Benvenuti al blog tour di “Il genio e la Musa”, romanzo scritto da Elizabeth Hunter e arrivato in Italia grazie alla Hope Edizioni.
Una copia cartacea del libro sarà messa in palio proprio dalla casa editrice sulla sua pagina sabato 11 agosto, basta partecipare al Giveaway che concluderà anche questo blog tour.
In questa tappa proveremo a presentarvi i personaggi principali di questo bellissimo libro.
Uscito ad aprile, il libro è uno dei titoli messi in promozione da Hope fino al 15 agosto a euro 2,99.
Quando Kate Mitchell decise di indagare sul misterioso ritratto esposto nella galleria degli ex studenti, non aveva la minima idea di come la sua vita sarebbe cambiata.
Pensava di sapere ciò che voleva nella vita: aveva un ragazzo meraviglioso, una carriera promettente e un percorso chiaro per il suo futuro.
Come potrebbe un semplice ritratto cambiare tutto questo?
Una fotografia. Una scultura. Un dipinto… un indizio dopo l’altro Kate impara che frammenti del passato potrebbero lasciare segni inaspettati anche sul suo stesso futuro.
Ed esattamente come era finita nello studio di un irascibile scultore?
Un ritratto potrebbe avere tutte le risposte, ma apprenderne i segreti cambierà tutto ciò che Kate pensava di sapere sull’amore, l’arte e la vita.
Una singola immagine può raccontare più di una storia e, alla fine, una giovane artista scoprirà che ogni vera storia d’amore è un’opera d’arte unica.
Booktrailer:
Kate raccolse una maglietta da lavoro usata che era caduta a terra e la poggiò sullo schienale di una sedia; spesso Javi si spogliava per rimanere in canottiera dopo aver finito di lavorare, col sudore che gli colava dalle braccia e dalla schiena per via del calore della fiamma ossidrica e del peso delle maniche di pelle. Ebbe una visione del ricordo di lui la settimana prima: stava davanti l’abbozzo di una nuova opera e indossava solo un paio di jeans, i gambali di protezione in cuoio e una maglietta intrisa di sudore. Javi aveva colto il suo sguardo e la fissava, e lei aveva dovuto combattere l’impulso di afferrare la sua macchina fotografica.
Nessun uomo l’aveva mai colpita quanto quel ragazzo, ormai aveva smesso di provare a negarlo. Era diventato la sua passione. Poteva non essere bello in maniera classica, ma qualcosa di quel rozzo scultore la attirava.
«Come una falena con la luce,» sospirò, mentre forzava la porta per aprirla.
Accese le luci dell’ufficio e iniziò a cercare nelle borse degli obiettivi quando la porta si spalancò. Kate sussultò e, indietreggiando, il suo piede si incastrò nella gamba di una sedia, facendola inciampare e poi cadere. Arrivò a terra lanciando un urletto e Javi irruppe nella stanza.
«Cazzo, Katie! Che diavolo stai facendo qui? Pensavo che qualcuno mi stesse derubando!» Sbatté le palpebre confuso e mise da parte il lungo tubo d’acciaio che aveva in mano.
Lei aggrottò le sopracciglia e si strofinò la fronte nel punto in cui aveva sbattuto contro la scrivania. «Stavo solo prendendo un obiettivo! Non avevo neppure pensato che tu fossi qui, Javi. Tutte le luci erano spente.»
Lui si inginocchiò accanto a lei, spingendole indietro i capelli per controllarle la fronte. «Ho lavorato fino a tardi,» disse con voce rauca. «Sono crollato sul letto che ho sul retro. Hai sbattuto qualcos’altro o solo la fronte? Fammi vedere. Non sta sanguinando, ma ti spunterà un bernoccolo.»
Javi spostò la sedia e con un gesto gentile liberò la caviglia di Kate. Era nudo dai fianchi in su e lo sguardo della ragazza fu attratto dai suoi muscoli definiti sui fianchi e sull’addome.
«N…no,» balbettò mentre con gli occhi divorava il suo petto dipinto con colori brillanti. «Sto bene.»
La maggior parte dei suoi tatuaggi rappresentava delle fiamme. Lei aveva già studiato i motivi blu e verdi sulle braccia e sulle spalle di Javi, ma non aveva mai visto quel fuoco luminoso rosso e dorato che lambiva il suo busto e si estendeva sul suo petto. Non riusciva a smettere di fissarlo.
Ho letto d’un fiato questo bellissimo, dolce romanzo. L’ho letto come si legge un libro giallo, lasciandomi portare per mano a raccogliere indizi, bellezza, dolore e amore.
La giovane e talentuosa fotografa, Kate Mitchell, ad un passo dalla laurea, si addentra sempre più nella vita e nella produzione artistica dell’oggetto dei suoi studi, Reed O’Connor, genio riconosciuto dalla fama mondiale.
Le immagini parlano a Kate, ed in particolare una piccola foto esposta nella Galleria degli ex studenti della sua università la convince che nulla ancora è chiaro davvero e che per comprendere l’arte si debbano comprendere la vita e i sentimenti di chi crea e produce. Così comincia ad indagare, e domanda dopo domanda, si accorge che anche le sue risposte sono cambiate, e che quel che lei pensava di se stessa e delle sue aspirazioni, forse non era veramente suo.
Nel corso delle sue ricerche molte cose saranno chiare: ci si può esprimere al meglio se chi hai vicino ti comprende e ti sostiene, se l’amore è profondo e maturo, se l’altro è dentro di te e comprende anche la necessità di solitudine e silenzio.
