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Cosa fare quando il tuo amato cane ti rende la vita impossibile?
Chris non sa più che direzione prendere ed è quasi rassegnato, ma sarà proprio il suo pit bull Oscar a
sorprenderlo, stravolgendogli l’esistenza.
Tra disastri, rovinosi appuntamenti e un pizzico di surrealismo Chris e Oscar si avventureranno alla
ricerca dell’amore.
∴
Chris
«Maledetto, cagnaccio!» urlai.
Stavo di nuovo inseguendo Oscar che dava la caccia a un gatto per il parco. Schivavo la gente per non buttarla giù come birilli e, quando non ci riuscivo, mi scusavo tra un respiro ansimante e l’altro.
Inciampai e caddi un paio di volte, ma mi rialzai con prontezza e ricominciai a corrergli dietro. A un certo punto, finalmente, si fermò e io tirai un sospiro di sollievo. Ero già pronto ad agganciare il guinzaglio al collare, quando lui con una mossa fulminea mi scansò. La sua attenzione era stata catturata da uno scoiattolo su un albero. Oscar partì come un razzo per cercare di raggiungerlo.
E lo fece.
Solo io ero riuscito ad acquistare l’unica razza canina in grado di arrampicarsi a quel modo!
Mi ritrovai come uno scemo prima a chiedere e poi a ordinare al mio cane di scendere. Arrivai
perfino a supplicarlo. Oscar mi fissava con un’espressione perplessa e intorno a noi si stava
radunando una folla di gente sempre più numerosa.
Ero disperato. Sconfitto da un cane ed esposto al ridicolo ogni volta che lo portavo fuori casa. Mi accasciai senza fiato ai piedi dell’albero e incrociai le gambe, i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani che sorreggevano la testa.
Mi stavo quasi rassegnando a passare ore lì ad aspettare che si decidesse a scendere, quando una leccata decisa mi bagnò tutta una guancia.
Girai la testa e Oscar era seduto al mio fianco, perfettamente tranquillo, che mi guardava con due occhioni dolcissimi.
Ero spacciato!
Agganciai – grazie a Dio – il guinzaglio, mi rialzai e, nel farlo, vidi i miei pantaloni ricoperti di
chiazze verdi d’erba e marroni di terra. Ottimo! Avrei anche dovuto passarli con lo sgrassatore, prima di metterli in lavatrice. Tornai a casa abbattuto e con la vana speranza che non ci sarebbero stati altri problemi, almeno lungo il tragitto. Ma era solo una pia illusione.
∴
Oscar
Ero quasi dispiaciuto per il mio padrone. Quasi. Ma ehi, davvero credeva che al parco me ne sarei stato buono buono? Insomma, era troppo divertente inseguire ogni cosa che si muoveva! Lui, però, non lo capiva. Chris era serio, timido e… solo. Non veniva mai a trovarci nessuno in quella grande casa vuota, non aveva amici con cui uscire, non qualcuno con cui trascorrere la vita… forse per quello aveva preso me. Io ci provavo a movimentare un po’ le sue giornate, ma sembrava non apprezzarlo!
Il programma era sempre lo stesso: uscivamo presto al mattino per una passeggiata – quando
scappa, scappa! – poi andava al lavoro e tornava a metà pomeriggio. Mi portava al parco, cena la sera e poi divano con contorno di coccole. Nanna verso le undici.
Ci credo che avesse sempre quella faccia da cane bastonato! Che poi, perché si dice in quel
modo? Io ero molto felice! Certo, non mi aveva mai bastonato…
Aveva provato a portarmi al lavoro con lui, ma temo che non fosse andata come aveva progettato.
Se entrava qualcuno dalla porta, io ero tutto felice e correvo a salutarlo. Abbaiavo contento, gli
saltavo addosso e gli leccavo la faccia. Se però non mi davano retta, mordevo la stoffa dei loro
pantaloni e tiravo. Alcuni – pochi a dir la verità – parevano felici delle mie attenzioni, ma la
maggior parte aveva sbraitato e spesso imprecato. Io non capivo, sul serio. Come puoi essere
scontento quando qualcuno ti dimostra tutta la propria gioia nel vederti? Da allora Chris mi lasciò a casa.
A casa, però, mi annoiavo, allora provavo sempre nuove attività. Una volta avevo svuotato
l’intero cesto della biancheria sporca in bagno: fu uno spasso e i vestiti odoravano del mio padrone.
Chris aveva un buon profumo e mi faceva sentire bene, così, appena terminato, li avevo portati nella mia cuccia e mi ci ero sdraiato sopra. Lui non ne era stato felice. In un’altra occasione ero uscito dalla porticina del retro e avevo scavato tantissime buche in giardino. Qualche giorno prima, Chris aveva comprato delle piantine di fiori e aveva detto di volerle piantare nel weekend, avevo allora pensato di aiutarlo, facendo metà del lavoro. E non aveva apprezzato nemmeno quello.
Giuro, non sapevo più cosa fare con lui!
Le nostre giornate trascorrevano così: io facevo “disastri”, come li chiamava lui, e lui era sempre più avvilito.
Qualcosa doveva cambiare, ma non sapevo né cosa e né come!
⇔
Leah Weston da grande lettrice di romance e urban fantasy è passata al romance m/m appena l’ha scoperto.
La scrittura ha sempre fatto parte della sua vita… ha solo cambiato genere. Solare, piena di vita, non
riesce a tenere la mente ferma ed è sempre alla ricerca di una storia nuova da scrivere. Ama le
grandi città e adora conversare con le sue amiche di libri, stando sveglia fino a tarda notte.
Nel 2015 ha pubblicato con Triskell Edizioni il racconto gratuito m/m “You and me again”, ha
partecipato all’antologia gratuita “Short but sweet – Quando i protagonisti escono dai libri” e ha
pubblicato in self “Loves from the world”, antologia di racconti m/m insieme all’autrice Cristina
Bruni.
Nel 2016 ha partecipato con un racconto all’antologia di beneficenza “Oltre l’arcobaleno – il futuro
che vogliamo”, edita da Amarganta Edizioni, il cui devoluto è destinato a Rete Landford, avvocatura
per i diritti LGBT.
“Oscar, canaglia dal cuore tenero” è il suo secondo libro in self publishing.
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