Si sono spente da poco le luci su Tempo di Libri, la manifestazione dell’editoria tenutasi nei padiglioni di Rho Fiera Milano. I giorni dal 19 al 23 aprile sono stati intensi e pieni di eventi, ma ciò che più ha lasciato il segno sono state l’organizzazione impeccabile e le varie proposte nel programma giornaliero; programma, è bene sottolinearlo, adattato anche alle esigenze dei giovani lettori che, se stimolati nel modo giusto, mi auspico diventino adulti maturi e con più ampie visioni sul mondo che li circonda.
I lettori che hanno assaporato la fiera, anche solo per un giorno, ne avranno da raccontare a lungo, perciò vorrei dedicare quest’articolo a tutti quelli che non hanno potuto visitare la manifestazione, cercando di trovare le parole giuste per raccontare l’emozione che mi ha contagiato sin dai primi istanti.
Partiamo dall’inizio, ovvero dal viaggio, perché quando si viaggia bisogna lasciare tutte le proprie certezze e fare un po’ di spazio in noi – e non solo in valigia – per riportare a casa tutte le esperienze acquisite.
E così è accaduto anche a me, ma d’altronde un buon amico mi ha descritto con questa citazione di Baudelaire che voglio dedicarvi:
I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “andiamo”, e non sanno il perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Baudelaire ha definito i viaggiatori in questo modo, ma chissà come avrebbe definito i lettori che viaggiano?
Ed erano proprio lettori-viaggiatori quelli che si sono ritrovati a Tempo di Libri: quelli che vivono la loro quotidianità nel raccontare ad altri le loro esperienze letterarie e le emozioni che una scena, un personaggio o anche una semplice frase hanno scatenato nel loro cuore.
Tra i padiglioni che ospitavano i vari stand delle case editrici, tra le migliaia di titoli esposti, tra le chiacchiere e i nuovi incontri, tra le conferenze e la (meritata) pausa caffè, per i lettori-viaggiatori c’era soltanto l’imbarazzo della scelta, e poi… be’, c’era l’odore dei libri a farla da padrone. Forse più immaginario che reale, siamo lettori e quindi sognatori per definizione, eppure sembrava che bastasse muoversi tra i corridoi e posare l’occhio sulle copertine per venirne completamente avvolti.
Nei giorni della manifestazione ho avuto modo di conoscere molte persone: lettori-viaggiatori come me, autori, professionisti del mondo dell’editoria.
Confronti produttivi che mi hanno permesso di non vedere più lo scrittore soltanto come una persona fuori dall’ordinario – magari un po’ bizzarro o inarrivabile – ma come un lettore in primis, con gusti, emozioni, fragilità.
Il mio Tempo di Libri si è trasformato in: “Ovunque tu andrai, alla Triskell Edizioni tornerai.”
Ho lasciato un pezzo del mio cuore a loro. Ho avuto modo di conoscere tutto lo staff della Triskell con a capo una responsabile davvero fuori dall’ordinario; non sono un esperto del settore, ma a Barbara Cinelli affiderei tutti i miei scritti, anche la lista della spesa. Vederla sorridere sempre, dedicare il suo tempo a tutti i visitatori, i blogger e gli autori con la stessa eleganza e dolcezza, non mi lascia altri aggettivi per descriverla se non con unica e insostituibile.
Un ringraziamento particolare per aver portato la mia amata L.A. Witt, con cui sono riuscito a scambiare un paio di parole, anche solo se per dirle che “Wireless” è il mio romanzo preferito; e in realtà se il mio inglese “maccheronico” non mi avesse limitato a un “I love this book and you” forse sarei ancora lì a chiacchierare con lei.
Per quanto concerne il lato organizzativo, alcune critiche sono state mosse in merito a una scarsa affluenza nei primi giorni della manifestazione, tuttavia, a mio avviso, nella giornata di sabato c’è stato un forte recupero.
Personalmente ho trovato tutto molto ben organizzato e ben predisposto ad accogliere i visitatori e, se proprio dovessi muovere una critica, avrei cambiato la posizione dei grandi marchi dell’editoria: averli messi al centro ha contribuito a un parziale stallo dei visitatori nei momenti di maggior afflusso, oscurando anche la visibilità delle case editrici più piccole.
In conclusione quello che mi porto a casa, oltre a una tonnellata di libri, sono il calore umano di ogni singolo incontro e la gioia di condividere degli istanti insieme, ma soprattutto le numerose risate e i confronti giocosi sulle varie storie che ci appassionano ogni giorno.
Ripensando a tutto quello che mi ritrovo adesso tra le mani e a tutto quello che ho vissuto, non trovo modo migliore per poter esprimere ciò che sento se non con queste parole:
Siamo lettori, persone che leggono libri di ogni genere, e dovremmo essere migliori per definizione, soprattutto rispetto a quanto, fin troppo spesso, si percepisce attraverso i media, i social e i racconti quotidiani. Dovremmo essere dotati di una visione più ampia, di quel qualcosa in più in grado di differenziarci, in grado di rendere migliore il mondo.
Grazie a tutte le persone che in questi giorni mi hanno ricordato che sono un lettore e che grazie ai libri posso avere qualcosa in più, magari anche la capacità nel mio piccolo di cambiare in meglio me stesso e il mondo che mi circonda.
Grazie infinite, il vostro inviato speciale
Non so cosa dire, mi sento onorata e tanto felice in questo momento.
A volte “grazie” non è sufficiente, ma GRAZIE di cuore ❤️