Titolo: Vivere in controluce
Genere: Narrativa
Pagine: 205
Anna è una donna felice e realizzata: dipinge, è moglie, è madre.
Davanti a una tazza di caffè, un giorno, ripercorre passo dopo passo gli anni trascorsi dalla prima adolescenza. Con occhio velato, guarda dentro al suo cuore: che ora è libero dalle catene dell’odio e del rimpianto, ma non è sempre stato così.
A 14 anni, l’esistenza di Anna è stata travolta da un evento inaspettato. Da allora, si è resa conto che la vita non va confusa con la mera sopravvivenza: per vivere davvero, ci vuole coraggio, soprattutto ci vuole l’Amore.
Il suo è stato un lungo percorso di scoperta e crescita, di sofferenza e gioia: alla fine, ha ritrovato se stessa, quella bambina-donna che aveva smarrito nel dolore e nell’autolesionismo.
Anna ha imparato ad amare e a farsi amare. Ha trovato la strada giusta per il futuro che ora le appartiene.
La gonna gocciolava sul pavimento e la mia pelle era gelida. Non tremavo per la paura. Ero infreddolita e triste, infinitamente triste.
«Stai bagnando tutto il pavimento!»
La sua voce era calma, ma con un’intonazione che non ammetteva repliche all’ordine implicito di andare a cambiarmi.
Mia madre abbassò la testa e mi trascinò nella mia camera al piano di sopra, dove non mi fu permesso di riscaldarmi sotto la doccia, ma soltanto indossare abiti asciutti, perfettamente stirati, e acconciarmi i capelli in modo impeccabile.
Quando scendemmo, mio padre era in salotto e stava sorseggiando il suo scotch liscio, misurato e di marca.
Mia madre mi tenne al suo fianco mentre salutava mio padre, così come lui voleva fosse fatto.
Io non ci riuscii. Non so che mi prese, ma tenni il capo chino e lo sguardo fisso sui miei piedi.
«Perché è uscita conciandosi in quel modo?»
Ovviamente con me nemmeno parlava. Il suo modus operandi era chiaro, lo era sempre stato: ferire la vittima attraverso la persona innocente a cui teneva.
Mia madre, forse sapendo già cosa le aspettava, non rispose.
Non seppi mai se ciò che la fermò dal dare quella che a me sembrava una semplice risposta fu la paura o la rassegnazione, sta di fatto che la mancata motivazione scatenò l’ira di mio padre.
Fu la prima e ultima volta che mi spaventò.
Ci si abitua a tutto, con il tempo.
La sua mano sulla guancia di mia madre fece un rumore assordante, lo stesso che si ode quando uno specchio cade a terra frantumandosi. Lo stesso che fece il mio cuore riducendosi in mille piccolissimi pezzi.
Cristina Neri, la donna magnifica e quasi angelica, la mia mamma, cadde a terra. La udii e, solo quando finalmente alzai lo sguardo, la vidi tenersi la guancia con una mano e fissare il tappeto.
Non ci fu altro frastuono, solo la voce di Mario Zago, l’uomo che non mi aveva voluta e mai mi avrebbe accettata, ma che avrei dovuto continuare a chiamare papà:
«Non deve ripetersi, Cristina. Se accade di nuovo dovrò prendere provvedimenti e smettere di esaudire i tuoi desideri. Lo sai che senza di me non sopravvivresti nemmeno un minuto e, ascolta bene, insegna a TUA figlia come ci si comporta. Non intendo ripetermi. Odio dovermi ripetere! Conosci le regole, falle rispettare o ti riterrò indegna di fare da genitore!»
Detto questo, tornò a sedersi sul divano con il suo bicchiere come se nulla fosse.
Io non avevo più osato respirare.
Mia madre si alzò e uscì in fretta dalla stanza portandomi in camera.
«Ora stai qui, semmai più tardi ti porto qualcosa da mangiare. Non fare confusione e dormi.» Più che un ordine la sua era una supplica. Una richiesta che non pensai minimamente di rifiutare.
