Sull’aereo che la riporta a Torino dopo aver partecipato a un festival di narrativa femminile, Lisa, autrice di commedie romantiche, ha finalmente l’illuminazione per la Storia con la S maiuscola e conosce Orlando Altieri, comandante dell’aereo e involontaria musa ispiratrice. Orlando è identico ai personaggi dei suoi romanzi, proprio il tipo d’uomo da cui Lisa si è sempre tenuta lontana, perché nel mondo reale i principi azzurri non esistono. Quelli falsi come il comandante Altieri non sono che una minaccia per il suo equilibrio, per il suo bisogno di avere l’assoluto controllo su se stessa, sui suoi sentimenti e sugli uomini che frequenta. Tornata a casa, Lisa comincia a scrivere e a poco a poco si delineano le sue due protagoniste: sono scrittrici come lei, ma non potrebbero essere più diverse. Francesca scrive romanzi erotici eppure è timida, inibita e patologicamente insicura, al punto da tenere lontano il dolce pilota di cui si innamora perdutamente perché non può credere che il suo sentimento sia ricambiato. Intanto scrive, perché per lei è l’unico modo di lasciarsi andare, e dà vita al personaggio di Tina, la raffinata direttrice di un’importante casa di moda che pubblica sotto pseudonimo romantici e delicati bestseller storici. Lei, però, gli uomini se li mangia a colazione, compreso l’affascinante pilota con cui intreccia una bollente relazione di sesso sfrenato e che sconvolge ogni sua certezza rifiutandosi di lasciarsi dominare. I tre viaggi di Lisa, Francesca e Tina cominciano e si evolvono insieme, in un intreccio di gioie e dolori, successi e fallimenti, paure e inaspettati atti di coraggio, per arrivare tutti nello stesso posto, lì dove le linee si incontrano e l’amore vince. Come in ogni romanzo rosa che si rispetti.
Scrivere la recensione per un libro di una scrittrice che ami non è mai facile. In questo caso si aggiunge il fatto che ti piace per una serie urban fantasy e tu stai leggendo un romance. Le premesse per un possibile disastro ci sono tutte. Non dubiti che la scrittura resterà meravigliosa, certo che no, hai paura dei paragoni, hai paura che ti manchino le atmosfere degli altri personaggi a cui ha dato vita, meravigliosi e affascinanti.
Vi rassicuro subito, non è successo.
Questo libro mi ha colpito fin dalla trama. Leggendola mi sono subito domandata come avrebbe fatto a gestire tre linee, tre storie simili eppure diverse, tre tipologie di personaggi, senza perdere il filo rosso, così importante nella narrazione.
Vi rassicuro di nuovo, c’è riuscita e io mi inchino di fronte all’abilità che ha dimostrato nel farmeli amare, odiare, compatire e poi di nuovo amare, questi protagonisti.
Andiamo con ordine.
Conosciamo prima di tutto Lisa, scrittrice, anche se lei stessa ha difficoltà a definirsi tale, che ha appena avuto un’idea grandiosa per il suo nuovo romanzo. Lei vive a Torino e ha una storia tutto sommato semplice alle spalle. Figlia di genitori amorevoli, Lisa scrive romance, ma non crede nell’amore.
Quell’uomo racchiudeva in sé, all’ennesima potenza, tutte le caratteristiche del falso Principe Azzurro che ti promette lune e castelli e ti regala confezioni famiglia di antidepressivi. Per uno strano scherzo del destino, la sua nuova musa era identica ai protagonisti dei suoi libri: forte, muscoloso, bello di una bellezza selvaggia, virile e lievemente pericolosa. Orlando Altieri emanava testosterone come un incensiere nel giorno della Messa Solenne. Lisa pensò che i personaggi dei suoi romanzi erano dei veri Principi Azzurri, lui no. Lui era un impostore in carne, ossa e fascino da evitare come la peste, o come la suddetta Messa Solenne, che rischiava di durare anche più di due ore.
Nel suo nuovo romanzo narra la storia di Francesca, timida e sognatrice quasi a livello patologico, anche lei scrittrice ma, udite bene, di romanzi erotici, che vive tra le pagine quello che non riesce a sperimentare nella vita. A sua volta Francesca ha creato Tina, sensuale virago, dirigente di una maison di moda che nel tempo libero – da non credere – scrive con discreto successo delicati storici con virginali protagoniste.
