e i miliardari sexy e cupi, le giovani donne in cerca di guai con un tetto sulla testa, il tacco 12 e l’ultima borsa griffata, qui c’è un vero spaccato dell’America marginale, l’ossatura contorta e potente del gigante. Nel bene e nel male.
Ed è in questo contesto che scopriamo la protagonista, una delle migliori che mi sia capitata negli ultimi tempi: giovane, dolce, buona, trasparente, viva… Una donna che vuole un futuro di cose semplici e belle, che ha fiducia nel futuro, che crede nei sogni, sebbene siano tutti da costruire, da conquistare con fatica e in solitudine.
La solitudine è il filo rosso che lega i protagonisti: si annusano, si comprendono, si innamorano. Ma la provincia, si sa, fa paura. Tutti si conoscono, tutti vedono, tutti sanno chi sei, chi sono i tuoi familiari, tutti giudicano. E questo amore è, nella morale comune, proibito.
Inoltre, la ragione per cui Jordan e Pike vivono nella stessa casa è che lei è la ragazza di suo figlio. Un figlio avuto da giovanissimo, per il quale Pike ha rinunciato ai suoi sogni:
– Un giorno mi sono reso conto che stavo solo attendendo che la mia vita, la mia vera vita, cominciasse. E invece era già cominciata e non me ne ero nemmeno accorto.-
Ho apprezzato moltissimo il fatto che questo non sia un romanzo erotico, che non ammicchi a situazioni scabrose e basta. L’approfondimento psicologico è dominante e una sottile e tenace sensualità pervade tutta la storia, fino alla fine. La necessità assoluta dei protagonisti, sebbene per ragioni diverse, è amare. Con convinzione, trasporto, dedizione assoluta. Si studiano, si attirano, si respingono, temono, sperano, in una danza di lacrime e sorrisi, tenerezza e rabbia, e, alla fine, vincono:
– Una nave nel porto è al sicuro, ma le navi non sono costruite per quello.-
C’è un barattolo dei sogni, cartoncini colorati, legati stretti con un filo dorato, sono sogni di ragazza e Pike prenderà una decisione. La decisione che cambierà la sua vita.
Soffia sulla candelina, Birthday Girl, i tuoi desideri saranno realtà.
Editing a cura di:
Quando ho saputo che sarebbe stato pubblicato in italiano un forbidden della Douglas, ho subito pensato “questo romanzo deve essere mio”, per due motivi: uno, perché amo come scrive la Douglas, due, perché è molto raro che traducano un forbidden romance, o forse è raro anche solo che se ne scrivano, col rischio di toccare argomenti e situazioni tabù, che dividano di netto il gradimento dei lettori. Mi aspettavo quindi un romanzo ben scritto ma che presentasse scene e situazioni scabrose, e invece nulla di tutto questo ho trovato in lettura.
Quel che ho trovato, e spero troverete anche voi, è una storia verosimile e convincente, senza eccessi, senza morbosità, equilibrata, perfettamente calata nell’ambiente in cui si svolge, e soprattutto che indaga a fondo nell’animo dei personaggi, facendoci sentire, assieme a loro, tutti i passaggi psicologici che essi vivono dal prologo all’epilogo, i dubbi, le speranze, i timori, i rimpianti o le piccole gioie.
Una storia i cui eventi maturano pian piano, intensa e profonda senza alcun bisogno di sensazionalismi o colpi di scena a effetto, e che ciò nonostante non annoia mai, anzi tiene incollati alle pagine, da cui fuoriesce un chiaro e acuto spaccato di vita di provincia, una provincia americana lontanissima dalle luci delle metropoli e dai grandi sogni di fama, soldi e prestigio. Una provincia in cui tutte le tipologie umane sono rappresentate, con le loro qualità e le loro miserie.
E soprattutto un padre, Pike, ancora giovane, che da ragazzo ha commesso un errore, ma non è fuggito dalle sue responsabilità. Un padre che ha accantonato i divertimenti tipici di quell’età e i suoi sogni futuri, per rimboccarsi le maniche e dare al figlio tutto ciò che gli era possibile, facendo due lavori e prendendosi cura del piccolo a casa, nelle ore in cui avrebbe dovuto riposare, mentre la madre, ragazza immatura ed egoista, usciva ancora a divertirsi. La tipica situazione in cui due persone incompatibili e che hanno sempre meno in comune si lasciano e una delle due si vendica mettendo il figlio contro l’altro genitore, riempiendogli la testa di bugie e usandolo come arma di ricatto. A tal punto che il ragazzo, Cole, ora diciannovenne, a stento parla col padre, diviso fra l’amore per la madre e i dubbi sui presunti errori paterni, aggravati dalle proprie insicurezze.