Mi baciò la fronte e se ne andò chiudendo piano la porta.
Feci appena in tempo a notare una goccia di sangue che le colava dal naso e la guancia rossa e gonfia.
Non piangeva, anche se i suoi occhi lo facevano già senza lacrime.
Rimasi ferma, lì dove mi lasciò, per un tempo che non saprei definire. Le lacrime scendevano silenziose e laceravano la mia tenera carne. Il ricordo della neve e del benessere provato venne rimpiazzato da un profondo disprezzo per me stessa e per la mia stupidaggine.
Non avevo riflettuto, avevo solo desiderato andare a toccare quel manto bianco, sentire che rumore avrebbe fatto sotto le mie scarpe un tappeto di candidi fiocchi.
Io non sapevo di aver compiuto un gesto che milioni di bambini come me erano soliti fare. Non sapevo che non era sbagliato. Non sapevo che era mio diritto essere felice. Ma, soprattutto, non sapevo che quel momento avrebbe segnato una svolta: la fine di una bambina, che bambina non lo era mai stata davvero. Sapevo solo che il mio nome era Anna Zago e che dovevo essere perfetta.
Ogni giorno un estratto!
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Giorgia ha 39 anni ed è una mamma e una moglie che ha dovuto interrompere tutto per i figli.
Il tutto non è importante, era tanto tempo fa.
È nata e vive in Veneto, vicino a Venezia. La città sul mare che ha ispirato e ospitato grandi artisti. Un luogo di eterna cultura e splendore.
Ha iniziato a leggere come tutti: a scuola. In tenera età prediligevo il gioco, crescendo ho scoperto la lettura e, con essa, sono cresciuta.
Ha iniziato a scrivere molto presto: poesie e pensieri. Aveva 13 anni quando “Les Fleurs du mal” di Baudelaire giunsero nelle sue mani, fu un caso e un amore a prima vista. Dopo la lettura del “poeta meledetto” iniziò a comporre brevi pensieri, talvolta in rima.
Nessun componimento superò il muro di cinta della sua casa, almeno fino all’avvento dei social media.
Polvere sui ricordi è il titolo della sua prima pubblicazione avvenuta nel Marzo 2017.
Odia la domanda “perché scrivi”. Scrive perché le piace e perché ha qualcosa da dire. Ama le storie che contengono un significato (foss’anche quello di divertire) e che sappiano scatenare emozioni forti. Con la scrittura e nella scrittura Giorgia si ricarica e trova il bandolo della matassa dei suoi vorticosi pensieri.
Non ama parlare di sé, preferisce lasciare frammenti del suo essere tra le pagine dei suoi racconti.
Se cercate titoli onorifici o lauree ad honorem, avete sbagliato persona: non ha una laurea né ha conseguito alcun premio letterario; per vincere bisogna partecipare. Lei non ha partecipato.
Nel tempo libero da scrittura e famiglia, Giorgia legge molto e spazia senza sosta da un genere all’altro, senza mai farsi mancare un classico.
Collabora in veste di recensore per il blog letterario Insaziabili Letture.
Ha scritto e auto pubblicato tre libri:
– Polvere sui ricordi (self Publishing) – Narrativa rosa contemporanea
Amore e guerra. La relazione profonda tra essere e vivere.
– Guida astronomica per genitori alienati (self publishing a quattro mani con l’autore Massimo Della Penna) – Comico-famiglia
Un ironico viaggio attraverso le piacevoli disavventure genitoriali.
– Non camminerai mai più da solo (self publishing con l’autore Stefano Iacuessa) – Narrativa contemporanea
Una novella sul rapporto tra due fratelli immersi in un contesto sociale alquanto comune.
Il genere che più le si addice è la narrativa rosa o contemporanea, tuttavia, è un’autrice che ama sperimentare e azzardare. Il suo motto è studio, impegno e applicazione.
Grazie ❤️❤️❤️