Continua l’avanzata vittoriosa di Annibale verso Roma. Nonostante abbia perduto le invincibili amazzoni, profondamente segnate dalla sparizione di Amistad, il condottiero di Cartagine cerca nuove alleanze tra il popolo celtico, l’unico che può sostenerlo nella sua conquista, e il suo cuore continua a pulsare d’amore per Castalia, la silenziosa guerriera dai capelli color ruggine rimasta al suo fianco.
Intanto, una nuova profezia si affaccia all’orizzonte e un nuovo mistero sta per essere svelato: una bambina avrebbe dovuto essere pronta per l’arrivo del corvo. Per lei si fonderanno insieme l’amore del passato e quello del presente e da lei sorgerà una nuova discendenza, il cui compito sarà volare più in alto dell’aquila.
«Io amo questa donna e farò tutto ciò che in mio potere per proteggerla, e se questo vorrà dire affrontare Roma da solo, lo farò».
Il romanzo breve, spin off di “Amistad la figlia della luna”, si concentra sul personaggio di Castalia, la misteriosa amazzone muta che abbiamo già imparato ad amare nel romanzo principale.
Castalia ha deciso di seguire il suo cuore e accompagnare Annibale, l’uomo che ama, nella sua missione presso il popolo celtico.
Salici, querce e un lungo canneto erano tutto ciò che gli riempiva lo sguardo, e poi i cardini cigolanti di un portone lo destarono da quel torpore, volse lo sguardo e vide una grande palizzata di legno correre lungo la foresta e, proprio dinanzi a loro, due enormi ante di legno si aprirono, rivelando il suo interno.
«Onore e gloria a Cartagine.» Nessun suono uscì dalle labbra dell’amazzone, ma Annibale lesse quelle parole sulla sua bocca arrossata dal freddo.
Le sorrise e strinse con forza le redini per incitare lo stallone, avviandosi verso l’ingresso di quell’insediamento avvolto nella nebbia. Castalia lo affiancò e insieme percorsero il sentiero lastricato uno accanto all’altro, andando verso il centro di quell’accampamento fatto di case circolari con il tetto di paglia ma con le pareti di fango e sassi.
Insieme dovranno conquistare la fiducia dei potenziali alleati, mentre intorno a loro i segni di una profezia diventano evidenti.
Come Amistad, anche Castalia è segnata da un destino unico, un destino che nasce dalle sue origini, che nemmeno ricorda.
Così mentre conosciamo meglio Castalia e il tenero amore che la lega ad Annibale, romantico e allo stesso tempo composto e mai eccessivo, ci troviamo a dover svelare il mistero della sua nascita e del suo destino, che sembra legato a un’altra donna, Mira, che vive con i celti.
Nelle due storie parallele, passato e presente si fondono in un insieme armonioso, mentre gli indizi pian piano ci vengono rivelati, rendendo il romanzo ancora più che Amistad intriso di magia e di simbolismo.
In una scrittura fluida ed evocativa, lieve e profonda allo stesso tempo, l’amore in questo libro la fa da padrone. L’amore muove il fato, come un giocatore con le sue pedine. Molto meno spazio è lasciato a intrighi e avventura; in questo romanzo i sentimenti, e non solo quelli romantici, diventano protagonisti, dimostrando che la vera forza nelle persone è la loro capacità di amare, in ogni senso.
Annibale non gli prestò attenzione, puntò lo sguardo sulla sua donna e quando lei gli fu davanti, la afferrò con foga per il bustino di cuoio e la baciò, infischiandosene di quello che avrebbero potuto dire i suoi uomini. Le loro lingue duellarono travolte dalla foga della battaglia, i loro respiri si mescolarono. Annibale appoggiò la fronte a quella di lei, e non ci furono parole in grado di spiegare ciò che era racchiuso nel suo cuore.
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