Il premio Nobel per la letteratura è uno dei cinque stabiliti per diritto da Alfred Nobel nel 1895 con testamento olografo e viene attribuito all’autore che “si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale”.
Quest’anno il prestigioso riconoscimento è stato assegnato, in data odierna, a Kazuo Ishiguro, scrittore giapponese, naturalizzato britannico. Autore di lingua inglese, la commistione tra mondo occidentale e orientale è alla base delle sue opere – edite in Italia da Einaudi – alcune delle quali hanno ottenuto la trasposizione sul grande schermo come Quel che resta del giorno, vincitore del Man Booker Prize nel 1989, e Non lasciarmi, insignito del premio Alex per il romanzo adult con la più alta attrattiva per i ragazzi dai 12 ai 18 anni.
“Nei suoi romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo” recita la motivazione della Svenska Akademien, l’Accademia svedese che è incaricata dell’assegnazione del Nobel per la letteratura.
Oggi, sembra quasi profetico quanto aveva scritto un critico del Washington Post a proposito di Quel che resta del giorno: “Ishiguro incanta e commuove di nuovo”.
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