Tatijana dei Dragonseekers ha trascorso secoli avvolta dal ghiaccio, con sua sorella, intrappolata in un limbo tra la vita e la morte, senza mai parlare ad anima viva diversa da quella che la tormentava. Ora, è stata liberata dalla sua prigione ghiacciata da un discendente sconosciuto. Risvegliatasi in forma umana, Tatijana desidera esplorare il mondo moderno in cui vive, un mondo con più misteri di quanti ne sia pronta ad affrontare.
Fenris Dalka è tornato tra le montagne dei Carpazi dopo una lunga assenza, per stare con suo fratello. È segnato da secoli di battaglie e da ogni vittoria duramente conquistata. Ma la vera ragione del suo ritorno a casa potrebbe rivelarsi mortale, se scoperta dall’uomo o dalla donna sbagliati. Al suo arrivo, prova una pulsione che lo spinge verso una bellissima ed enigmatica sconosciuta, che porta con sé il profumo della terra fresca, della foresta e della notte stessa.
Col tempo, Tatijana e Fenris scopriranno tutto ciò che li unisce: i loro segreti e il loro passato, la loro natura di predatori e la vampata di passione che si accende nelle loro anime. Eppure, altrettanto sicuramente, sedotti nell’oscurità argentea di una notte di luna piena, scopriranno anche tutto ciò che esiste di antico e maligno pronto a distruggerli.
La “Dark series” di Christine Feehan è una delle serie paranormal romance a cui sono più legata e i suoi Carpaziani mi avevano fatto cadere in un vero e proprio tunnel: basti dire che i primi diciotto libri – sì, avete visto bene, diciotto – li avevo letti uno dietro l’altro. Poi un giorno, in un momento di lucidità, mi sono accorta che avevo bisogno di staccarmi un attimo da loro. Oramai recitavo a memoria le parole del rituale con cui questi immortali si legano in modo indissolubile alla loro compagna, e lo ripetevo nella mia testa, non in inglese, ma proprio in carpaziano: “Te avio päläfertiilam…”
La pausa è durata un bel po’ di anni, ma finalmente ho ripreso in mano i libri della Feehan.
Dovevo farlo, perché nel frattempo sono stati scritti i libri su una delle coppie per cui lei ci aveva fatto aspettare davvero tanto: Skylar e Dimitri.
Prima di arrivare a loro ho ancora un po’ di strada da fare… leggere quei due o tre libri che ti catapultano di nuovo nel loro mondo.
La traduzione della “Dark series” in Italia (conosciuta come “Il principe vampiro”) è, al momento, interrotta, anche se finora sono stati pubblicati dieci libri (cronologia completa della serie)
Per chi non li conoscesse, credo sia giusto fare una piccola presentazione sui protagonisti di queste storie, anche se non è un compito molto semplice: i Carpaziani sono creature immortali e hanno un legame vitale con la Terra Madre in cui sono nati, che per loro ha dei veri e propri poteri curativi e rigeneranti; non possono esporsi alla luce del sole durante il giorno; dormono sotto terra e possono mutare forma, trasformandosi in animali o in piccole molecole di nebbia, quando è necessario; hanno bisogno di nutrirsi di sangue e, una volta trovata la loro compagna predestinata, si legano a lei in modo indissolubile.
Sono vampiri? No, non lo sono, nonostante le similitudini.
I Carpaziani sono creature possessive, dominanti; sono guerrieri e combattenti, che sono destinati a cedere al lato più oscuro della loro natura, se non dovessero incontrare la loro compagna predestinata. Infatti, con il passare del tempo, i Carpaziani perdono la capacità di provare emozioni, di vedere i colori, tutto diventa grigio e solo l’onore e il senso del dovere nei confronti della loro stirpe evitano che si possano trasformare nel nemico della loro specie: i vampiri. I Carpaziani proteggono gli umani e creano con alcuni di loro delle alleanze; i vampiri, invece, sono Carpaziani che non hanno resistito al richiamo dell’oscurità e si sono trasformati in puri predatori e assassini.
Questo è solo un’infarinatura e in una serie così lunga sono cambiate tantissime cose, si sono aperti scenari incredibili su tutto quello che era “legge” nelle prime storie, ed è proprio questo che ha saputo tener in vita così a lungo l’interesse di chi ama i libri della Feehan. Ammetto che ci possano essere storie più o meno riuscite, quelle che uno, per non infierire troppo, chiama libri “di passaggio”, però credo di poter dire che “Dark Lycan”, il ventiquattresimo, è sinceramente quello che ho faticato a leggere di più, veramente noioso e pesantuccio.
La Feehan scrive sempre libri piuttosto corposi, ma la prima cosa che mi è venuta in mente con “Dark Lycan” è stata: “Santa donna, ma guarda che se anche davi un taglio di un centinaio di pagine non succedeva niente, non dobbiamo per forza oltrepassare quota 400 pagine”.
I protagonisti della storia sono Fenris e Tatijana.
Lui è un Carpaziano che da tempo dà la caccia ai vampiri e crede di essere un abominio per la sua specie, perché, dopo essersi nutrito spesso con sangue di lycan, è cambiato, trasformandosi in un ibrido, una creatura ancor più letale degli stessi vampiri, in quanto racchiude in sé i punti di forza delle due razze.
La sua compagna predestinata è, a sua volta, un’immortale, della stirpe dei Dragonseekers, i dragoni mutaforma con grandi poteri legati alla magia.
Tatijana e la sorella sono state imprigionate e torturate per secoli da chi le voleva usare per acquisire sempre più potere per distruggere i Carpaziani.
Ma veniamo al sodo: cosa non mi è piaciuto in questo libro?
È lento o, meglio, è come leggere al rallentatore. È stato dato tanto, troppo spazio ai combattimenti, ai momenti di vera e propria lotta tra Fenris, i Carpaziani e i vampiri. Pagine e pagine con questi confronti descritti anche in modo abbastanza tecnico, che, ripetendosi, rendono un po’ macchinosa la lettura. La parte romance non dico che sia passata in secondo piano, ma quasi; non è brillante e appassionante come con altre coppie del passato.
Ammetto di preferire le coppie Carpaziano-compagna umana: hanno per me aspetti più stimolanti nella lettura, quando si incrocia il loro cammino. La differenza di mentalità tra le donne moderne e questi immortali, un po’ antiquati e dominanti, mette sempre più pepe nelle storie e poi molto interessanti sono anche l’aspetto del cambiamento di vita vero e proprio che un’umana deve affrontare e il legame che nasce nella coppia.
In questo romanzo, invece, tutto questo non c’è stato: la She-Dragon Tatijana è molto indipendente, alla ricerca della libertà che le è sempre mancata, ma è una di loro. L’ho trovata molto fredda e razionale, mentre Fenris, con le sue manie da “Carpaziano contaminato”, si ripete un po’.
Ho amato il fatto di ritrovare tanti protagonisti dei libri precedenti, tra cui il Principe dei Carpaziani, Mikhail, quello che ha dato il via a tutto, il mio primo amore Carpaziano.
Rivederli insieme, dopo tanto tempo, è stata la cosa più piacevole in questo romanzo, insieme alla presenza, seppur breve, di Skylar e Dimitri. Fenris è il fratello di Dimitri, quindi per arrivare a lui, ci doveva essere un’introduzione al suo legame di Carpaziano anche con i lupi. Ammetto, però, di aver faticato e la mia consolazione è quella di essermi avvicinata un po’ di più alla meta: Skylar e Dimitri.
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