A Praga nelle settimane più fredde dell’anno una fattorina della consegna kebab si trova a combattere gli Esterni, tornati sulla terra dai tempi antidiluviani e il loro temibile e irresistibile Arconte.
Gli Esterni sono più temibili di quelli che giunsero ai tempi dei Golem e dei Gargoyle e Alexandra non ha l’aspetto del guerriero. È minuta e consegna kebab a domicilio ma i suoi giovani occhi troppo stanchi per sollevarsi da terra avvistano per primi la voragine e ciò che ne emerge. Guardiana della frontiera orientale del continuum spaziotemporale, si china sul cratere e annusa il cielo. Inizia così una battaglia senza esclusione di colpi contro l’invasione e contro il terribile Arconte, mostro senza tempo che sa entrare nell’anima.
Forse anche in quella di Alexandra.
«Sei una guerriera valorosa e vorrei conservare il tuo nome,» disse Tamel, fradicio di pioggia, il volto coperto di sangue.
«Conservati questo!» rispose Alexandra alzandogli il dito medio.
“Presto, molto presto, anche il suo canto si sarebbe levato. E sarebbe stato un canto di morte.”
Siamo a Praga. Freddo, pioggia, confusione, traffico, la gente corre velocemente per le strade, non presta attenzione, troppo impegnata ad arrivare chissà dove; polizia presente ma distratta; politici che guardano solo alle loro tasche fregandosene del popolo; terrorismo; inquinamento.
Direte voi: ok, racconta esattamente quello che è oggi il nostro mondo.
Verissimo. Se non fosse che tra quelle strade, in mezzo a quel caos, si aggira una giovane ragazza, Alexandra Zahradnik, che con il suo scooter consegna kebab a domicilio, e non solo. Fa parte di una squadra costituita dai Column, coloro che riescono a individuare e “sbucciare” tutte quelle entità che non appartengono al nostro mondo, gli Esterni, e di una sorta di servizi speciali, gli URNA.
Proprio mentre svolge il suo lavoro, nel bel mezzo di una strada, si apre una voragine, dalla quale escono gli Inferenti, esseri superiori in grado di condizionare la mente di una persona purché essa sia nelle vicinanze.
Sono quelli a cui lei dà la caccia. Come? Eh, non posso dirvelo.
“La missione di salvare la civiltà da ogni intrusione eterna sembrava appena un po’ scesa nelle priorità dei Column. Pareva una riunione di Alcolisti Anonimi, più che il summit operativo di un reparto speciale. Altro che che Colonne del Tempio di Gerusalemme e Baluardi della Luce… E un altro paio di cazzate simili.”
Fatto sta che gli Inferenti questa volta si sono portati dietro il capo, l’Arconte Tamel, un antagonista cazzuto e figo. Il diavolo e l’acqua santa in un unico corpo.
Tamel ha una missione ed è determinato, parecchio determinato, a portarla a termine e non scenderà a patti con niente e nessuno. Così, almeno crede lui, perché quando si imbatte in Alexandra, le cose cambieranno e quella piccola ma grande ragazza insinuerà nella sua mente dubbi che fino a quel momento non aveva nemmeno preso in considerazione.
Ordini. Deve solamente eseguire gli ordini.
Insieme, o meglio quando lottano, Tamel e Alexandra sono una bomba a orologeria pronta a scoppiare.
“Tre giorni, al Metronomo, alle undici. Io e te da soli”
E se ne vedranno delle belle, fidatevi.
Ahimè, non sono in grado di continuare a parlarvi del libro (giuro che ci ho provato infinite volte) senza fare spoiler poiché Apocalypse Kebab ha tanto da raccontare e mi dispiacerebbe rovinare la sorpresa che ha riservato a me.
Ho amato tantissimo Alexandra: la sua irriverenza, il linguaggio da scaricatore di porto, il suo essere gentile e stronza contemporaneamente, quel preoccuparsi per le persone senza farlo capire, lo sminuire i sentimenti perché troppo grandi per essere espressi. Una protagonista tanto minuta quanto letale, che non potrà non piacervi.
Essere Alexandra Zahardnik significa essere una donna con la D maiuscola.
“Lì in mezzo, confusi tra volti giovani e volti vecchi, tra figure in visone e cappotti rattoppati, tra sguardi chiari come la Moldova all’alba e scuri come le notti sul Bosforo, c’erano gli Inferenti e c’erano i Column. I poliziotti in divisa e gli URNA, i tiratori scelti, gli uomini dei servizi segreti e l’officiante giunto da Roma per attivare i gargoyle. E poi c’era lei, che pretendeva di fermarli tutti quanti.”
Per quanto riguarda Tamel, beh… è un capo. Un capo degno di tale ruolo, duro quanto basta per far eseguire gli ordini, ma con un passato non tanto semplice da superare. Intelligente, capace di andare oltre i suoi limiti e riflessivo. Quando la verità che ha sempre creduto giusta gli viene mostrata da un altro punto di vista, ascolta e capisce che, quello che gli è stato raccontato fino a quel momento, non è proprio proprio oro colato solo perché detto da persone più alte di lui nella gerarchia.
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Tanti altri personaggi vengono presentati e ognuno di loro susciterà in voi sensazioni diverse.
Ma Apocalypse Kebab non è solo ironia e adrenalina, anzi. È un libro “vero” dove dietro le parolacce dette da una ragazza si nascondono pensieri dolci, in cui il comportamento di una persona, per quanto ostile e riluttante possa sembrarci, è sempre dovuto a qualcosa di più grande della persona stessa. È la luce dietro il buio, è il bene dietro il male: noi sappiamo che entrambi non esisterebbero se non ci fossero anche i loro contrari. Se è vero che dietro un cucciolo può nascondersi un leone, se è vero che dietro il sapere ci sono sempre dubbi, anche il nostro mondo, così com’è oggi, può cambiare e regalarci ancora tante tantissime cose.
Post scriptum:
Ah, Giusy De Nicolo… puoi usare tutti gli pseudonimi esistenti su questa Terra e nell’universo, ma il tuo stile, il modo di raccontare i fatti così come sono, senza tanti fronzoli e “pucci pucci gattina mia”, i personaggi che rendi reali per quanto assurdi possano essere, ti fregano. Eh, sì, io leggo, non quanto vorrei ma leggo, e come te nessuno mai.
Detta così sembra una sviolinata che: “Vivaldi, levate proprio”.
Ma è la realtà dei fatti. Almeno per me.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Sono felice e commossa. Grazie infinite.
Grazie a te ❤️
Bella recensione e molto sensibile, grazie 🙂
Grazie 😘