Altra voce narrante è Orlando, un uomo che per 364 giorni all’anno vuole, come tutti, essere felice e godersi la vita, ma ha un segreto, qualcosa che gli impedisce di vivere una vita piena, serena. Un uomo che ha sofferto e continua a farlo, schiavo del passato e incapace di andare oltre. Ho apprezzato molto questo personaggio perché l’autrice è riuscita a dargli spessore presentandoci pregi e difetti, senza avere paura di renderlo meno gradevole ai nostri occhi. Si impara ad amarlo nonostante queste imperfezioni, come accade sempre nella realtà.
Avrebbe dovuto lasciarla fare, anche allora. Avrebbe dovuto, perché era quello che lei voleva o, almeno, che credeva di volere. Ma quell’unica volta in tutta la sua vita non ne fu capace. Qualcosa ruggiva dentro di lui e premeva per liberarsi, qualcosa di sconosciuto e ancestrale più potente di ogni logica, di ogni razionale forza di volontà, che alla fine lo indusse a stringerla con un braccio contro il suo corpo e a spingerla sotto di sé, a spalancarle le gambe e a imporle il proprio ritmo, la propria forza, le proprie regole. A possederla completamente.
Una parte di lui inorridì per la violenza di quel desiderio, per quelle emozioni che non gli appartenevano, ma non si fermò finché non la sentì tremare e aggrapparsi a lui come se fosse l’unico porto sicuro in mezzo alla tempesta. Entrò in lei per l’ultima volta, ancora più a fondo, e la sua piccola scrittrice finalmente invocò il suo nome, perdendosi in lui
I coprotagonisti sono ben caratterizzati. Rocco, il migliore amico di Lisa, quello che tutte vorremmo, ambiguo fino al limite sopportabile, uno strano incrocio tra un nerd e uno gigolò che ho apprezzato fin da subito. Lola, terzo vertice di un triangolo d’amicizia, amica tenace di Lisa, istintuale e divertente. Spero davvero di rincontrarli.Questo non è un libro, sono tre libri assieme, tre storie diverse e uguali, intense e delicate, esplosive e romantiche.
Lisa, la protagonista, si rispecchia nei suoi alter ego Francesca e Tina, proiettando su di esse una parte di lei. D’altronde non è forse vero che in ciascuna di noi convivono la santa e la peccatrice?
Siamo complesse e l’autrice riesce a mettere ben in evidenza questo, giocando con i diversi ruoli ci fa sognare e ci porta letteralmente tra le nuvole.
Ciò che accomuna le figure maschili, ossia i corrispondenti di Orlando nelle altre storie, è sempre l’essere piloti d’aereo. Insieme ad altre figure come i Navy Seal, gli Highlander e i miliardari, la figura del pilota fa parte dell’immaginario erotico femminile, ma l’autrice ha saputo delinearlo così bene, nei suoi lati di luce e ombra, che tutto sembra tranne che scontato. L’ironia di fondo che permea il romanzo è racchiusa proprio nelle paure e perplessità della protagonista.
Magari il suo prossimo protagonista sarebbe potuto essere un pilota. Sì, brava, davvero il massimo della creatività: peccato che i piloti avessero un posto fisso nell’immaginario sessuale-romantico femminile all’incirca da quando era stato inventato il primo aereo più di un secolo prima, ai tempi dei fratelli Wright. E non solo, erano anche i protagonisti preferiti dalla regina del romanzo d’appendice, Liala, nom de plume coniato nientemeno che da Gabriele D’Annunzio in persona. Esistevano persino delle teorie secondo le quali questa inconscia attrazione era dovuta alla grandezza e alla potenza del mezzo di cui i signori in questione avevano il controllo, inconsciamente identificato dalle signore con i loro attributi maschili. Alla faccia dell’invidia del pene.
In ogni caso, invidia o meno, la storia d’amore con il pilota era tutto fuorché un’idea originale.
La scrittura dell’autrice è elegante, ironica e impeccabile. Denota una grande conoscenza della lingua, un vocabolario ampio e un notevole background culturale. Nella narrazione c’è un perfetto equilibrio tra romanticismo e sensualità, in un gioco di montagne russe che ti fa passare attraverso emozioni contrastanti.
Se dovessi descrivere questo romanzo con una sola frase direi “assolutamente originale” e scusate non è poco, visto che ultimamente il panorama letterario è carente in tal senso e alludo ai “mille mila” romanzi che escono a tamburo battente, ma che spesso ti lasciano in bocca l’amaro del già visto.
Il finale è tutto da gustare, ma taccio perché è giusto così.
Consigliatissimo, ovviamente.
Recensione a cura di:
Editing a cura di:
Questa recensione diventa più bella ogni volta che la leggo 😉 Grazie!