Nella mia mente sento ancora il riverbero delle frustate.
Ogni giorno i segni sulla mia pelle mi ricordano quello che lui mi ha fatto.
Ho dovuto lasciarla, o saremmo morti.
Credevo sarebbe tornato per portarmi via. Ma non l’ha fatto.
Ora devo concentrarmi sul mio scopo.
Ora appartengo alla Regina.
È arrivato il momento di punire coloro che mi hanno fatto del male.
Il momento di affrontare il mio primo incarico è arrivato.
Non importa se mi ritroverò Nadyia tra i piedi.
Ma non sarò mai in grado di uccidere colui che ho amato.
Avrò la mia vendetta.
Dark Contemporary Romance
Questo romanzo contiene situazioni inquietanti, scene violente e omicidi. Non adatto a persone suscettibili ai temi trattati. +18
Per gli amanti del genere Dark Contemporaneo e per i fan di Chiara Cilli, questo libro potrebbe essere paragonato a svariate cose: un bicchiere di acqua ghiacciata in un pomeriggio di caldo torrido, una doccia bollente, dopo una giornata di lavoro fisicamente estenuante, un’abbuffata dopo mesi di dieta ferrea, una pasticca per una persona in cerca di sballo oppure ancora un bicchiere di buon whiskey per un alcolista. Che cosa hanno in comune tutte queste cose? Un momento prima ti portano letteralmente in paradiso e quello subito successivo ti catapultano all’inferno.
Bene, lettori e lettrici, benvenuti nel mio inferno post Per combatterti. Ho concluso da poco la lettura e come ormai mi accade leggendo i libri dell’autrice in questione, mi ritrovo in un limbo dove la sofferenza la fa da padrona. All’interno del romanzo troviamo frasi sempre più strazianti che culminano in un lacerante epilogo.
È passata circa una settimana dalla fine di Per Addestrarti: Nadyia è alle prese con allenamenti sempre più disumani e André vive il suo inferno personale, combatte i suoi demoni. È stato infatti costretto a lasciare la protagonista nelle mani della Regina e non si dà pace. Non però per quello che noi povere illuse speriamo…
Dio, ero così disgustosamente debole. Volevo tornare a non esserlo. Dovevo, maledizione. Dovevo iniziare a scrollarmi di dosso tutta l’umanità che Nadyia aveva riportato a galla e seppellirla insieme al ricordo del suo sorriso che scatenava il mio, dei suoi occhi che vedevano dentro di me, delle sue mani che mi facevano sentire al sicuro. Mi rifiutavo di piangermi addosso un istante di più.
Sin dal principio vediamo quindi un animo tormentato, frustrato soprattutto perché odia sentirsi così debole, odia passare ciò che il suo fratello, Henri, ha passato e dal quale non riesce a riprendersi.
Dopo un breve diverbio tra i due, André capisce ciò di cui suo fratello ha realmente bisogno per tornare a essere ciò che era un tempo, per ritrovare il suo “equilibrio” interiore.
Quanto dolore, quanta sofferenza vi è nei Lamaze. La vendetta che bramano per sentirsi finalmente liberi altro non è che la morte della loro anima, lo spegnimento della più piccola emozione, l’alienazione definitiva. Ritroveranno coloro che gli hanno fatto del male da piccoli, e per quanto la situazione sia violenta e feroce, ciò che è scaturito in me non è lo sdegno per tali atti, bensì un dolore al cuore. Questi fratelli non hanno mai conosciuto una carezza, una gentilezza, un po’ come i cani che vengono addestrati per le lotte clandestine. Questi poveri animali non sono malvagi, sono portati a esserlo: subiscono i maltrattamenti più disumani sino a quando non diventano spettri di carne votati alla distruzione totale. E perché accade ciò? Perché se ingabbi un animale, se lo annienti, questo cessa di essere ciò che è e diventa un mostro. È colpa sua? No. È giustificato? No. È semplicemente ciò che è stato costretto a divenire.
Mentre leggevo il magone era pronto a fuoriuscire senza ritegno e diventare un pianto dirotto, ma mi sono trattenuta e sono andata avanti.
Spostiamo dunque l’attenzione su Nadyia. Peggio che andar di notte! Ekaterina, il braccio destro della Regina Neela, continua ad addestrare le ragazze per trasformarle in mercenarie senza umanità e comunica loro l’ultima prova da affrontare prima di diventare a tutti gli effetti le assassine di quella PAROLACCIA, di colei che siede sul trono: uccidere un loro caro.
Non c’è stato un solo paragrafo di tregua in questo capitolo della Blood Bonds, uno solo! Vi giuro, un vero supplizio. L’alternanza dei Pov contribuisce poi a rendere il tutto un martirio. André che soffre da una parte, Nadyia che soffre dall’altra, Henri che organizza il Tour della Morte, Armand che dice pochissime frasi nel libro, ma di grande rilevanza; a lui è dedicato un solo capitolo, ed è bastato per far insinuare nel lettore un dubbio atroce.
