Biveno. “Capitale del nulla”. Sessantamila anime dimenticate da Dio ai piedi delle Alpi piemontesi. Da lì un giorno d’estate del 2010 parte una macchina diretta a un colossale festival metal in Germania, con a bordo il terzetto peggio assortito della storia: Ivan, senza lavoro ma con qualche segreto, depresso con l’orlo del baratro a portata di mano; Tom, idraulico per professione e giullare per vocazione, troppo abituato a fingere di essere un idiota; e il tizio silenzioso che tutti chiamano Lucifero, capelli lunghi e occhiali scuri d’ordinanza, vampiro da quasi quattrocento anni. E non serve a nulla che lui parli tranquillamente della sua vera natura, tanto nessuno ci crede, Tom meno di chiunque altro. Dovranno cominciare a balenare gli artigli e a scorrere il sangue perché i due ragazzi si rendano conto che frequentare un mostro non è innocuo come una canzone black metal. Men che meno un mostro che si trascina dietro amanti immortali, vendette secolari e una sete che nulla al mondo può spegnere. Ma le notti sono lunghe a Biveno, e c’è tempo per imparare…
Un Urban Fantasy tutto italiano, ambientato in una delle mille province italiane.
Luoghi sempre uguali, immobili e che si assomigliano tutti. Luoghi nei quali non succede mai niente, in cui tutto è grigio e gli orrori del quotidiano restano chiusi tra le mura delle casette linde e ordinate.
I ragazzi di provincia trascorrono le loro serate nei pub, a bere birra e a parlare di musica, in attesa che il tempo li faccia diventare come i loro padri e poco altro. Non hanno grandi sogni, non vogliono scappare, percorrono i giorni e le notti in attesa di niente.
Ma ombre e tenebre li avvicinano e, quasi per caso, si ritroveranno a vivere l’Avventura con la A maiuscola, quella che non si aspettano. Non in provincia.
Quando nelle loro vite entreranno dei veri vampiri, crudeli e sanguinari, di quelli da manuale, quando tutta la loro banale esistenza sarà cambiata, anche loro cambieranno, e in meglio.
Il romanzo ci porta su due piani temporali: il 2010, tempo nel quale la vicenda ha il suo prologo e il suo epilogo e il XVII secolo, dove tutto ha inizio.
Ed è un inizio di solitudine e dolore, narrato molto bene, nel quale l’eroe oscuro compie scelte dolorose per, (oso la parola) amore.
Quando un pericolo grande tornerà, 400 anni dopo, a minacciare i nostri vampiri, allora si arriverà alla resa dei conti, con la partecipazione di due improbabili aiutanti che avranno, anch’essi la loro assoluzione.
– Ora aveva fame, tuttavia mancava ancora qualche ora al tramonto. Avrebbe potuto uscire lo stesso, ma non ne vedeva il motivo. Ogni cosa era squallida, di giorno, soprattutto alla luce violenta del sole estivo. Il crepuscolo, almeno, lavava via lo squallore, che pure restava annidato negli angoli e tra le vie. La notte poi riempiva tutto di ombre. Allora si sentiva a suo agio.-
Creature dannate, questi vampiri, alla ricerca del ricordo di un’umanità scomparsa da secoli.
Il plot narrativo è intrigante, i caratteri dei protagonisti sono ben disegnati, peccato che per giungere a comprendere esattamente il perchè delle scelte e dei comportamenti sia necessario leggere oltre la metà del romanzo, e questo ha rallentato la lettura.
Alla fine un po’ d’azione risolleva le sorti. E si tira un respiro di sollievo.
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