Dixie Charmichael non è mai stata molto fortunata con le storie d’amore. Ed è frustrante, perché sembra che quasi tutti i suoi amici all’improvviso abbiano trovato l’anima gemella. Non che a lei manchino le occasioni di incontrare ragazzi interessanti, visto che, con i suoi occhi da cerbiatta, i riccioli sbarazzini e tutte le curve al posto giusto è decisamente sexy. Il più intrigante di tutti è senza dubbio Dash Churchill, un ex soldato ombroso e scostante che fa il buttafuori nello stesso locale in cui lavora lei. Si capisce al volo che è di passaggio e non intende mettere radici in città, e per questo Dixie farebbe bene ad andarci cauta con lui: l’attrazione va bene, un po’ di divertimento e magari del buon sesso anche, ma deve stare attenta al proprio cuore. Perché anche se Church sembra catturato dal suo sorriso contagioso e dal suo ottimismo, Dixie sa comunque troppo poco di lui. L’unica certezza è che loro due sono diversi come il giorno e la notte, e iniziare una storia con un tipo così potrebbe distruggerla. Ma a volte, semplicemente, il cuore non lascia altra scelta.
Nei precedenti libri abbiamo solo intravisto Dixie e Church, ma adesso possiamo conoscerli decisamente meglio e scoprire tutto ciò che il taciturno Church non ha mai detto.
Sappiamo che Dixie è attratta da Church, mentre lui sembra indifferente. Lei ci prova in tutte le maniere ma nada… niet… nein, il ragazzo la ignora alla grande. Così lei cerca di dimenticarlo uscendo con ragazzi conosciuti tramite delle App apposite, ma si rivelano tutti appuntamenti catastrofici: un ragazzo le ruba il portafoglio mentre è in bagno; un altro, della stessa età del padre, le chiede di partecipare a un ménage a trois con la moglie, visto che i figli dormono fuori casa. E, dulcis in fundo, il migliore: uno che si presenta all’appuntamento con la madre, non spiccica una parola, lasciando parlare sempre la mammina che, a fine serata, vuole addirittura entrare in casa. Dixie è sconvolta (io pure!) e smette di essere “educata”. Sì, perché Dixie vede sempre il bicchiere mezzo pieno, sorride in continuazione e vuole che tutti siano felici. Ma quando Church la vedrà turbata e le chiederà: “Stai bene?” lei rimarrà stupita, perché nessuno glielo ha mai chiesto.
No, mi sono immobilizzata, inchiodata a terra e ammutolita dallo stupore, perché in ventisei anni nessuno si era mai preoccupato di chiedermi se stavo bene. Tutti davano per scontato che fosse sempre così.
Ero la ragazza che sapeva cavarsela con chiunque.
Ero la ragazza che non chiedeva mai aiuto.
Ero la ragazza che sorrideva sempre, anche quando quel sorriso faceva male.
Ero la ragazza sempre pronta ad ascoltare o a offrire una spalla a un amico, anche quando in realtà non avevo tempo.
Ero la ragazza da cui tutti correvano per risolvere un problema, perché mollavo tutto per provarci, anche se era irrisolvibile.
Ero la ragazza che non permetteva mai a niente e a nessuno di abbatterla, e che si impegnava per sostenere anche tutti gli altri.
Ero la ragazza che stava sempre bene, per gli altri… e quindi nessuno mi chiedeva mai come stavo… ma lui l’aveva fatto, e il mondo si era fermato.
Church invece è tutto l’opposto: è chiuso, taciturno, non lascia avvicinare nessuno perché ha paura di perdere le persone che ama. Infatti, sono dieci anni che non vede suo padre e suo fratello. La storia di Church è molto triste: dall’infanzia all’adolescenza ha perso le due persone che più amava nella sua vita e ha deciso di non voler più soffrire. E per non soffrire basta non amare, ma, quando conoscerà Dixie, tutto ciò che ha fatto per stare alla larga dalle persone crollerà come un muro di carte.
La desideravo perché era Dixie, e qualcosa in lei illuminava i luoghi oscuri dove avevo vissuto così a lungo, ma sapevo con ogni fibra del mio essere che non me la meritavo, e che se volevo fare quello che era meglio per lei non avrei dovuto permettere a nessuno di noi due di credere neanche per un istante che avrei potuto tenerla con me.
Dixie è sexy, dolce e sconvolgerà totalmente i suoi piani. La dolce barista riuscirà a scalfire la sua corazza anche grazie a un incidente domestico accaduto a una persona vicina a Church, e lui dovrà tornare a casa ad affrontare le sue paure e la sua famiglia.
Sapevo com’era amare e perdere la persona amata, e non avevo la forza o il coraggio di ritrovarmi in quella situazione, anche se quella donna solare e sensuale mi tentava, cercando di farmi buttare al vento ogni cautela.
Church chiarirà con suo padre, chiederà scusa al fratello per non essere stato presente nella sua adolescenza e salverà Dixie da uno psicopatico. Durante la lettura della storia di Church e Dixie, inizieremo a conoscere Wheeler e Kallie, sorella minore di Dixie, combinaguai per antonomasia e traditrice seriale. Questa volta Wheeler non la perdonerà, nonostante la confusione generata un po’ in tutti nello scoprire con chi lo abbia tradito e perché.
Anche Poppy farà qualche comparsata come amica e dog-sitter di Dixie, e questi piccoli particolari mi fanno pensare che Mrs Crownover li metterà come protagonisti del prossimo libro (spero).
Mrs Crownover in questo libro ha descritto il dolore della perdita, la paura di perdere le persone amate, il come le persone reagiscono in maniera differente, ciascuna a modo suo, di fronte agli orrori che la vita ci può riservare. Io personalmente mi rispecchio di più in Church che in Dixie… e voi?
Se volete ridere, piangere, scontrarvi con un po’ di razzismo, leggere di incontri caldi e sudati, allora questo terzo libro della seria Saint of Denver fa per voi. Buona lettura.
Quel giorno avevo capito che non era affatto meglio aver amato e perduto piuttosto che non avere amato. Senza amore potevi sopravvivere. Era un’esistenza vuota e superficiale, ma faceva meno male che vivere ogni giorno sapendo quello che ti eri perso, quanto era orribile l’assenza di qualcuno che amavi.
«È così strano vedere questa foto e sapere che a un certo punto della tua vita sei stato un normale adolescente. Non riesco a immaginarti altro che imbronciato e strafottente.»
Mi passai una mano sulla faccia, poi mi tolsi il giubbotto per lanciarlo sul letto, accanto alla sua roba. «Be’, sono sicuro che prima dell’incidente di tuo padre tu non eri così solare. Le nostre esperienze ci modificano, nel bene e nel male.»
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