1984, Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L’autista le suggerisce, come unica soluzione per non mancare all’appuntamento che l’aspetta, di uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza, nascosta e poco frequentata. Ma, sibillino, aggiunge di fare attenzione: «Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola».
Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore dotato di buona tecnica ma povero d’ispirazione, riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere il romanzo di un’enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un famoso premio letterario. Ma La crisalide d’aria è un romanzo fantastico – o almeno così dovrebbe essere – tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente Tengo. L’incontro con l’autrice non farà che aumentare la sua vertigine: chi è veramente Fukada Eriko?
Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e sospetta di essere l’unica persona in grado di attraversare la sottile barriera che divide il 1984 dal 1Q84.
Ma capisce anche un’altra cosa: che quella barriera sta per infrangersi.
Nota: la trilogia è suddivisa come:
1Q84 libro 1 e 2 aprile-settembre (ebook e cartaceo)
1Q84 libro 3 ottobre-dicembre (ebook e cartaceo)
O come cofanetto solo cartaceo.
No, non sono pazzo. La mia mente è lucida, fredda e acuminata come un chiodo d’acciaio nuovo fiammante piantato con la giusta angolazione al centro esatto della realtà. Non c’è niente che non vada in me. Sono in pieno possesso delle mie facoltà mentali. È il mondo intorno che dà segni di follia.
Posso cavarmela con “sono rimasta incantata, leggetelo?”
No? Peccato, perché è esattamente quello che è successo. Forse il libro giusto al momento giusto, forse questo libro ha qualcosa in più che trascende la semplice trama, non lo so, ma 1Q84 mi ha completamente conquistato.
L’autore crea una magia, una magia che ti trascina dentro questo romanzo unico, ma non nei modi soliti a cui siamo abituati, bensì tramite una lenta e progressiva immersione nel fiume che è 1Q84. 1Q84 è davvero un grande fiume che scorre lento, avvolgendoti in modo affettuoso e rilassante, massaggiandoti con delicatezza e invitandoti a stare lì con lui a godere delle sue attenzioni. Ma come un fiume, in qualsiasi momento, puoi trovare una forte corrente o un gorgo che ti risveglia di soprassalto e ti costringe a prestare attenzione, accelerando il respiro e il battito del tuo cuore.
Potrei definirlo con le parole che Tengo utilizza per descrivere la giovane e misteriosa autrice de La Crisalide d’aria, Fukaeri:
Il modo di esprimersi conciso di Fukaeri aveva una strana forza di persuasione. In ogni singola parola che pronunciava si avvertiva l’effetto di un cuneo dalla misura giusta che si incastra alla perfezione. Eppure, Tengo non era ancora in grado di giudicare fino a che punto quella ragazza fosse affidabile. Avvertiva in lei qualcosa che non era del tutto normale, un che di stralunato. Forse era una caratteristica innata. Forse in quel momento si trovava davanti a un vero talento allo stato puro.
Non vorrei fuorviarvi, però, Murakami non è sintetico. Non che sia prolisso, no, la scrittura scorre come acqua, appunto, con il ritmo giusto tra frasi brevi e non troppo brevi, mai banale, mai difficile, ma le vicende sono raccontate con tranquillità, con ricchezza di dettagli e molte riflessioni vengono ripetute più volte, spesso nello stesso identico modo.
La magia è che tutto ciò non rende il libro noioso, anzi contribuisce all’effetto magico e ipnotico della narrazione. Ti porta dentro il suo mondo, questo mondo che non è più il 1984 (il tributo a Orwell è evidente) ma il 1Q84 perché la parola scritta crea mondi. Perché la realtà di Murakami non è la realtà che tutti conosciamo ma è altrettanto vera; e forse anche la realtà del lettore, che ha in mano questo romanzo, è un nuovo universo, non parallelo ma affiancato a quello che viene narrato.
