La città di Rocha è costantemente minacciata dalla malavita e dalla corruzione e il pericolo è sempre dietro l’angolo. Sembra non esserci più onestà in un mondo pieno di corruzione ma questa volta, come baluardo della giustizia sorge un vigilante, D’Ark, che cerca di aiutare la città a rialzarsi da questo baratro d’illegalità. La storia segue parallelamente la vita di due fratelli: Giorgia e Michele Mestri. Giorgia, una ragazza forte e determinata che ama il suo nuovo lavoro, parteciperà alla ricerca di un noto serial killer di nome Guignol che trascina dietro di sé le sue povere anime in una lotta senza fine. La squadra dei profiler, insieme alle forze dell’ordine, si batterà con grande dedizione per la sicurezza e per la sopravvivenza dei cittadini. Mentre suo fratello Michele, il giornalista, seguirà il caso del vigilante occupandosi di scrivere la verità su chi sia questa famosa celebrità. Aiutati dal loro intuito e dalla loro forza di volontà, entrambi si renderanno conto di quanto la realtà che li circonda sia più complicata di quanto appaia. Esiste davvero questo eroe oppure è una mera invenzione di una società senza giustizieri? Riuscirà Rocha a distinguere il bene dal male? Ciò che è reale da ciò che non lo è?
“D’Ark, Il gioco dell’alfiere” è un romanzo scritto a quattro mani. Narra le vicende di Giorgia, profiler impegnata nelle indagini sul caso di Guignol, il serial killer più ricercato del momento, colui che uccide con un modus operandi perfetto, senza lasciare tracce, e di Michele, fratello di Giorgia, un giornalista che si occupa della campagna elettorale di uno dei Prefetti in gara per il comando della città: Gabriel Hunter.
Ligio al dovere e alla smodata ricerca della verità, Mike, non si tirerà indietro di fronte a minacce, soldi, fortuna e carriera: niente di tutto ciò riuscirà a fermarlo fin quando le ingiustizie del mondo in cui vive non verranno svelate. Si imbatterà, così, in Jacopo Stiletto, la falsità politica fatta persona.
Nella trama si parla di questo famigerato eroe, D’Ark, paladino della giustizia, pronto ad aiutare sia la profiler che il giornalista nell’intrigo in cui si sono addentrati; peccato, però, che se ne parli davvero pochissimo. La sua storia è marginale, così come quella del serial killer, entrambe curate solo nella prima parte e con un’unica vera scena degna di nota. Il resto è un po’ un mix tra Gotham City, Superman senza super poteri (almeno finora) e la mafia.
Non posso definirlo thriller: non mi è entrato sotto pelle, non ho provato le emozioni e le paure degne di un libro del genere, che mi appartiene fin da ragazzina.
Indubbiamente trasmette un valore importante che servirebbe, al giorno d’oggi, anche nella realtà. Michele è un personaggio che ho apprezzato tanto e che mi ha fatto sperare realmente che ci sia qualcuno in grado di amare la verità e la giustizia più della sua vita. Sicuramente sarebbe un mondo migliore.
La seconda parte del libro, quella che lo riguarda, è molto articolata e interessante, tutti i sotterfugi, gli amici nemici e i nemici amici, sono descritti nei minimi particolari, rendendo il lettore maggiormente consapevole di quanto possa essere spregevole l’essere umano quando vuole arrivare in alto.
Le autrici sono sulla stessa lunghezza d’onda: personalmente non mi sono resa conto del passaggio da una mano all’altra. Si notano alcuni refusi che un’attenta rilettura potrà sicuramente eliminare.
Detto ciò, il romanzo si legge bene, attendo il seguito per capire qualcosa di più, conoscere le sorti dei due fratelli e approfondire ancora meglio D’Ark.
“Nell’oscurità echeggiarono i ticchettii dell’orologio appeso alla parete. Così come il tempo scandiva le ore nel suo infinito ciclo perpetuo, anche il male avrebbe riecheggiato in un ciclo inesauribile di violenza fino allo scoccare della morte di uno dei due fieri guerrieri e al caos che ne sarebbe derivato.”
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