♦ Traduzione a cura di Victor Millais
Triskell Edizioni, acquistabile qui ♦
Uno studioso solitario. Un detective privato. E un libro d’incantesimi che potrebbe distruggere il mondo intero.
L’amore è pericoloso. Fin dalla tragica morte dell’adorato amico, Percival Endicott Whyborne ha spietatamente soppresso qualunque sentimento per altri uomini. Preferisce trascorrere le sue giornate a studiare lingue morte nel museo dove lavora. Così, quando l’affascinante ex-Pinkerton Griffin Flaherty lo contatta per tradurre un libro misterioso, Whyborne vuole solo finire il lavoro e sbarazzarsi del detective il più in fretta possibile.
Griffin ha lasciato la Pinkerton dopo la morte del suo partner. Si è messo in proprio, e ora deve investigare sull’assassinio di un giovane benestante. Unico indizio: un libro in codice un tempo appartenuto alla vittima.
Il progredire delle indagini fa avvicinare i due uomini, e il fascino dissoluto di Griffin rischia di far crollare il ferreo autocontrollo di Whyborne. Ma quando la coppia scopre le prove dell’esistenza di un potente culto determinato a dominare il mondo, Whyborne è costretto a scegliere: rimanere da solo e al sicuro, oppure rischiare tutto per l’uomo che ama.
Il mondo era spaventosamente fragile, e la vita di ogni giorno non era altro che una sottile pellicola posata su infinite profondità di caos e terrore.
Una ventata di freschezza in un romanzo dalla atmosfere gotiche. Un mix delizioso di ironia, avventura, magia, orrore e romanticismo in un’ambientazione che è palesemente un tributo a H.P. Lovecraft. Chi lo conosce, anche poco, non potrà non riconoscere libri, creature e citazioni.
Mi ha incuriosito subito un romanzo moderno che mi richiamava quelle atmosfere, ambientato in una cittadina statunitense di metà Ottocento uscita da un altro tempo e da un altro mondo e non sono rimasta delusa.
La narrazione in prima persona ci presenta subito un Percival Endicott Whyborne come uno studioso, un linguista, timido e impacciato, ma lo fa con ironia, con un humor inglese garbato che fa sorridere mentre intenerisce.
«Non hai ricevuto il mio biglietto?» Forse non l’aveva ricevuto. O magari non voleva che andassi a casa sua dopo il lavoro. O magari…
«Sì.»
Si appoggiò allo stipite della porta, le mani infilate in tasca. La sua cravatta aveva il colore della ruggine, e accentuava la sfumatura dei suoi occhi. «
Ma dopo aver letto i giornali volevo venire di persona per assicurarmi che stessi bene.» «Io… oh. S-sì. Sano e salvo.» Un balbettante idiota sano e salvo.
La sua è una vita solitaria, segnata dalla sua omosessualità (all’epoca un crimine) e da una ferita che si porta dietro dall’adolescenza. Quando viene suo malgrado coinvolto in una strana indagine, la sua vita viene stravolta.
Dall’altra parte abbiamo Griffin Flaherty, agente investigativo, affascinante e sicuro di sé.
All’apparenza.
Anche Griffin cela qualcosa nel profondo della sua anima.
Ben presto si rendono conto di stare combattendo qualcosa di inaspettato, di orribile e impensabile. I libri arcani che Whyborne studia diventano improvvisamente reali davanti ai suoi occhi, in particolare il Liber Arcanorum, che si trova a studiare approfonditamente.
Ed ecco che un mite studioso e un investigatore con un misterioso passato si trovano a combattere insieme contro una forza che nasce dal desiderio umano, ma portato all’esasperazione, di sconfiggere la morte.
Sedevo nel mio letto, le coperte sollevate fino al petto, e tenevo tra le mani la vecchia fotografia di Leander. Era passato così tanto tempo. Ormai avevo trascorso giornate intere senza pensare a lui. Se fossi stato più forte e meno egoista, sarebbe stato ancora vivo. Se fossi stato migliore, se avessi meritato un ragazzo come lui, quante serate avremmo potuto trascorrere seduti l’uno di fronte all’altro a cena, o davanti al fuoco? Che vita meravigliosa avrebbe potuto avere; quali doni avrebbe offerto al mondo con la sua mente geniale? E se avessi potuto riparare al mio vecchio errore? Se avessi potuto usare l’Arcanorum per riportarlo indietro? Posai la fotografia e presi l’Arcanorum dal cassettone. Aprendolo a una delle pagine che avevo contrassegnato, lessi di nuovo il passaggio: «Yog-Sothoth apre la porta. Yog-Sothoth è la porta.»
Insieme non solo nell’investigazione, dovranno imparare a convivere con i loro sentimenti, con la loro amicizia, con il concetto di fiducia, in sé e negli altri ma soprattutto con la passione che si accende tra di loro.
«Non lo sai? Mi accechi, mio caro, con il tuo fuoco. Lo controlli con tanta attenzione, liberandolo solo quando sei tu a deciderlo, lasciandolo altrimenti a ribollire sotto la superficie. Sei come una bottiglia di ottimo champagne, che brama di essere aperta. Anno dopo anno, la pressione continua lentamente a salire senza potersi liberare. E fin dal giorno in cui ti ho conosciuto, sono riuscito a pensare solo a cosa sarebbe servito per farti… esplodere.»
Per quanto la storia d’amore sia importante nel romanzo e le scene erotiche esplicite, anche se delicate, non è preponderante. Il cuore del libro è la battaglia contro la Fratellanza e il terrificante rito che vogliono mettere in atto. Con un inizio forse un pochino lento, a presentarci bene personaggi e ambientazione, il libro prende poi velocità per condurci verso un finale che tiene con il fiato sospeso da molti punti di vista.
Un libro che mi sento di consigliare a chi cerca avventura e romanticismo e chi apprezza le atmosfere gotiche, rivisitate con linguaggio e contenuti moderni. Perché il mondo che hanno lasciato gli autori a cui questo libro si ispira, è ancora in grado di affascinare il lettore e porlo davanti a domande la cui risposta potrebbe essere quella sbagliata…
Avrei potuto… Fare cosa? Trasformarmi in Blackbyrne e comandare un esercito segreto di uomini, criminali e mostri? L’idea era così assurda da risultare ridicola. Vero?
Recensione:
Editing:
Mi hai fatto venire voglia di leggerlo