Disponibile dal 20 dicembre in tutti i principali store
Titolo: Allo scadere della mezzanotte
Autore: Simona Liubicich
Editore: Self Publishing
Pagine: 150
Prezzo: 2,99 ebook; 4,99 cartaceo
Agatha Sullivan, restauratrice di antiche ville, si ritrova in eredità una casa nei pressi di Folkestone, lungo le bianche scogliere di Dover.
“La vecchia signora” – come la chiama lei – era appartenuta allo zio Jonas, sir Manchester, apparentemente morto in Argentina dopo essere scomparso nel 1970 senza lasciare traccia.
La scoperta della villa è stupefacente: nonostante gli anni, essa ha conservato al suo interno i mobili originali e, quando Agatha scopre uno studiolo sito in soffitta, accade qualcosa d’inverosimile.
Nascosto dietro una libreria c’è un passaggio, ma non un passaggio comune: un varco temporale che la riporta indietro di centodiciassette anni, al 1899, nella stessa casa.
Qui Agatha scoprirà segreti, un mondo completamente diverso e… Lord Thomas Witten di Alkham, un nobile banchiere dal fascino irresistibile. Un uomo diverso, legato alle tradizioni dell’Inghilterra vittoriana, vedovo e padre di una bimba di cinque anni.
Scontri, incomprensioni e un’attrazione fatale immersa in nell’atmosfera natalizia di fine Ottocento che scadrà il ventisei dicembre a mezzanotte, quando il passaggio si chiuderà per dieci lunghi anni.
Quale sarà la scelta di Agatha? Tornare nel suo mondo o credere all’amore ancora una volta?
Una storia romantica avvolta dal profumo di Natale.
«Non posso, Agatha. Rivestiti, ti prego…»
Per un attimo chinò il capo, rimanendo in silenzio, poi lo risollevò. Era furiosa. «Si può sapere che ti prende? Siamo due adulti consenzienti!»
«Mi dispiace…»
«Ti dispiace?» sibilò per non farsi sentire da orecchie indiscrete. «Che cazzo significa che ti dispiace?»
«Per favore, Agatha… quelle parole…»
«Cristo Santo, sono le parole che noi donne usiamo nel nostro tempo e smettiamola con quest’ipocrisia. Non è il mio linguaggio a indispettirti e a frenarti, Thomas. Tu ti senti ancora legato a tua moglie, anche una stupida se ne accorgerebbe e giuro, non ti sto biasimando per questo, ma devi andare avanti, devi vivere la tua vita.»
«E come? Con una donna che proviene dal futuro e che sicuramente se ne andrà via, alla fine, perché non credo che tu voglia rimanere intrappolata in questo tempo che non è il tuo. Non lo reggeresti, Agatha, sei troppo indipendente, sei troppo… diversa, lo capisci?»
Per un momento lei rifletté su quelle parole, incurante della sua nudità della quale non si era mai vergognata. Era vero, lei arrivava da un mondo totalmente diverso: aveva la sua vita, il lavoro che le dava molte soddisfazioni, la sua casa a Londra in una zona benestante, un buon tenore finanziario… Che cosa avrebbe avuto in quel mondo? Avrebbe dovuto costringersi in atteggiamenti che non potevano né avrebbero mai potuto rispecchiarla, abiti che odiava, senza contare che la storia le aveva insegnato che ci sarebbero state guerre e le avrebbe dovute vivere tutte. Bombardamenti, morti, distruzione… voleva tutto ciò?
«Io non lo so, Thomas» rispose guardandolo dritto negli occhi e accorgendosi della tristezza che li pervadeva «quello di cui sono certa è che mi piaci, e molto. Non sono solita a programmare il futuro, da sempre tendo a vivere alla giornata, non faccio progetti se non per motivi lavorativi, ma posso provarci se tu lo desideri. Posso restare qui finché il portale non si chiuderà.»
«E se si chiudesse prima della tua decisione e restassi intrappolata in questo secolo? Agatha, che faresti allora?»
«Non lo so. Ora non voglio pensarci…»
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