In uscita il 10 settembre 2017
“Questo è il luogo in cui sei stata concepita, quello in cui la trama e l’ordito si sono intrecciati per assumere nuove sembianze. Il tessuto di cui sei fatta è pregno di una forza che attinge alla terra stessa…”
Lei è un’arma, ma ancora non lo sa.
Loro la vogliono, la cercano da prima della nascita dell’uomo e non si fermeranno mai.
Tornata in Irlanda per il funerale dell’amata nonna, la vita di Theresa è a un bivio.
Lì, nel luogo in cui ha vissuto la sua infanzia, lo strano potere che da sempre l’accompagna diventa man mano più incontrollabile, costringendola a fare i conti con un passato dimenticato e con un mondo che credeva essere il frutto di un’inquietante fantasia.
E chi è veramente Mikhail MacMouldon, l’ammaliante esecutore testamentario dell’eredità della nonna, che sembra così interessato a lei?
Solo un uomo ricco e affascinante che vuole un’altra donna da esporre nella sua collezione di conquiste o, piuttosto, una creatura senza tempo, dai grandi poteri, che intende appropriarsi delle capacità di Theresa e utilizzarle per i suoi scopi?
È forse uno di loro?
I ricordi di Theresa sono stati celati per anni, per proteggerla, ma il momento del suo Risveglio è giunto.
Ora dovrà solo scegliere da che parte stare.
Vita o Morte?
I suoi occhi stavano mutando, erano due pozze dorate in cui galleggiavano foglie smeraldine.
Si chinò su di me, la bocca sul mio orecchio, e con tono caldo e vellutato sibilò la sua eccitante minaccia: «Voglio nutrirmi di te sino a quando non sarò sazio, Theresa. Non ho idea di quanto tempo ci vorrà. Riuscirai a resistere?»
La sua mandibola, leggermente ruvida per un accenno di barba, mi sfregò la pelle, risvegliando un brivido.
Infilai le mani sotto la sua giacca e, mentre respirava sul mio collo, premetti le dita sui suoi fianchi saggiandone la consistenza marmorea. Poi, feci scorrere le mani sulla sua schiena e mi aggrappai alla stoffa sottile della camicia, lasciandomi sfuggire un sospiro. Il suo corpo era una lastra d’acciaio: lo immaginai su di me e dentro di me. Scuotendo la testa, mi liberai della sua presa sui capelli, e appoggiai l’orecchio sul suo petto, all’altezza del cuore alla ricerca dei battiti: c’erano e scandivano un ritmo forte e lento, e non potei che gioirne. Mikhail era una creatura immortale, ma era anche un uomo: da qualche parte dentro di lui – ne ero convinta – la sua anima parlava la stessa lingua della mia.
«Mettimi alla prova» sussurrai piano.
Senza esitare, una mano sulla nuca, catturò le mie labbra. Dischiusi le mie e la sua lingua guizzò nella mia bocca, danzando una musica lenta e sensuale. Non avevo idea di cosa provasse lui, ma sapevo bene cosa stavo provando io: ero liquida, molle ed ebbra, pronta a concedergli tutto, se solo avesse voluto.
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