In questo quadro precario si inserisce Jordan, la ragazza di Cole e sua coetanea dal punto di vista anagrafico, ma molto più matura di lui, per aver dovuto crescere e responsabilizzarsi in fretta pur di emanciparsi da una condizione familiare fatta di abbandono e trascuratezza. Una ragazza indipendente e solitaria, che coltiva sogni apparentemente semplici e basilari: avere una casa, riuscire a pagare le bollette, completare gli studi, essere importante per qualcuno, qualcuno che si prenda cura di lei con la stessa sua sollecitudine, e che la veda, la senta, la comprenda, la consideri.
Mi piaceva cucinare per Cole. Esserci per lui. Più di quanto mia madre facesse per mio padre. Tenere pulita la casa – be’, l’appartamento – e vederlo sorridere ogni volta che gli rendevo la vita un po’ più semplice e mi assicuravo che avesse tutto ciò di cui aveva bisogno. Però negli ultimi mesi tutto questo è diventato a senso unico.
Ed è in una notte in cui Cole dimentica di andare a prendere Jordan al lavoro, che due solitudini si incrociano, in un cinema che trasmette vecchi film anni ’80, e si riconoscono, scoprendosi simili, pur senza sapere nulla l’uno dell’altra. Quella notte, che coincide col compleanno di Jordan, Pike accende un fiammifero per farle esprimere un desiderio, non sapendo che per Jordan quello sia un gesto importantissimo, legato a un suo personale rituale:
Mi piego sul tavolo, chiudo gli occhi, faccio un respiro e come ogni giorno prego: Fa’ che domani sia meglio di oggi. Soffio, la spengo e sento quasi subito l’odore pungente del fumo che dallo stoppino si alza in aria. È sempre lo stesso desiderio. Ogni singola candela. Ogni singola volta. Una vita da cui non voler mai prendere una vacanza. Questo è ciò che desidero.
Quando per l’incuranza di Cole, i due ragazzi vengono mandati via dall’appartamento che avevano in affitto, Pike si offre di ospitarli. Giorno per giorno, mentre Cole si allontana sempre più da Jordan, tra lei e Pike nasce una intesa fatta di piccole cose, di piccole premure, di comprensione e comunicazione che va al di là di quella verbale. Il trentottenne Pike, che conduceva una vita piatta e senza gioia, ricomincia a scoprirsi ancora in grado di ridere e sognare e guardare avanti con passione e ottimismo. E con la complicità arrivano anche altri sentimenti, sempre più potenti, e il desiderio di possedersi, di rivendicarsi, ma ciò non è possibile, e non solo per la notevole differenza di età, ma per il legame tra Cole e Jordan, anche se nel frattempo i due ragazzi si sono separati, a causa dei tradimenti di lui. Pike è pieno di sensi di colpa, diviso tra l’amore per suo figlio e ciò che prova per questa ragazza, e sa di dover rinunciare a lei, ma è così difficile quando ci si trova davanti alla propria anima gemella, perché è davvero questo che Jordan è per lui. Qualsiasi cosa lui faccia, dovrà strappar via da sé un pezzo del suo cuore e della sua ritrovata anima.
Prendimi.
Aspetto.
Sono tua. Allunga le mani e prendimi.
Ma non lo fa. Rimane lì, e sento le lacrime che mi bruciano gli occhi mentre incombe su di me, immobile.
Riluttante.
Mi sta spezzando il cuore.
E io mi fermo qua, col timore di avervi detto anche troppo. Non sono riuscita a essere più sintetica, questo romanzo l’ho sentito talmente, da soffrire e gioire assieme a Jordan e Pike. Ultima informazione, forse superflua a questo punto, poi vi lascio alla lettura del libro e spero lo gradiate quanto ho fatto io: non aspettatevi un erotico, ma un romance con tanto approfondimento psicologico, intriso di una latente ma costante sensualità.
Editing a cura di:
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