♦ Traduzione a cura di Veronica Zana
Dreamspinner Press, acquistabile qui ♦
L’unica cosa che ha senso nella vita di Colin Mulligan è smontare automobili e rimetterle insieme. Nell’officina dove lavora con suo padre e i suoi fratelli, dà del suo meglio per arrivare a fine giornata senza avere un attacco di panico o di rabbia. Bere lo aiuta. E così anche correre e sollevare pesi fino a riuscire a malapena a stare in piedi. Ma niente può cambiare il fatto che è gay, un segreto che ha tenuto nascosto a tutti.
Rafael Guerrera ha trovato il modo di convivere con un passato di cui si vergogna. Dedica la sua vita alla giustizia sociale e ad aiutare i giovani che, come lui, sono cresciuti con molto poco. Non ha tempo per l’amore. Diamine, ha a malapena tempo per sé. Per qualche ragione, tutto di Colin, quell’uomo triste e autodistruttivo, sembra supplicarlo. Ma è proprio lì che si annidano i guai che Rafe ha lavorato tanto per lasciarsi alle spalle. E mentre la loro relazione diventa più profonda, Rafe e Colin sono costretti a rivangare i segreti che entrambi avrebbero preferito tenere sepolti.
*cliccare sulle immagini per ingrandirle*
Come per il precedente volume, metabolizzare la storia di Colin e Rafe non è stato semplice, perché se c’è una cosa che ho capito è che questa serie ti spinge a guardarti dentro, a capire che il “nulla” ci circonda e che smarrircisi è tanto semplice quanto terrificante.
C’è un prima e un dopo nella vita di Daniel – il protagonista del primo libro – e Colin, suo fratello più grande, ed è la morte della madre quando erano ancora piccoli. Il dolore per la perdita è ovviamente enorme e straziante, anche per il padre, che da quel momento non riesce e forse non vuole andare avanti.
Un genitore presente, ma completamente privo di empatia e anaffettivo, può distruggere la vita dei propri figli? Sì, può, in mille modi.
Sappiamo che Daniel non si è mai sentito accettato e amato dalla sua famiglia, di sicuro non dopo il suo coming out e così è andato oltre, con profonde ferite, certo, ma è riuscito a costruirsi un futuro. La storia di Colin invece è differente.
Colin è gay, lo sa da quando è appena un ragazzo, ma sa anche che il padre non lo accetterebbe mai per ciò che è, quindi odia se stesso, si punisce, si annulla pur di mantenere l’apparenza di approvazione del genitore che tanto anela.
Ecco, Colin metodicamente, con atteggiamenti ossessivo-compulsivi, attua la sistematica distruzione del suo io; si fa del male, costruisce intorno a sé una maschera che col tempo diventa una vera e propria barriera col mondo esterno e, di pari passo, odia. Odia la sua vita, odia le sue compulsioni, odia quel fratellino che ha avuto il coraggio di arrivare a patti con se stesso, che sa chi è e cosa vuole, che con o senza di lui al suo fianco troverà la sua strada.
La sua vita è fatta di routine alienante, lavoro, pulizie, corsa, bere… qualunque cosa gli impedisca di pensare e soffrire, fino poi a provocarsi dolore fisico, perché è così che riesce a tenere sedato quel dolore che lo dilania.
Un giorno però incontra Rafael Guerrera che inizierà a salvarlo in ogni modo possibile.
Per un istante, i miei occhi si soffermano su un tizio incredibilmente alto che mi sta fissando all’estremità del bancone. Nel turbinio di corpi impegnati nella caccia, lui risalta per la sua immobilità.
Il cammino che inizieranno riuscirà ad abbattere ogni barriera? Rafe, con pazienza e perseveranza lo farà entrare nel suo mondo, gli mostrerà quanto può far bene all’anima dedicarsi con passione al prossimo, gli insegnerà che rifiutare se stessi potrebbe solo portarlo all’autodistruzione.
Ho la stranissima sensazione di essere stato catapultato in un altro mondo, come in un film di fantascienza. È come se mi fossi svegliato stamattina, fossi salito in macchina e, a un certo punto, avessi attraversato uno… com’è che lo chiamano in quei film? Squarcio spazio temporale? Sì, come se avessi attraversato uno squarcio spazio temporale e adesso mi trovassi in una North Philadelphia alternativa, con questa persona che non esiste nella vita reale, a fare cose che non farei mai nella vita reale, tipo insegnare, sentendomi come non mi sono mai sentito nella vita reale. Quasi… cos’è l’opposto di triste? È come se avessi una carica calda nel petto. Energia, forse, ma non è il tipo di energia nervosa che mi spinge di solito a correre o scappare finché non sono in grado di stare seduto senza farmi a pezzi. È… cazzo, non lo so.