Tra ombre e luci, amore, tenerezza, abbandono, Kate scoprirà la sua strada, fatta di arte, di rumori e silenzi, e amore vero, per se stessa, per la sua arte, per un uomo che la capisce, la rispetta, crede in lei, l’ama:
Javi tornò a concentrarsi su ciò che stava dicendo, ricordando perché la trovasse così incantevole e perché, alla fine, sapeva che le avrebbe offerto qualunque cosa avesse chiesto: Kate era geniale.
Ma ancora di più: aveva fegato. La sua visione gli ricordava quella di Reed per la sua chiarezza, ma con un focus completamente diverso: aveva una trasparenza e una vulnerabilità che il suo amico non si era mai concesso nelle sue opere.
Perché lui vede lei, dolce, minuta, rossa testarda, e lei vede lui, rude, scostante, imperioso, fragile uomo:
“Perché?” le chiese. Kate sorrise. “Perché… tu vedi me e io vedo te. E perché,” proseguì, appoggiando la sua guancia a quella di lui, sussurrandogli all’orecchio, “sei più di quello che credi di essere.”
Un romanzo narrato su due piani temporali, due coppie diverse, ma unite dall’arte e dalla vita, in cui ciascun personaggio è insieme genio e musa dell’altro, sostiene, incoraggia, ispira, crede.
Infine tutto si ricompone, l’happy end è fatto di sguardi, colore, materia, luci, ombre, ricordi, sguardi, perdono:
Ti guarderò così tanto che probabilmente diventerò pazzo…
Non è forse una frase che vorremmo sentirci dire?
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Presentazione dei personaggi:
[…]Reed aggrottò le sopracciglia mentre diceva: «Be’, questo non è neanche lontanamente lusinghiero… comunque, io sono molto bravo a letto qualora tu volessi fare uno studio più accurato. A scopi artistici, ovviamente.»
Le sue gambe erano lunghe, ma era ben proporzionato e con un incarnato eccezionale: se l’avesse dipinto a colori, dei toni neutri si sarebbero adattati bene? O forse il blu, per esaltare i suoi occhi? Sam pensava, tracciando la lunghezza delle sue gambe e chiedendosi quanto fosse davvero proporzionato, prima di tornare in sé. Disse: «Voglio assolutamente dipingere un tuo ritratto.»[…]
[…]Dee fece una pausa prima di continuare: «Lei lo capiva. In un modo che nessun’altro ha mai fatto, credo. E lui capiva lei.» La sua voce si addolcì e i suoi occhi diventarono malinconici mentre ricordava. «In qualche modo erano molto simili, anche se differenti, abbastanza da poter stare insieme.» Fece un sospiro profondo e Kate vide quanto quei ricordi sembravano farla vibrare di energia. «Avevano questo modo di fare quando erano nella stessa stanza… Reed e io potevamo lavorare molto bene insieme a qualunque cosa, sia per una lezione sia per un progetto, ma se Sam era lì e soprattutto se anche lei stava lavorando, allora era come se la sua energia iniziasse a fluire, ma in un certo modo anche a concentrarsi. Era come se si alimentassero l’un l’altro, ma invece di prosciugarsi a vicenda, l’energia cresceva sempre di più fino a esplodere. Come un contatto di alta tensione. Chiunque si sia trovato intorno a loro direbbe la stessa cosa.»[…]
«Allora, ragazzina…»
«Non sono una ragazzina. Il mio nome è Kate.»
Sulla bocca di Javi si formò un sorriso. «Quindi, Katie… Se tu fossi O’Connor… e ovviamente non lo sei, ma facciamo finta… Quale parte del mio viso fotograferesti? Ricorda,» e alzò il mento in segno di sfida, «mai l’intero volto. Rivela troppo.»
«Un solo scatto?»
«Sì, uno scatto per immortalare chi pensi che io sia.»
Kate inclinò la testa verso di lui, studiandolo mentre sedevano in un silenzio carico di tensione. Si avvicinò per abbassargli un po’ il mento ricoperto di barbetta e inclinargli in avanti la testa. I suoi occhi neri la scrutavano mentre si concentrava.
«Ecco,» disse sottovoce, facendo un rettangolo con le dita e piegandosi indietro. «La tua mandibola, presa dall’angolo laterale, includendo il collo e la parte superiore della clavicola.»
Javi tracciava il contorno del fianco di Kate che gli dormiva accanto. Le sue dita scivolavano lungo l’avvallamento del suo girovita, per poi risalire gentilmente sul fianco e alla fine scendere lungo la sua piccola coscia. Si stupì della contrapposizione tra la sua pelle bianca e le sue braccia coloratissime e si imbronciò per i calli che aveva sulle mani, frustrato dal fatto che spesso le lasciava dei segni senza volerlo.
Se fosse stata sveglia, gli avrebbe lisciato la linea che si era formata tra le sue sopracciglia, prendendolo in giro perché si preoccupava troppo. Se fosse stata sveglia, avrebbe detto qualcosa di scandaloso per farlo ridere. Se fosse stata sveglia, lo avrebbe baciato, stesa sul suo petto, rubandogli il respiro e ricordandogli che, a dispetto delle apparenze, era lui quello fragile.
Si descrive come curiosa, avventuriera e affabile. Viaggia molto per lavoro quindi le è difficile scegliere solo tre città ma ama Venezia, New York e Addis Ababa, da cui viene il suo fidanzato. (Venezia sarebbe la sua preferita e non lo dice solo soltanto per i lettori italiani. Adora anche Napoli).
Vive in California e ama quel posto, le altre città semplicemente le piace visitarle. Il suo più grande sogno (oltre la scrittura) è visitare ogni continente. Al momento è a quota quattro.
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