In occasione dell’uscita dell’ultimo volume della trilogia “I fuochi danzanti” di Piero Iula, atteso per il 1 gennaio 2018, il secondo volume della serie è scaricabile gratuitamente.
La serie è così composta:
Il Mago Pellegrino, vol.1;
La Signora delle Tenebre, vol.2;
Il Re Folle, vol.3.
Il Mago Pellegrino
Siamo nel regno di Thera, mondo magico e teatro di una sanguinosa lotta tra le forze del bene, capeggiate da Syrion contro Baalthus, il Signore Oscuro del male. Dopo mille anni da quegli scontri, nei dintorni della città di Zaphyra, divenuta nel frattempo una delle più ricche e pacifiche dei Sette Regni, sembrano aprirsi nuovi portali che minacciano il ritorno degli antichi demoni. Aloysius Limerick Medina, ultimo dei Grandi Maghi e creatore degli implacabili Fuochi Danzanti che proteggono i confini della città, viene chiamato dal re Leothard per fare luce sulle presenze oscure. Non sa che di lì a poco, lui stesso e il suo re cadranno vittime di un terribile incantesimo che li lascerà in uno stato di vita sospesa. Le sorti di Zaphyra e dell’intero regno di Thera dipenderanno, allora, esclusivamente dal coraggio dell’erede al trono, Elinor, dotata di un grande talento nella battaglia, e del Guardiano della Foresta dei Fuochi Danzanti, al quale verrà affidato il compito di accompagnarla in un viaggio nelle terre del male, alla ricerca della Chiave di Syrion, l’unica che potrà chiudere definitivamente il passaggio tra i due mondi e spezzare l’incantesimo.
Harald Milius, mite guardiano all’apparenza senza alcun potere, e una principessa dotata solo di un spada, si metteranno sulle tracce dell’infido Rufus, inviato dal Signore Oscuro per ordire l’inganno ai danni del re. Ciò che scopriranno sarà, in loro, una forza più potente di qualsiasi magia.
Un fantasy medioevale che segue tutti i criteri del genere, a partire dalle ambientazioni che si apriranno davanti agli occhi del lettore come dipinte su una mappa, attraverso cui seguire passo passo il viaggio degli protagonisti, tra epiche battaglie, sortilegi e colpi di scena.
La signora delle Tenebre
Questo secondo episodio della Trilogia De I fuochi Danzanti, condurrà i lettori in un viaggio attraverso un mondo distopico in cui si mescolano magia e scienza, nell’eterna battaglia tra il bene e il male.
Il Guardiano della Foresta dei Fuochi Danzanti, Herald e la sua principessa Elinor, riescono a passare su Altro Mondo, il mondo del male dove un tempo era stato confinato l’oscuro signore Baalthus e adesso dominio della bellissima e fatale Signora delle Tenebre Belial. Demone dall’aspetto ammaliatore, che tiene soggiogato il suo popolo attraverso un esercito di Guardie senz’anima che razziano e distruggono tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Per recuperare la Chiave di Syron, caduta nella sue mani, Elinor e Herald, dovranno attraversare, senza essere scoperti, questo mondo parallelo, del tutto uguale alla loro amata Thera, ma afflitto da una miseria alla quale solo in pochi provano a ribellarsi, a rischio della propria stessa vita. Passando attraverso città nascoste nelle montagne e deserti minacciati da Uomini Grigi e divoratori della mente, grazie all’aiuto della resistenza armata dei Sylandiani, riusciranno ad inoltrarsi fin nel cuore del Castello Nero. Ma l’aura della principessa Elinor è troppo forte per sfuggire ai poteri della chiaroveggenza di cui si serve il più fedele dei maghi della Signora delle Tenebre, Rufus, e finirà preda di un’imboscata, privata della sua spada e dei suoi poteri nella battaglia. Quanto potranno essere efficaci i tonanti e la polvere nera ideati dalla resistenza contro la magia delle tenebre per riuscire a liberarla?
Il Re Folle
Cosa fareste se al vostro ritorno a casa non trovaste nulla di ciò che aveva fatto parte del vostro mondo?
È questo ciò che accade a Elinor e Harald, protagonisti anche di quest’ultimo episodio della trilogia fantasy “I Fuochi Danzanti”.
Il loro viaggio su Altro Mondo per scongiurare l’invasione dei demoni della Signora delle Tenebre, Belial, è forse durato troppo a lungo e al loro ritorno troveranno la “Dama Bianca”, la loro Zaphyra, macchiata dall’impronta di poteri di ben altro genere. Le forze di Malvina, guidate dal Consiglio delle Corporazioni dell’eminenza grigia Yessup Tarleyton, hanno invaso buona parte dei regni di re Leothard, costringendolo all’esilio insieme al suo esercito nelle Terre Desolate.