Forse, se non avesse già cominciato a lavorarci, avrebbe potuto rinunciare. Ma a quel punto era impossibile. Ormai era immerso in quell’impresa fino al collo. Respirava l’aria di quel mondo e si era adattato alla forza di gravità che vi regnava. L’essenza di quella storia gli era ormai penetrata fin negli organi interni. Il libro richiedeva ardentemente di essere rielaborato dalla sua mano, e lui poteva percepire con ogni fibra quella richiesta. Era un lavoro che meritava di essere fatto e che solo lui poteva e doveva fare.
In questo universo che solo alcuni possono distinguere da quello ‘originale’ tutto si intreccia piano piano come in un puzzle di immense dimensioni; i personaggi che sembrano distanti in tutto e per tutto, in realtà sono collegati da qualcosa, dalla storia raccontata da Fukaeri. Ma è proprio solo l’invenzione di una ragazzina? Oppure no?
I personaggi. I personaggi sono vividi e nello stesso tempo come vuoti e aridi. Sembrano tutti mancare del lato emotivo, quasi fossero persone a metà, dall’estremo di Fukaeri che si esprime a monosillabi, non risponde alle domande che non prevedano ‘sì’ o ‘no’ come risposta, a Aomame, che ha fatto del corpo il suo tempio, che conosce talmente bene le funzioni di ogni singola parte del corpo umano da poter uccidere senza lasciare traccia.
Tutti i personaggi sono soli, privi dell’amore sia in senso di innamoramento che dell’affetto familiare, cresciuti in situazioni personali anomale, grigie e impietose. Conoscono il sesso, ma in loro non si percepisce la passione che normalmente gli è associata, quasi trattato come un bisogno al pari della fame o del sonno. Ma quando succedono gli eventi e i mulinelli del fiume ti travolgono, salti e sei con loro, con il fiato sospeso, perché alla fine li ami comunque, perché la loro solitudine è quella di tutti, quella di un angolino della propria anima che non si può condividere con nessuno e che rimane sempre al buio nascosto sotto la scala.
E mentre cercano di comprendere il mondo che si è modificato intorno a loro, i personaggi capiscono anche loro stessi e forse cominciano a vedere la luce, a uscire allo scoperto.
Per molto tempo Tengo aveva aperto la mano sinistra e l’aveva guardata. «Una bambina di dieci anni ha stretto questa mano e ha cambiato con forza qualcosa dentro di me», pensava. Come fosse potuto succedere, non sapeva spiegarselo razionalmente. Ma in quel momento loro due si erano capiti e accettati a vicenda in modo naturale. In tutto e per tutto, quasi per miracolo. Una cosa del genere non succede molte volte nella vita. Anzi, ad alcuni non capita mai. Eppure, allora, Tengo non era riuscito a capire in pieno il significato decisivo di quell’episodio. In effetti, non solo allora, perché lo aveva afferrato solo da pochissimo. Nel frattempo si era limitato a conservare dentro di sé l’immagine di quella bambina.
Man mano il cerchio si stringe e il lettore vede la tela intessuta dall’autore, anche attraverso gli occhi di un nuovo misterioso personaggio, Ushikawa. Mentre tira la fila per se stesso, Ushikawa lo fa anche per il lettore, chiarendo quello che potrebbe avere già intuito, e nel frattempo viene trascinato nel mondo con due lune.
Nel petto sentiva ancora il dolore causato dallo sguardo tagliente della ragazza. Forse non lo avrebbe più abbandonato. O magari quel dolore c’era sempre stato, ma lui non se n’era mai accorto.
Gli elementi fantastici in questo romanzo sono molti, ma non per questo è semplicisticamente classificabile come fantasy, è qualcosa che va oltre: una storia in cui si possono leggere molteplici livelli di significato, che toccano vita, amore, fede, scrittura, ma anche goderselo come una meravigliosa fiaba moderna descritta con un tocco unico.
Lo consiglio perché questo libro ha come… lavato via lo sporco. La sua scrittura incantevole ha ripulito la mia mente dai residui di letture poco curate, lasciando una sensazione di benessere mentale che raramente avevo provato prima.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
io un po’ ti odio, aggiunto in lista