Alessandro Palmi è un tenente dei Gis, preciso e controllato, con una forte dedizione al lavoro, sua vera passione. Durante una missione in Iraq, la sua squadra, quella che considera la sua unica famiglia, muore a causa di un’esplosione. Unico sopravvissuto al disastro, in una condizione di equilibrio instabile, oscilla tra un opprimente senso di colpa e un affamato bisogno di verità.
Cosa è realmente accaduto quel 20 ottobre 2016?
Giulia Fainardi, divertente ma testarda, sta per concludere il suo tirocinio e affermarsi come psicoterapeuta, quando il caso del tenente arriva sulla sua scrivania. Alessandro non è un paziente come tutti gli altri: il suo atteggiamento di chiusura e di ostilità non le facilita il compito.
Giulia gli insegnerà che quando si tocca il fondo si può solo risalire. O sarà lui a insegnarlo a lei?
Due personalità diverse, eppure così profondamente simili, destinate ad incontrarsi.
Al di là di ogni ostacolo. Al di là di ogni distanza.
“Nessuno, se non te” è un romanzo autoconclusivo che non tratta solo di una storia d’amore. Il libro è pieno di intrighi, bugie e segreti che fanno da contorno allo sviluppo di una storia a suo modo complessa e dolce.
Il protagonista principale in assoluto per me è Alessandro Palmi, un tenente dei GIS, soldato forte, fedele alla propria patria, alle proprie leggi e alla sua squadra. In ogni missione dà il massimo, è pronto a dare la vita per quei compagni che, a loro volta, lo proteggono, gli guardano le spalle. Per questo, quando tutta la sua squadra muore in una missione in Iraq e lui è l’unico sopravvissuto, la sua vita cambia completamente. Viene risucchiato dall’oscurità, dal senso di colpa, perché i suoi uomini non erano solo soldati, ma mariti e padri di famiglia, o uomini alla ricerca della donna della loro vita.
Perché sono tutti morti e non lui? Perché è sopravvissuto? Perché!?
“Chiudo lo scatolone e lo appoggio in un angolo. Lo fisso e desidero ardentemente di poter fare la stessa cosa con i ricordi che affollano la mia mente: vorrei inscatolarli e sistemarli nell’angolo del dimenticatoio, ma non ci riesco. Mi volto, osservo la foto che mi tormenta e forse basterebbe davvero poco. Sì, basterebbe avere il coraggio di buttarla in qualche cassetto, lontano dagli occhi. Solo che non è questo che mi hanno insegnato a fare e, comunque, non servirebbe a niente perché ci sono fatti che scavano nelle carni, fino ad intaccare le ossa, impossessandosi di te per sempre.”
Queste sono le domande che affollano costantemente la mente del tenente Palmi e, per poter tornare al suo lavoro, ha bisogno che la psicoterapeuta Giulia Fainardi, che lo ha in cura, lo indichi come idoneo per tornare operativo. Sarà un viaggio lungo e davvero complicato, così come lo è lui stesso. Per Alessandro è difficile aprirsi, difficile condividere quegli avvenimenti che gli lacerano l’anima.
“[…] avrei voglia di urlare, di rompere tutto, di gridare al mondo che non è colpa mia quello che è accaduto, così come mi maledico per essere sopravvissuto.
Ma non faccio nulla. Non faccio proprio nulla.
Resto immobile lì, solo, in mezzo alle macerie, senza fiatare.”
D’altra parte, Giulia Fainardi ha bisogno del caso del tenente Palmi, perché le è stato assegnato per portare a termine il suo tirocinio ed essere ammessa all’esame di Stato per iscriversi all’Albo. Lei è molto testarda e, per questo, proverà in tutti i modi ad aiutare Alessandro. La linea che separa lavoro dalla vita personale è davvero sottile e, per quanto sia interessata a lui, cerca di vederlo solo come un paziente. Ma il cuore ha sempre la meglio, quando a incontrarsi sono due persone che hanno bisogno l’una dell’altra.
Improvvisamente scopriremo che anche la vita di Giulia non è perfetta, c’è qualcosa che la fa soffrire terribilmente, qualcosa che non le dà pace e la fa vivere immersa nel terrore. Sarà proprio Alessandro ad aiutarla, così come lei aiuterà lui.
“Le lacrime iniziano a scendermi sulle guance. Mi sento patetica, sono certa mi riterrà senza carattere, inadatta a svolgere al meglio il mio lavoro ed io non voglio affatto che pensi questo di me. d’un tratto, realizzo che m’importa della sua opinione e che vorrei davvero piacergli, almeno quanto lui a me.
«Andiamo», ripete autoritario ed avverto in lui un misto di tensione, rabbia e tenerezza, mentre mi tende la mano.
Non so se per speranza, se per fiducia, se per incoscienza, se per un disperato bisogno di protezione… o, forse, solo per desiderio, ma l’afferro.”
Sono due anime che soffrono e si trovano nel momento giusto, e che pian piano scopriranno quanto in realtà tutto ciò che hanno sempre vissuto non ha fatto altro che permettere loro di conoscersi e di stare insieme.
“«La mia dottoressa è troppo silenziosa», mormoro contro le sue labbra, prima d’aggredirla con diversi piccoli baci.
Sorride alle mie parole.
«A volte nel silenzio c’è tutto», mi risponde enigmatica.
«E nel tuo tutto cosa c’è?»
Apre gli occhi e mi paiono più azzurri del solito.
«Ci sei tu.»
Ammetto che appena iniziato a leggere il romanzo dubitavo di questa storia ma, all’improvviso, sono arrivati dei particolari che hanno catturato il mio interesse. Quindi, a libro terminato, posso dire che la storia mi è piaciuta abbastanza. Katia Anelli ha trattato degli argomenti molto delicati come la vita dei militari e gli intrighi che girano intorno alla loro carriera. Soprattutto, mi è piaciuto che, nonostante questi temi, sia stata in grado di regalare anche dei momenti divertenti grazie a determinati personaggi. Insomma, tra un momento di sconforto e l’altro, fa provare dolcezza e serenità, e questo sicuramente è un punto a suo favore.
La parte che tratta della vita dei militari e dei problemi intorno a essa è ben descritta, ma trovo ci sia un po’ di confusione per quanto riguarda la professione di Giulia. Ritengo che la sua figura non sia spiegata alla perfezione e l’ho trovata troppo impulsiva anche in campo lavorativo. Il suo carattere le fa perdere la pazienza durante le sedute e questo, in qualsiasi momento, non dovrebbe accadere. Però mi rendo conto che magari questa è una libertà che si è presa l’autrice per cercare di restare coerente con la piega che doveva prendere la storia e smuovere Alessandro, dal momento che non è niente affatto semplice da affrontare. Nella parte iniziale del libro, inoltre, ci sono dei refusi, anche se non gravi, e alcune frasi/scene ritengo che possano essere migliorate per rendere la lettura molto più scorrevole e piacevole.
Mi permetto di dire ciò perché la storia in fondo merita. Giulia e Alessandro sono due personaggi che possono dare tanto, perché ben caratterizzati.
Come ho detto anche all’inizio della recensione, tra di loro Alessandro è assolutamente il migliore!
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