♦ Traduzione a cura di Francesca Giraudo
Quixote Translations, acquistabile qui ♦
Pete sa che Damon si vendicherà ed è pronto ad accettare la sua punizione. Ma quello che ha escogitato Damon, non è ciò che Pete si aspettava…
Aspettavo con ansia di poter leggere il terzo racconto di questa serie, ma Tantalus stavolta è riuscita veramente a sorprendermi. Mi aspettavo un altro racconto erotico, puro e semplice, invece mi sono trovata di fronte a un inaspettato passo avanti in questa particolare relazione.
Non sai cos’ha programmato. Dai su, parliamo di Damon, cazzo. Lo stesso Damon che mi ha lasciato cuocere a fuoco lento per tre cazzo di settimane. Un minuto ero inginocchiato accanto al mio letto, aspettando che l’ira di Damon scendesse su di me, pregustandomi la vendetta malvagia e sconcia che doveva avere in mente per quello che gli avevo fatto, e poi? Gli è squillato il telefono, si è alzato e ha raccolto i vestiti dalla sedia, dove glieli avevo lasciati, ed è uscito dalla porta. Ho aspettato il resto della giornata che mi cadesse addosso l’ascia, ma non è successo nulla. Poi ho trovato il messaggio che mi ha lasciato nella cassetta della posta, nel quale mi diceva se potevo bagnargli il prato, dato che sarebbe andato via per un po’.
Dovevo bagnargli il suo cazzo di giardino? Sul serio?
Pete freme nell’attesa della punizione che sicuramente Damon gli infliggerà dopo quello che ha fatto l’ultima volta che si sono incontrati, ma dopo averlo fatto aspettare a lungo, Damon non fa altro che portarlo a una cena di famiglia.
Pete come me è piuttosto sorpreso da questo cambio di direzione nella loro storia, che apparentemente era di solo sesso, ma che forse sta diventando qualcosa di molto più profondo.
Mi condusse fuori dalla cucina, nel ristorante, dove un pianoforte suonava in sottofondo alle chiacchiere dei clienti seduti ai tavoli a lume di candela. La delusione si fece strada dentro di me mentre camminavamo in mezzo ai tavoli. Un cazzo di ristorante.
Un po’ troppo per un club bdsm.
A quanto pareva, l’unica opzione per quella sera era la cena.
Cena? Che cazzo divendetta era?
Arrivammo alla reception dove un angolo stretto mostrò una scalinata coperta da un tappeto rosso, in cima alla quale c’era…
Damon, appoggiato al muro, con lo sguardo puntato su di me.
Naturalmente stiamo pur sempre parlando di un erotico e dopo la cena non mancherà la parte hot, molto diversa da quella dei racconti precedenti; è sempre estremamente sexy e mai volgare, ma tutta la scena è molto più romantica e ci lascia intendere che il loro rapporto stia evolvendo in qualcosa di diverso e più profondo.
Mi appoggiò una mano sulla pancia mentre con l’altra riprese ad accarezzarmi l’erezione, con movimenti piacevoli e lenti, come se avesse tutto il tempo del mondo. Quando si spostò verso l’alto per strizzarmi un capezzolo, mi lasciai sfuggire un gemito. Damon rise e infilò una mano nelle mutande per stringere le dita attorno al mio uccello.
Cazzo, era bellissimo. Le sue mani su di me mi eccitavano e, mentre lo guardavo toccarmi, vedevo il mio viso arrossire, le mie labbra socchiuse e lo sguardo appannato nei miei occhi. Damon mi baciò una spalla e tolse la mano dalle mie mutande.
Avrei voluto urlare No. Non fermarti.
«Occhi sullo specchio,» disse a bassa voce. «Guarda.»
Il racconto è breve, quindi non posso dirvi di più, ma come tutti i libri di questa bravissima autrice è ben scritto e devo dire anche ben tradotto, i personaggi cominciano a essere maggiormente caratterizzati e la storia inizia a prendere forma con una svolta veramente interessante.
Non vedo l’ora di avere il prossimo racconto della serie tra le mani per scoprire come evolverà ancora questa particolarissima relazione.
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