L’erede al trono, Elinor e il suo amato Harald, ancora una volta prigionieri, verranno separati forse per sempre. Sulle spalle della principessa ricadrà, infatti, il destino non solo del padre Leothard, ma di tutte le popolazioni del regno. Sotto la minaccia di un inasprimento delle condizioni dell’invasione, dovrà decidere se cedere al ricatto di sposare il folle re Roscoe di Malvina per scongiurare ulteriori violenze, uccisioni, ruberie e stupri… o rimanere fedele al suo amore.
“La sua mente era molto pronta a cogliere, in un istante, tutte le implicazioni che l’accettazione o il rifiuto dell’oscena proposta di matrimonio avrebbero comportato.
Ovviamente le ripugnava anche la sola idea di andare in sposa ad un uomo che sapeva essere crudele, vendicativo e mentalmente instabile, ma uno sdegnato e definitivo rifiuto avrebbe comportato conseguenze gravissime.
Avrebbe dovuto guadagnare tempo.
Avrebbe dovuto farlo senza che sospettassero (…) avrebbe giocato una partita a scacchi difficilissima da vincere quanto difficile da combattere”.
Harald avrebbe voluto gridare, avvertire quella persona, che vedeva muoversi nella radura, che di lì a pochi minuti i Fuochi Danzanti si sarebbero attivati e non ci sarebbe stata nessuna possibilità di scampo.
Sapeva che sarebbe stato inutile. Il vento spirava in direzione contraria e la sua voce non sarebbe arrivata così lontano; non avrebbe comunque potuto far nulla per salvare quella persona e i suoi animali. La situazione drammatica in cui si era improvvisamente trovato, gli fece accantonare il proposito di esplorare la valle boscosa oltre la cresta. Cominciò subito a ridiscendere il declivio che aveva appena faticosamente salito, dirigendosi veloce verso la radura. Sentiva il dovere morale di accertare chi fosse quell’uomo, o donna, che era andato incontro ad una morte rapida ed ineluttabile.
Voleva tentare di capire perché quell’uomo si trovasse, di notte, nella Foresta Proibita e voleva raccogliere informazioni per fornire ai Guardiani della Legge di Zaphyra un rapporto il più esauriente possibile sull’accaduto. Aveva appena iniziato a scendere quando, intorno a lui, i Fuochi si accesero. Erano dappertutto, sotto la volta buia della foresta.
Lui era il Guardiano della Foresta e i Fuochi lo rispettavano, tenendosi sempre ad una decina di metri di distanza da lui. Fu costretto a rallentare la sua discesa perché il declivio era scosceso .
I Fuochi non si avvicinavano troppo a lui, e il terreno che i suoi stivali calpestavano poteva nascondere buche o radici sporgenti e, se fosse caduto malamente, non ci sarebbe stato nessuno a venire in suo aiuto.
Mentre scendeva, avvertì l’odore di un fuoco di legna.
Com’era possibile?
Capitava, anche se raramente, che si accendesse qualche piccolo incendio durante la stagione secca, ma mai nel folto della foresta., e poi aveva piovuto di recente e il terreno era ancora umido.
Si fermò un attimo ad annusare l’aria.
Si! Non c’era dubbio! Quello era l’inconfondibile odore di un fuoco di bivacco!
C’era qualcosa che non quadrava in quella storia.
La persona che aveva visto dall’alto si muoveva nella radura con calma e naturalezza, e non sembrava avere alcuna paura di quello che sarebbe successo di lì a poco.
O era inconsapevole che i Fuochi si sarebbero attivati al calar del sole, e questo gli sembrava improbabile, oppure… oppure aveva trovato il modo di non essere attaccato e ucciso.
Tra poco sarebbe arrivato al limite del vasto spiazzo erboso e avrebbe trovato risposta ai suoi dubbi.
Il declivio si era molto addolcito e Harald poté vedere, poco lontano, le fiamme di un piccolo fuoco.
Harald era capace di muoversi nella foresta senza produrre il minimo rumore. Cominciò ad avanzare con cautela, avvicinandosi silenzioso come un’ombra al piccolo accampamento.
Si acquattò tra gli arbusti al bordo della radura, e finalmente riuscì a scorgere con chiarezza il bivacco illuminato dal fuoco scoppiettante.
Un cavallo grigio e un mulo, legati ad un arbusto a pochi metri dal fuoco, brucavano tranquillamente l’erba alla portata dei loro musi.
Dalla parte opposta del falò sedeva un vecchio con una corta barba e folti capelli candidi tagliati appena sopra le spalle.
Aveva montato sul fuoco un treppiede di ferro a cui era appesa, con una corta catena, una pignatta da cui usciva un filo di vapore e un appetitoso profumo di stufato. Quando l’odore del cibo raggiunse le narici di Harald, il suo stomaco, vuoto da troppe ore, emise un lieve brontolio, rammentandogli che l’arrampicata e la successiva rapida discesa l’avevano lasciato affaticato ed affamato.
Distolse il pensiero dall’idea del cibo e ricominciò a muoversi silenzioso come un gatto.
Voleva aggirare il bivacco fino a portarsi alle spalle del vecchio; da lì aveva meno probabilità di essere visto e sentito e avrebbe potuto avvicinarsi un po’ di più per tentare di capire chi fosse l’intruso nella sua foresta.
