♦ Susan Moretto, acquistabile qui ♦
La vita di Cam si è fermata quattro anni prima, quando gli è stata comunicata la morte di suo marito Jack durante una missione in Iraq. Rimasto solo con la loro figlia Cassie e ridotto a un guscio vuoto, Cam si limita a esistere.
La vita di Jamie, invece, è in pausa da quando suo fratello maggiore Jack si è innamorato di Cam, con cui ha costruito una famiglia. Deciso a metterci una pietra sopra, per dieci anni è stato il cognato e il fratellino perfetti.
Ma quando si rende conto che Cam si limita a sopravvivere, fa letteralmente di tutto per riportarlo alla vita. Anche se questo significa fare a pezzi il proprio cuore e ciò che resta della sua famiglia…
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo era notte fonda, avevo appena accantonato per noia un altro romanzo dopo neanche aver finito il primo capitolo, e la prima cosa che ho esclamato dopo le prime pagine è stato “ Grazie a Dio perché esisti, Susan!” Fin dalle prime righe la scrittura fluida e coinvolgente mi hanno fatto scordare la noia e catapultato nella storia, al punto che non sono riuscita a stancarmene fino alla fine. Certo il giorno dopo avevo due occhiaie da far invidia ad un panda e una slogatura alla mascella a furia di sbadigli, ma con una soddisfazione interna ed una rinnovata fiducia nel valore delle autrici italiane che non sentivo da un po’.
Mi è piaciuto tutto di questo romanzo, dalla storia, semplice ma non banale, raccontata con naturalezza, senza forzature, alla scelta di sviluppare in parallelo i flashback del passato, visti con gli occhi di Jamie, ed inserirli ad hoc tra i capitoli della storia principale.
I personaggi sono realistici nel loro modo di vivere, nelle complesse interazioni che li legano, nel detto e, soprattutto, nel taciuto, nei compromessi a cui scendono per il quieto vivere.
Cam porta dentro di sé un lutto che ormai è divenuto più un dovere che un vero sentimento, un’abitudine che gli ha permesso di condurre un’esitenza tranquilla negli ultimi quattro anni, uno scudo dietro cui nascondere il proprio cuore dolorante.
[..] alla fin fine si riduceva tutto alla paura: quando si ama si soffre, e Cam era stufo marcio di soffrire. Preferiva la sua vita come era ora, piatta e senza scossoni, forse leggermente deprimente e di certo solitaria, ma priva di quelle emozioni che ti fanno vivere e piangere.
Jamie invece è da sempre incastrato in un’esistenza fatta di autocommiserazione e mancanza di fiducia in se stesso, cresciuto all’ombra del fratello maggiore, un’ombra ingombrante e pesante che non gli ha mai permesso di essere se stesso, e che non si è dissipata neanche dopo la sua morte.
Quando capì che Jamie si aspettava una risposta nell’immediato, si limitò a commentare: «Ho sbagliato a venire a letto con te.» «Perché?» Jamie si girò verso di lui con un sorriso tanto dolce quanto triste, e Cam si rese conto che glielo aveva rivolto spesso, da quando si conoscevano. Come se ci fosse qualcosa che Cam non coglieva, e che Jamie non poteva dirgli. «Perché hai sbagliato a fare sesso con me? Perché sono disoccupato, non ho un titolo di studi, non frequento il college, non ho soldi né prospettive di lavoro, oppure perché ti senti ancora sposato con Jack?»
Per tutto il romanzo, costante è la presenza di Jack, che immaginiamo all’inizio come il defunto fratello-marito-eroe perfetto, ma che piano piano ricostruiamo, nella sua figura umana e imperfetta, attraverso gli occhi di Cam e di Jamie, e in fondo anche attraverso quelli della madre di Jamie e Jack, l’unica che non riesce a staccarsi dall’immagine idealizzata del figlio adorato che ha perso.
«Lo vedi?» mormorò sottovoce, per non farsi sentire da Crudelia e per non svegliare Cassie. «Sono passati quattro anni e io sono ancora solo un’appendice di Jack. Suo marito. Per lei non sarò nient’altro che quello: una proprietà di Jack.» Jamie si lasciò sfuggire un sorriso di pietà, eppure tanto dolce, e accarezzò la testolina scura di Cassie. «Credi che io me la passi meglio?» alzò il timbro della voce, imitando la madre: «“Oh, tuo fratello era così bravo, perché non sei come Jack?”» «Come se non bastasse soffrire perché ci manca.»
Forse l’unica pecca che ho trovato è un finale troppo affrettato, c’è un salto temporale tra ultimo capitolo ed epilogo che meriterebbe di essere sviluppato meglio. Ma questo non toglie comunque valore a questo bel romanzo.
Insomma, ancora una volta Susan Moretto ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere, a mio parere una delle migliori scrittrici italiane in circolazione, e non mi resta che consigliarvi di leggere questo piccolo inno alla pienezza della vita.
«Non importa se non ami me, Cam, ma ama! Se non vuoi amare qualcun altro, ama almeno te stesso e vivi.»
Recensione a cura di
Editing a cura di
Con una recensione così non posso che andare ad aprire subito il libro. Bellissima! Grazie!