È sopravvissuta. Ora vuole ricominciare a vivere.
Due donne, due amiche, Giulia e Livia, rapite una sera di novembre. Quando tornano alla loro vita, niente è più come prima. Livia, quella che è stata più a contatto con il mostro, di notte sogna la sua prigionia e di giorno non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che lui tornerà. E infatti il mostro si avvicina, più folle e spietato che mai. Con un solo obiettivo: insinuarsi per sempre nella mente di Livia.
Il commissario Claudio Sereni, a sua volta vittima di un insolito incidente di cui non ha memoria, dovrà riprendere le fila del caso del rapimento delle due amiche rimasto irrisolto. Attorno a lui orbitano il collega Emilio Arco e la sensitiva Ilaria Benni. Dovrà muoversi con decisione per stanare il mostro e allo stesso tempo con delicatezza per non spezzare la fragile corazza che Livia ha costruito intorno a sé, ai suoi ricordi e ai suoi sentimenti.
Con Schegge di ricordi Monica Lombardi torna a scavare nelle voragini della mente umana, in un thriller psicologico degno dei maestri del genere.
Sono passati pochi mesi dal rapimento di Giulia e Livia e dalla loro liberazione. Mentre Giulia, anche grazie all’amore di Andrea, è riuscita in gran parte a superare il trauma, Livia vive ancora nei ricordi.
Livia è, delle due, la vittima sulla quale Mario Gerli ha infierito di più, sia fisicamente sia psicologicamente, e la donna ne è ancora sconvolta.
Si è chiusa in se stessa, rifiuta la sua immagine allo specchio e non concepisce più il contatto con un uomo.
Accanto a lei ci sono CJ e Fabio, due amici fidatissimi, ma anche con loro confidarsi è difficile, mentre la sua depressione mina anche l’amicizia con Giulia. Livia è ossessionata dal ricordo di quei giorni, li rivive negli incubi ogni notte. Ma anche qualcun altro è ossessionato: Mario Gerli stesso, scappato prima della cattura, è ossessionato da Livia, dalla sua preda coraggiosa che l’ha reso persino orgoglioso con il suo tentativo di liberarsi.
Sono orgoglioso di tenerti sveglia la notte, è una delle cose migliori che io abbia fatto nella mia vita. Oltre a fotterti, ovviamente. Perché, qualsiasi cosa succeda, in qualunque modo andrà a finire la nostra storia, so che non mi dimenticherai mai. Sono scolpito nella tua memoria.
Nel romanzo le due ossessioni lottano una contro l’altra come in una partita a scacchi. Da un lato il bene – la verità – rappresentato da Giulia, Livia e dai poliziotti che non hanno mai smesso di dare la caccia al mostro, e dall’altra Mario Gerli, talmente coinvolto emotivamente da non essere in grado di rimanere nascosto, ma anzi presenza costante, seppur celata, vicina a Livia.
Livia ci strazia con i suoi incubi e il suo dolore, siamo al suo fianco quando i suoi occhi si posano sul poliziotto Claudio Sereni, l’unico in grado di darle sicurezza e avvicinarla senza farla di nuovo rinchiudere nel suo guscio.
Ecco la differenza tra un poliziotto e una persona normale: la persona normale si allontana dal pericolo; il poliziotto, una volta che l’ha identificato, gli va incontro, perché è suo compito neutralizzarlo. Per la prima volta, Livia ebbe paura per lui. Che cosa avrebbe significato essere la donna di un uomo così?
Il loro percorso è delicato, ma non per questo noioso e banale e ci parla di un amore fatto prima di tutto di attesa e comprensione.
Si strinse a lui, non riuscì a evitarlo, il piacere era diventato all’improvviso… liquido, e aveva bisogno del suo sostegno. Le dita smisero di torturarla, la mano si distese e il palmo accolse il suo seno. E quel gesto le parve erotico quanto il precedente. Erotico. Che quell’aggettivo facesse ancora parte del suo vocabolario, che abitasse ancora i suoi pensieri, era già di per sé un miracolo.
Ci affezioniamo anche all’imprevedibile sensitiva Ilaria e al suo possessivo cane Drago, a Giulia e Andrea, che pur avendo ritrovato il loro equilibrio non possono dimenticare.
Andrea stava entrando nella stanza della caposala quando la vide arrivare. Si fermò e le sorrise. Non importava quanto la giornata fosse tesa, sbagliata, non importava nemmeno che i giorni che li separavano dal momento in cui era stata ritrovata sulla riva di quel laghetto continuassero ad aumentare: era sicuro che non avrebbe mai più dato per scontato l’immagine di Giulia che avanzava verso di lui.
L’avversario, Mario Gerli, ci trascina nella sua mente malata e perversa, nella sua ebbrezza di potere, il potere che ha avuto su Livia e quello che ha su altre donne. Confonde l’amore con il possesso, si bea delle sue capacità di manipolare e ingannare.
Mentre tesse intorno ai protagonisti una tela sempre più stretta, sfruttando complici imprevedibili, la squadra che gli dà la caccia lotta contro il tempo per catturarlo, prima che arrivi a Livia, costringendo il lettore a continuare a leggere senza interruzione e senza respiro.
Schegge di verità dava molto spazio alla storia d’amore e guarigione di Giulia, invece Schegge di ricordi, offrendoci anche il punto di vista del criminale, prende connotazioni thriller più marcate e coinvolge il lettore nella partita tra polizia e Mario, avendo ovviamente l’accortezza di non fornire tutte le informazioni, ma lasciandogli formulare le sue ipotesi.
L’introspezione dei personaggi è curata: il percorso di Livia è parte integrante della narrazione, la sostiene senza mai renderla pesante o eccessiva, ma allo stesso tempo le sue difficoltà non sono trattate con superficialità.
La mente di Mario, corrotta e spaventosa, fa da contraltare al percorso verso la luce di Livia, scandisce i tempi del romanzo, intrappola il lettore nel suo gorgo mentre i pezzi sulla scacchiera si muovono verso lo scacco matto finale.
Il risultato è un libro appassionante ed emozionante, in cui scrutare nella mente del rapitore dà un tocco in più alla già ben narrata storia della rinascita di Livia. Le relazioni che le si stringono intorno, non solo amorose, ma anche di amicizia sincera – rappresentata in particolare dalla splendida coppia CJ e Fabio –sono le pedine fondamentali nella lotta contro il male, sono le forze che faranno la differenza.
«È inutile chiedersi: “Perché io?”, non avrai mai risposta» continuò allora. «Perché l’onda dello tsunami ha travolto alcune persone e non altre? Perché un’auto scagliata da un tornado colpisce una persona invece che un’altra?» Sapeva di avere una voce piuttosto ruvida, cercò di renderla più morbida possibile. «Chiediamoci invece: che cosa possiamo fare perché venga catturato e punito per quello che ha fatto? Come possiamo impedirgli che lo faccia ad altri? L’uomo non può fermare uno tsunami o un tornado, ma può cercare di fermare i suoi simili.»
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Grazie Lucrezia <3
E' stato bello ripercorrere il romanzo nelle tue parole, e grazie per gli estratti che hai scelto <3
Un abbraccio e a presto!