Improvvisamente fu colpito da un dettaglio che prima, per la sorpresa e l’agitazione, non aveva notato: i Fuochi si tenevano a distanza dal bivacco per un raggio ben maggiore di quello a cui si tenevano discosti da lui: la zona libera dalla loro presenza aveva un raggio di almeno trenta metri!
Sapeva che nessun Mago o Incantatrice, malgrado in molti ci avessero provato, era mai riuscito a produrre un incantesimo di protezione efficace contro i Fuochi Danzanti: troppo complesso e potente era il costrutto magico che li aveva generati!
Il mistero si infittiva e il suo desiderio di sapere diventava sempre più impellente. Doveva però agire con prudenza.
Lo sconosciuto avrebbe potuto avere mille motivi per tenere nascosta la sua presenza nella Foresta Proibita, e Harald sospettava che non gli mancasse la capacità di eliminare qualunque testimone sgradito.
Continuò la sua silenziosa manovra di aggiramento, fino a portarsi alle spalle del vecchio, a non più di una dozzina di metri di distanza.
Si acquattò al riparo dei cespugli e cercò di calmare i battiti del suo cuore.
Ora poteva osservare la figura intenta a tagliare qualcosa con un coltello: i piccoli pezzi cadevano in una ciotola che teneva in grembo.
Con un gesto improvviso l’uomo si alzò, rivelando un’agilità sorprendente per un vecchio canuto, si avvicino alla pignatta che borbottava sulla fiamma e vi lasciò cadere dentro ciò che aveva appena finito di tagliare.
Con un lungo mestolo di legno rigirò gli ingredienti e si portò alla bocca un boccone fumante.
«Ottimo! È quasi pronto! Cara Blanche, tu e il tuo amico avete già riempito lo stomaco e adesso tocca a me! Non pensavo di essere così affamato fino a quando non ho sentito il profumo dello stufato. Con l’aggiunta di un po’ di Fungo della Vita sarà un piatto da fare invidia alla cucina di un re».
Il vecchio aveva parlato con il suo cavallo, anzi, giumenta, visto che l’aveva chiamata Blanche.
Senza un reale motivo sentì la tensione e la paura che si allentavano.
Chi era capace di rivolgersi in modo così gentile e familiare ai suoi animali non poteva essere una persona malvagia.
Il vecchio si risedette e cominciò ad armeggiare in una sacca che teneva accanto.
Ne estrasse un’altra ciotola di legno e un paio di cucchiai, anche loro di legno.
Poi la sua voce profonda e gradevole echeggiò ancora nella foresta.
«Allora, ragazzo! Non sei ancora stanco di girarmi intorno come un avvoltoio? Lo stufato di coniglio è quasi pronto e ce n’è a sufficienza per tutti e due. Ti consiglio di non rinunciarci perché non avrai altre occasioni per assaggiare una simile prelibatezza».
Harald rimase senza fiato. Era a lui che lo straniero si era rivolto, come se lo stesse aspettando per un invito a cena.
Era sicuro di non aver fatto il minimo rumore, né poteva averlo visto perché non era mai uscito dalla protezione degli alberi. Chi era mai quell’uomo che, semplicemente fermandosi in una radura e preparando la sua cena, aveva dato mostra di possedere grandi poteri?
Una parte della sua mente gli suggeriva di darsela a gambe con tutta la velocità di cui era capace, ma il desiderio di sapere ebbe il sopravvento, e lui rimase lì, piantato come un piolo, con la mascella cadente e gli occhi sgranati. «Avanti, ragazzo! Non continuare a fissarmi la nuca e fatti vedere! Non ho alcuna intenzione di farti del male e poi dobbiamo parlare. Io ho tante domande da fare a te e tu ne hai altrettante da fare a me. Potremo soddisfare la curiosità di entrambi davanti ad un piatto fumante invece che giocare a rimpiattino».
Harald si riscosse, si drizzò in piedi e costrinse le sue gambe, improvvisamente malferme, a muoversi verso il fuoco e il misterioso personaggio che l’aveva appena invitato a dividere la sua cena.
Dopo ben vent’anni di onorato servizio come insegnante, Piero Iula decide di diventare un artigiano e insieme alla sua famiglia mette su la migliore ditta di produzione di “figurini storici da collezione” d’Italia; modelli creati con una maestria tale da poter essere considerati delle vere e proprie opere d’arte. La stessa cura e attenzione per i dettagli si possono ritrovare nelle storie che Iula inizia a scrivere, dopo una altrettanto onorata carriera di lettore: Verne, Stevenson, Salgari e infine l’incontro con Tolkien che lo avvicina definitivamente al genere fantasy e lo ispira nella stesura de “I Fuochi Danzanti”; ponderosa saga di ben 180 capitoli e 1200 pagine, che vanno a comporre la tela su cui Iula non ha fatto altro che dipingere il suo immaginario.
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