La passione tra loro, devastante e incontrollabile, scatterà col tempo, perché Rafe sa attendere e rispettare chi ha davanti, perché lui ha visto in Colin quello che Colin stesso non riesce proprio a vedere di sé: un uomo dolce e buono, che attacca per proteggersi.
Abbassa lo sguardo sulle sue mani.
“E adesso se n’è semplicemente… andato. E non so come accettarlo.”
Non cerca di farla passare per una cosa di poco conto, né di dissimulare o comportarsi come se stesse bene quando non è così. Lui… subisce il dolore. E non so cosa darei per essere come lui. Il cuore mi martella nel petto e sto sudando, ma non posso più trattenermi: ho bisogno di toccarlo, farlo mio, assorbire un po’ di quella tristezza, che pare tanto familiare.
Mi isso sulle ginocchia e sfioro le sue labbra con le mie. All’inizio sobbalza, come se non fosse quello che si aspettava che facessi, ma poi si rilassa e mi permette di baciarlo.
Non posso credere che sto baciando un uomo.
Non riesco a credere che sto baciando Rafe.
Ma anche Rafe ha i suoi fantasmi, che non lo fanno dormire, che lo rendono insicuro e Colin non riuscirà a comprendere subito la profondità dell’abisso che l’uomo si porta dentro.
Come fu a suo tempo per Rex, Rafael è il personaggio che più mi è entrato dentro; è un uomo che lotta ogni giorno contro la sua dipendenza, che ha pagato per gli errori commessi in gioventù e continua a farlo perché la società non accetta chi è come lui, e non parlo della sua omosessualità, che forse è l’unico aspetto di sé che non vive come un fardello.
“Questo lo capisco,” rispondo. “Ma, voglio dire, il punto non è che devono essere puniti?”
Rafe si raddrizza, e solo ora che mi rendo conto di quanto spesso tende a piegarsi verso di me. Sembra più distante e, quando parla, il suo tono suona impaziente.
“La gente sbaglia, Colin. Ciò non significa che si meriti di soffrire per sempre. E poi educarsi per conto proprio sarà d’aiuto per quando verranno rilasciati.”
Colin è un’anima fragile, come se i suoi nervi fossero sempre esposti, Rafe è un faro che gli indica la direzione, verso una vita migliore e un amore puro; inizia così per Colin un percorso tutto in salita per accettare prima di tutto se stesso, infine la figura che ha idealizzato e della quale ha sempre cercato l’approvazione.
Come ben sappiamo un determinato fatto manderà in pezzi il suo equilibrio già precario.
Da quel momento “rinascere” sarà difficile e forse impossibile.
Quando Rafe si decide finalmente a parlare, la sua voce è forzata, preoccupata.
“Avresti potuto morire,” afferma, guardando il soffitto.
Scuoto la testa, e il fruscio dei miei capelli che sfregano sul cuscino è quasi assordante.
“Oh, non pensi che sarebbe potuto succedere?” Rafe si issa su un gomito e si volta per guardarmi. “Ti sei addentrato nell’oceano di dicembre con addosso solo i boxer e una maglietta, Colin!”
Dà un colpo al materasso con il palmo della mano e ricade sul letto. Con le mani a pugno si copre gli occhi.
“È questo che vuoi?” domanda a bassa voce.
“Mhm?”
“Suicidarti. Siamo arrivati a questo punto? È una cosa che devo sapere.”
La mia risata è nervosa.
Questa storia è uno spaccato triste, emotivo e reale sulla vita di due persone fatte l’una per l’altra, estremamente coerente, estremamente brutale, estremamente distruttivo se non si arriva a capire che l’amore per se stessi è fondamentale per essere felici.
Ad accompagnare la rinascita di Colin ci saranno i ragazzi dell’AG, l’associazione per minori queer, Daniel e Rex faranno di nuovo capolino e Rafe, beh Rafe sarà il centro nevralgico per tornare a vivere una vita degna.
Un’ultima considerazione se permettete: so di non riuscire a trasmettere a parole cosa questo libro mi abbia lasciato, le sensazioni sono troppe e troppo forti, mi sembra quasi di banalizzare un gioiello trasformandolo in un pezzo di vetro senza valore; ma di una cosa sono certa oltre ogni dubbio e cioè che non potete perdervelo, perché è un piccolo capolavoro che vi lascerà la pelle in carne viva, sensibile, bruciante, e allo stesso tempo sarà lenitivo sulle ferite che provocherà.
Imperdibile.
Recensione e FanArt:
Editing:
Commenti
Nessun commento ancora.