♦ Cartaceo, Sonzogno e Marsilio.
eBook, Marsilio (10 gennaio 2019), acquistabile qui ♦
Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna.
Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.
“La canzone di Achille” è un libro dalla storia inaspettata. Ho iniziato a leggerlo senza dare reale importanza alla trama, semplicemente perché volevo immergermi in qualcosa di diverso, che avesse il sapore dei grandi miti e delle gesta dei grandi eroi. A ogni pagina, lo stile dolce, elegante e scorrevole mi è entrato nel cuore sempre di più, facendomi immergere in una storia diversa da quella che immaginavo.
In questo libro, i cui protagonisti principali sono Patroclo e Achille, vediamo crescere questi due eroi sullo sfondo di Ftia e il monte Pelio, mentre le vicende di Menelao, Elena e Troia si sviluppano di pari passo, e le due storie a un certo punto si incastreranno, così come vuole il mito
Ma, oltre il mito e le leggende che conosciamo, possiamo finalmente vedere lo sviluppo del rapporto tra Patroclo e Achille. Un rapporto che sorprende e che diventa sempre più intimo, e che ha la capacità di farci sentire parte integrante della storia, di questo dolce e sublime sentimento che li lega e scoppia segretamente nel loro cuore.
Una certezza salì dentro di me, mi rimase impigliata nella gola. Non lo lascerò mai. Sarà così, per sempre, per tutto il tempo che lui me lo permetterà. Se avessi avuto le parole giuste, le avrei pronunciate. Ma non ce n’erano, nessuna sembrava abbastanza potente, capace di contenere una verità così immensa. Come se avesse letto i miei pensieri, lui mi prese la mano. Non avevo bisogno di guardarla; le sue dita erano scolpite nella mia memoria, sottili e venate come petali, forti e rapire e mai in errore.
«Patroclo» disse.
Era sempre stato più bravo di me con le parole.
Patroclo è figlio di Menezio e, a dispetto delle aspettative del padre, è debole e non portato per la guerra. Inoltre è poco furbo e, per questo, non riuscirà a nascondere un grande errore che ha commesso, costringendo il padre a esiliarlo. Patroclo verrà affidato a Peleo, che ospita ragazzini esuli per accrescere il suo esercito. Qui la sua vita cambia totalmente, soprattutto grazie alla conoscenza di Achille, figlio di Peleo.
Achille è forte, consapevole di essere destinato a diventare un eroe, ma non per questo pecca di superbia. È umile, si sente un ragazzo normale e comunica con gli altri senza problemi. Anche con Patroclo, soprattutto con lui, che tutti tengono alla larga perché considerato strano.
L’amicizia tra loro due sboccia pian piano, in modo dolce e delicato.
Achille è intelligente, sempre presente anche se silenzioso e arriva ad affezionarsi così tanto a Patroclo da volerlo come suo fedele compagno d’armi. Per questo avranno la possibilità di stare insieme costantemente e, tra un discorso e un altro, uno sguardo sfuggente e un sorriso di intesa, Patroclo inizierà a provare un sentimento profondo e sconvolgente, che sa essere sbagliato. Sa di dover stare alla larga da Achille, ma non può. A costo di tacere il suo amore, decide di stare per sempre insieme a lui. Non può e non osa immaginare la sua vita senza Achille.
«Dimmi il nome di un eroe che è stato felice.» Riflettei.
Eracle era impazzito e aveva ucciso la sua famiglia; Teseo aveva perso la sua sposa e suo padre; i figli e la nuova consorte di Giasone erano stati uccisi dalla sua prima moglie; Bellerofonte aveva ucciso la Chimera ma era caduto dal dorso di Pegaso ed era rimasto storpio.
«Non puoi.» Si alzò a sedere e si sporse in avanti.
«Non posso.»
«Lo so. Gli dei non permettono a nessuno di essere famoso e felice.» Inarcò un sopracciglio.