Torniamo alla nostra rossa preferita! Chi deve assassinare? Il suo migliore amico, nonché primo grande amore (e Chiara, allora sei anche tu un po’ come Regina!!!), Marc.
Che cosa c’è di puro e immacolato del primo vero amore? Quanto questo può sopravvivere e perdonare?
Non voglio farvi un riassunto del libro, ma per chi parteggiare a questo punto? Per l’amore puro di Marc, che nonostante gli anni di lontananza continua a essere forte come il primo giorno, oppure per l’amore di André, così vero, così disperato, così folle e così fatale?
Nadyia si ritroverà a fare i conti con i propri demoni, con la propria coscienza: uccidere Marc e abbandonarsi all’oblio eterno, con la speranza però che un giorno il suo André possa venire a riprenderla, oppure salvare il suo primo amore e autocondannarsi a morte certa?
OT: la storia è completamente diversa, ma sono tornata indietro di qualche anno, sono tornata con la memoria alla MSA, sempre di Chiara, al bivio di fronte al quale si trova Cris dovendo scegliere tra Matt e Stefano. Se avete amato la MSA, amerete alla follia anche questo libro e spero per voi che riusciate a riprendervi. Io, dopo 24 ore dalla fine della lettura, sono ancora “scossa”.
Può un animo come André restare immobile di fronte a una situazione del genere? Sarebbe nelle sue intenzioni, ma la Cilli ci ha messo lo zampino. Il destino dunque lo rimetterà sulla strada di Nadyia e se fino a qui abbiamo sofferto, da questo punto in avanti partono proprio le torture.
«Sei disposta a morire per lui, ma non sei disposta a vivere per me.»
Quanto, dunque, l’amore può bastare a se stesso? Dove finisce il confine tra l’amore per colui a cui appartiene il nostro cuore, seppure il più potente, e il bisogno di restare coerenti con la propria anima? Qualunque scelta faccia Nadyia, lei morirà: internamente o letteralmente, e tra le due opzioni la seconda, personalmente, mi fa molta meno paura.
L’autrice poi mi fa sempre fare un cammino interiore, mi costringe a pormi domande, ad analizzare atteggiamenti, che per paura non voglio affrontare. Sono mai stata rapita? Ovvio che no. Mi è mai capitato di scegliere fra l’amore disperato che mi porta a logorare ogni sentimento che ho e l’amore “comodo”, ricambiato, e rassicurante? Purtroppo sì. E ogni volta che la decisione viene presa, una parte del mio cuore diventa oscura, perché qualunque sia la scelta, ho fatto del male: a me o agli altri.
Quando viene a conoscenza della volontà di Nadyia di non seguire gli ordini, André ormai inizia a essere consapevole di ciò che prova per la sua Rossa e non può accettare che gli venga portata via.
Era mia, nessuno me l’avrebbe portata via.
Né la Regina.
Né la Morte.
Né lei stessa.
La differenza sostanziale tra i due capitoli dedicati agli Andyia è una: la consapevolezza da parte di entrambi di appartenersi. Andrè utilizza spesso l’aggettivo possessivo MIA, più il tempo passa e più comprende che Nadyia è inesorabilmente sua. Le circostanze giocano a loro sfavore, anzi presagiscono una catastrofe (spero vivamente di sbagliarmi), ma nonostante questo entrambi sanno di essere “condannati e dannati” dall’amore che provano verso l’altro. Se i sentimenti di André quindi sembrano essere più maturi, quelli di Nadyia sono i medesimi: la forza di questa donna è proprio la sua testardaggine, sfiderà tutti e tutto, anche se stessa, per preservare ciò che rimane del suo amore per lui. Ma come dicevo poco fa, ho il dubbio, o meglio, l’autrice mi ha fatto sorgere il dubbio, che l’amore non sempre basti, purtroppo o per fortuna, ci sono moltissimi altri fattori da tenere in considerazione…
Dopo avervi lungamente annoiato posso solo aggiungere una cosa: il finale è composto da due parti, uno dal punto di vista di André e uno da quello di Nadyia. Se per tutto il libro crederete di soffrire e di essere state torturate, vi accorgerete che avete preso una cantonata. Il vero dolore inizia con le ultime parole di entrambi!
Concludo con una piccola parte dei ringraziamenti che ha fatto l’autrice, la quale rappresenta alla perfezione i suoi sostenitori:
#BeBad
#BeDark
#BeYourself
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
GRAZIE GRAZIE GRAZIE per questa meravigliosa recensione! ♥
Grazie a te per le magnifiche emozioni che mi fai provare ogni volta ❤