Quasi nulla di quello che è stato detto riguarda me, nonostante sia la mia storia.
Si è narrato della passione di mio marito, della disperazione di mia madre, della decisione di mio padre. Si è parlato della sofferenza dei mortali e dei riti che da allora vengono compiuti, per far sì che ciò che accadde non debba mai più ripetersi. Si sono narrate storie parallale e storie contrastanti, si ricordano particolari suggestivi, ma di ciò che riguarda me, di ciò che accadde a me, sembra si conosca ben poco.
Eppure è la mia storia.
Non è la storia di Ade, il signore dell’Oltretomba, delle anime dei defunti e di tutto ciò che cresce nel sottosuolo; non è la storia di Demetra, la Madre Terra che errò nel mondo alla ricerca della sua unica figlia, scomparsa nella tenebra di Erebo; e, certamente, non è la storia di Zeus, che permise tutto ciò avvenisse, finché i mortali non gli ricordarono, attraverso la loro mortalità, ciò che doveva fare. In questa storia ci sono anche loro, ma non è la loro storia.
È la mia.
La storia della dea della primavera e regina dell’Averno, contesa tra due mondi, finché la contesa non mi obbligò a compiere la mia scelta.
Quasi nulla si sa di ciò che significò, per tutti. Eppure rese il mondo ciò che è.
Perché io sono regina di fiori e radici.
Io sono Persefone.
Alzi la mano chi ama i miti greci e le loro rivisitazioni nei libri.
Siete in tanti, lo so, e non potrebbe essere altrimenti, soprattutto quando si leggono libri così belli da farvi rivalutare persino uno degli dèi considerato da tutti sempre il più cattivo.
Ovviamente, in questo caso, parliamo di Ade.
“Regina di fiori e radici” è la rivisitazione del mito di Ade e Persefone, e vi posso assicurare che vi farà vedere tutto sotto un’altra prospettiva. Ade, crudele come non mai in certi libri, qui viene delineato come un dio che non è cattivo, ma giusto. Un dio che conosce alla perfezione le leggi del suo mondo, l’Oltretomba, e le applica a dovere.
Ma oltre al dio abbiamo l’uomo, quell’uomo orgoglioso, ma elegante e paziente, che perde la testa per Persefone e la rapisce per averla con sé per sempre.
«Tra tutte le mie figlie scegli la più sciocca e fatua, quasi una ninfa driade? Una giovane scervellata, che anziché svelare i propri Misteri pensa solo a gingillarsi con i fiori!»
«Tu non sai nulla dei suoi Misteri, né dei suoi pensieri. Appartengono a lei, apparterranno a me: a nessun altro.»
Persefone è la Primavera, ama i fiori, il sole e la frescura del vento, ma è attratta dalle radici. Quelle radici che lei non può vedere, perché si trovano nel sottosuolo, un sottosuolo che nasconde uno degli dèi da cui lei è attratta fin da bambina: Ade, la morte.
Persefone vi sorprenderà e, da dea ingenua e anche un po’ capricciosa, si tramuterà in guerriera. Una guerriera proprio come le sue sorelle che lei ha sempre guardato con invidia.
Farà valere il suo potere, il suo essere una donna e una dea che merita di dire la sua su come vivere la propria vita e, soprattutto, con chi.
“I suoi capelli neri erano una cortina attorno a lui, e lo furono attorno a me, quando si abbassò e mi chiuse la bocca con la bocca. Se mi avesse frustata, il mio corpo non avrebbe potuto avere una reazione più intensa.
Mi sentii fremere, dalla nuca fino alle punte dei piedi, un fremito che mi arroventò, mi bruciò, mi incenerì. Forse pensando che avrei cercato di scappare, Ade serrò più forte le cosce, e più forte le mani, mi immobilizzò completamente, e non mi rimase che sottomettermi al desiderio su di me. Al desiderio dentro di me.”
L’amore tra questi due esseri così diversi (Ade silenzioso, pacato, che non ha familiarità con gli scherzi e i sentimenti; Persefone così chiassosa, tendente allo scherzo e perdutamente innamorata) è originale e vi farà sospirare più di una volta.
«Stanotte hai reso schiavo il tuo re, Persefone.»
Ancora non capisco come non si parli molto di questo libro. È scritto con uno stile così elegante, a tratti poetico, da richiamare proprio i miti greci e le canzoni dedicate alle gesta dei grandi eroi.
Non vi dirò altro, voglio solo lasciarvi le mie sensazioni e punti di vista, perché è un libro che va letto e scoperto da solo. Se credete di conoscere già la storia e che non ci sia altro da dire, beh, questo libro vi farà ricredere e vi farà sognare. Ovviamente l’autrice si prende molte libertà, ma è un libro che va preso per quello che è: un fantasy, una rivisitazione che nulla toglie al mito. Anzi, aggiunge particolari in più che a me sono piaciuti moltissimo.
Il libro è autoconclusivo ma, a dirvi la verità, anche se è passato un po’ di tempo dalla pubblicazione, non posso negare che mi aspetterei un continuo, dedicato a un altro personaggio. Mi piacerebbe davvero molto.
Ma cos’altro dire?
Grazie a questo libro ho scoperto che Ade può essere amato e che, dietro la sua corazza forgiata nel Tartaro, c’è molto di più.
Perché un dio è pur sempre un uomo.
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