«Ma voglio confidarti un segreto.»
«Dimmi.» Adoravo quando faceva così.
«Io sarò il primo.»
Mi prese il palmo della mano e lo premette sul suo.
«Giuralo.»
«Perche io?»
«Perché sei tu la ragione. Giuralo.»
«Lo giuro.» Dissi, smarrito nel rossore delle sue guance, nella fiamma dei suoi occhi.
«Lo giuro» fece eco lui.
Vi posso assicurare che, tra una frase e un’altra, vi sentirete coinvolti in prima persona in questa relazione profonda e sincera, perché Achille è un ragazzo dalle mille risorse, dolce, presente e protettivo, umano e dal buon cuore.
E Patroclo… Patroclo è pronto a tutto, pur di saperlo al sicuro, felice e spensierato. È pronto a tutto per non fargli perdere la fiducia verso gli altri e la sua umiltà.
Purtroppo la storia che si svilupperà intorno a loro li metterà a dura prova, ma le scene che li descrivono in intimità resteranno scolpite nel cuore.
“La canzone di Achille” non è un semplice romanzo MM. È una storia impregnata di miti e leggende. Vi farà sognare, vi farà immergere in un mondo diverso dal nostro, vi farà udire il clangore delle spade, il calore del terreno sotto i piedi, il sapore dei fichi che Achille ama, la delicatezza con cui lui e Patroclo si toccano, le urla di battaglia e le urla disperate di chi ha perso tutto.
Forze più grandi degli esseri umani, anche quelli con sangue divino, sono in moto fin dall’inizio della storia e aspettano solo il momento giusto per avverare le predizioni del futuro, delle gesta eroiche e dei drammi. Achille e Patroclo provano a combatterle, sperano di vincere contro queste forze, ma non sanno che il destino non si può cambiare. La vita di entrambi è già scritta e, a causa di ciò, la guerra logorerà Achille, perché lui è pur sempre una delle armi più potenti mai esistite, e non può sopravvivere con il suo lato sensibile e amorevole.
Achille diventa spietato e, da qui, potremmo notare quanto il suo rapporto con Patroclo sia l’unica cosa che gli permetta di resistere e di conservare un barlume della sua umanità e del suo buon cuore.
Il suo volto è innocente, levigato dal sonno, dolce come quello di un ragazzino. Amo guardarlo. Lui è questo, sincero e innocente, dispettoso ma senza malizia. Si è smarrito tra le doppiezze di Agamennone e Odisseo, tra le loro menzogne e i giochi di potere. Lo hanno confuso, lo hanno legato a un palo e ora lo torturano.
Accarezzo la pelle morbida della sua fronte.
Lo slegherei se solo potessi. Se solo lui me lo permettesse.
Patroclo rappresenta la pace e la sua salvezza, così come Achille rappresenta per lui salvezza e guerra. Tormento, dolore, amore e gioia.
Non nego che magari la valutazione del libro, e i sentimenti che ho provato, possano essere maggiori a causa dell’amore e dell’interesse profondo che provo verso i miti, ma è davvero straordinario il modo in cui mi sono sentita coinvolta. Perché, sullo sfondo della storia tra Patroclo e Achille, vedremo la presenza di tanti altri eroi. Eracle, Peleo, Odisseo, Ettore, Paride… il tutto riportato sempre in modo impeccabile.
E, arrivata all’ultima pagina, sono riuscita a sfogare tutte le emozioni che ho provato durante la lettura, piangendo e sorridendo, con la consapevolezza che questo libro è uno dei migliori che io abbia mai letto.
Chi ama i miti e le leggende, chi ama la storia dell’Iliade, non può perdersi questa piccola perla che ci permette di immaginare e approfondire la storia tra due eroi che non ha avuto il suo personale sviluppo nell’Iliade.
Achille e Patroclo meritano di essere conosciuti così come vengono presentati in questo libro.
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